Luigi Cortesi ... [et al.] - Il Psi e la Grande guerra

socialista italo-austriaca che,. cementando democraticamente l'alleanza formale, la sgravasse della tutela tedesca, e sgravasse insieme l'Italia del peso di un militarismo « succhione·», a tutto vantaggio del programma di riforme economiche. C'era dunque al fondo della linea bissolatiana di politica estera una motivazione riformista che, deviandola da una visione classista, la conteneva sul piano di ragioni sostanzialmente « nazionali »: era questo il punto potenziale di cedimento della posizione di Bissolati, ma anche il limite dello stesso entusiasmo con cui accolse l'iniziativa del convegno, facendosene convinto animatore. Da parte austriaca ci fu la sincera corrispondenza di Ellenbogen, di cui era ben nota e apprezzata la dimestichezza e la collaborazione di yecchia data coi sòcialisti d'Italia e coi socialisti italiani dell'Austria, che si accingevano . ad assumere nei preparativi del convegno un'importante funzione mediatrice. I primi passi furono compiuti dai socialisti italiani, che attraverso l'Avanti/, nel numero del 30 luglio, in un commento redazionale ad una lettera di Elia Musatti, si pronunciarono esplicitamente sull'opportunità di un'intesa tra i partiti socialisti dei due paesi: erano quelli i giorni in cui piu preoccupante appariva il fenomeno del neo-garibaldinismo irredentista e piu insistenti circolavano le indiscrezioni su colpi di mano progettati da Ricciotti Garibaldi alle frontiere austriache, con conseguenze imprevedibili per le sorti della pace. Ma la vera e propria proposta venne dai socialisti triestini, in un commento all'articolo dell'Avanti/, apparso nel numero del 2 agosto del loro organo ufficiale Il Lavoratore. Si inseriva cosi l'iniziativa dei socialisti itali~ni dell'Austria, tra cui Valentino Pittoni, il capo dei socialisti del Litorale Adriatico, svolse subito un ruolo di primo pian<;>:,fiancheggiandol'opera di Bissolati e di Ellenbogen. La personalità di Pittoni era emersa "immediatamente nel mondo ·socialista triestino, fin da quando, nell'ultimo quinquennio dell' 800, il partito aveva riorganizzato quadri e programmi, coordinando il movimento politico e operaio in tutti i territori del Litorale. Dopo le prime incertezze tattiche di quegli anni, con l'inizio del secolo e in particolare dal 1902, quando il III congresso dei socialisti adriatici sanci la sua preminenza nella direzione del partito, Pittoni impresse alla lotta politica, condotta in una realtà economica e sociale ad avanzato livello industriale, un'impronta nettamente classista, divenendo assertore della linea intransigente e rigorosamente internazionalista, una linea che resistette anche alla drammatica prova del conflitto mondiale: con quanto rabbioso risentimento-- e odio perfino - della borghesia italiana nazionalista, è facile immaginare. Si com. prende come, da una simile prospettiva, Pittoni fosse indotto a risospingere il problema nazionale (rigidamente contenuto nei limiti autonomisti, senza alcun sottinteso separatista) in un secondo piano rispetto ai temi dell'emancipazione operaia, tanto piu osteggiando l'irredentismo borghe3 BibliotecaGino Bianco

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