Luigi Cortesi ... [et al.] - Il Psi e la Grande guerra

listi pensano che la questione di Trieste e delle altre terre italiane soggette allo straniero non può essere risoluta che mediante la rovina del militarismo e dell'autocrazia feudale e borghese»; ma ammoniva anche, contro ogni equivoco, che l'azione dei rappresentanti italiani « ben lungi dal significare una brutale rinuncia alla nazionalità italiana, indicava il primo pro- .posito di tutelarne i diritti ben piu efficacemente che la diplomazia non abbia saputo fare ». Piu costruttivamente Francesco Ciccotti (che allora dirigeva il Lavoratore di Trieste) in una corrisponden?:a sull'Avanti! del 12 maggio, sottolineava l'importanza di incontrarsi ·coi socialisti austriaci proprio per sollecitarli nella lotta per la conquista delle autonomie nazionali, a tutela del diritto dei popoli all'autodecisione, « indipendentemente da ogni oregiudiziale irredentista o federalista »; ma, considerando in particolare il problema balcanico, anch'egli invocava garanzie « affinché non abbia a succedere che i socialisti del Regno fermino la mano all'Italia, nel tempo che i socialisti austriaci si addimostrassero impotenti a fermare la mano all'Austria ». Tante riserve, tanti contrastanti giudizi vanno valutati alla luce del particolare orientamento dominante del socialismo italiano, ma che era di tutti i partiti dell'Internazionale. Il ripiegamento sul programma possibilista, il costante sacrificio dell'obiettivo finale rivoluzionario agli obiettivi intermedi di un riformismo economico, ·spesso a carattere corporativistico, per il quale le grandi linee strategiche del socialismo si subordinavano ai criteri opport_unisti della tattica quotidiana, finivano per forza di cose con l'assorbire l'attenzione -e l'impegno dei partiti socialisti sui temi della politica interna, chiudendoli nel cerchio magico di un « socialismo nazionale ». Ne veniva non solo l'impreparazione di fondo, tipica dei partiti socialisti, davanti ai complessi problemi della politica estera, ma·_ strettamente connessa a questa - anche un'altra conseguenza: l'idea internazionalista si svuotava di un concreto contenuto programmatico, sfumando sempre piu in una formula sentimentale e astratta, e la stessa battaglia per la pace si riduceva - per usare una efficace espressione di Georges Haupt - ad una « improvvisazione permanente» 23 , che lasciava agevolmente filtrare gli scrupoli del sentimento nazionale. Gli avvenimenti che qui si descrivono, verificano questa situazione. Gli scrupoli nazionali gravavano nel clima di vigilia del convegno, non lasciando adito a gtandi speranze. Ed è giustificabile che L)Avvenire del Lavoratore, il nuovo organo sindacalista trentino, sorto all'inizio dell'anno, scrivesse in quei giorni: - « Visto il disaccordo e la poca preparazione a questo convegno, non sappiamo quale sarà il suo esito e quali frutti esso apporterà» 24 • 23 Cfr. G. Haupt, L'Internazionale socialista e la campagna libica, in Movimento operaio e socialista, 1967, n. 1, p. 15-16. 24 L'Avvenire del Lavoratore, 18 maggio 1905. 17 BibliolecaGino Bianco

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