Luigi Cortesi ... [et al.] - Il Psi e la Grande guerra

responsabili dello stesso ». Cosi come nel novembre 1917, anche in sede di congresso, quindi, il feticcio dell'unità delle sinistre generava il feticcio dell'unità di tutto il partito. Il congresso si concluse, in pratica, nella votazione quasi plebiscitaria di questa nuova stesura della mozione del Salvatori, che raccolse 14.015 voti su 19.027 (2507 ne ebbe un o.d.g. Tiraboschi, che dopo un bilancio positivo dell'attività del partito richiamava genericamente alla disciplina i trasgressori dell'intransigenza, e 2505 l'od.g. riformista di Modigliani, che considerava essere « il movimento socialista ed operaio d'Italia [ ... ] rimasto saldamente. fedele [ ... ] alle direttive internazionalistiche di classe », salvo « errori di dettaglio »). La lunghissima discussione sull'attività degli organi di partito non aveva lasciato spazio al punto 5 dell'o.d.g. prefissato ai lavori, che doveva esaminare il programma d'azione del partito nella situazione nazionale e internazionale. Il Gramsci presentò tuttavia una mozione che rifletteva i punti di vista della nuova sinistra sulla guerra, sull'internazionalismo e sul rapporto di coordinamento e direzione in senso rivoluzionario delle manifestazioni spontanae: problemi che il congresso aveva visto solo occasionalmente, attraverso una ·caccia alle deviazioni riformiste e specificamente turatiane che in effetti riabilitava in pieno il « né aderire né sabotare ». Ciò fu avvertito dall'Oberti e dal Repossi, il quale ultimo lamentò la mancanza di una « direttiva da dare alle Seziopi pro o contro là patria » e rifiutò in un primo momento di entrare a far parte della Direzione. Torinesi e milanesi superstiti agli arresti sono ancora in posizione di punta, dunque, in un congresso che è dominato dall'equivoco e che si chiude senza essersi sottratto all'accerchiamento dei riformisti. I quali, in sede di bilancio dei lavori, manifestarono una soddisfazione che solo al Turati - ormai inasprito nel suo rigorismo, ed esasperato dagli attacchi personali - parve « rassegnato ottimismo» (C. TREVÈS, Dopo il' Congresso; f. t.[urati], Il socialismo evaporato, in Critica sociale, 16-30 settembre 1918). Il congresso di Roma è l'ultima grande riunione socialista prima della pace ormai vicina: e la sua sterilità di indicazioni politiche all'esterno e all'interno del partito può bene essere intesa come il preludio al fallimento del PSI nel « dopoguerra rosso ».. Luigi Cortesi XLIV. Biblioteca Gino Bianco

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