Luigi Cortesi ... [et al.] - Il Psi e la Grande guerra

no » fu perseguito coerentemente tra il 1916 e il 1917 attraverso contatti del Turati con Camillo Corradini, capo del gabinetto di Or- . lando: e i pronunciamenti collaborazionistici dei leaders riformisti, particolarmente clamorosi nell'ultimo anno del conflitto sia sulla stampa che alla Camera, ne furono le manifestazioni palesi. Un motivo che i riformisti agitarono nelle prime settimane di guerra fu quello dell'assoluta inazione degli organi direttivi e dello sfacelo del partito: essi proponevano invece un « blocco » che si formasse attorno a :un « Comitato •di azione socialista » con compiti pratici articolati sul piano locale (C. TREVES, Il blocco del partito, _ in Critica sociale, 1-15 giugno 1915)_. Era, in effetti, un invito alla organizzazione della collaborazione civile, alla quale già aveva fatto preciso -e impegnativo riferimento il Turati nella sua dichiarazione del 20 maggio alla Camera («Nell'opera di Croce Rossa civile, nel senso il piu vasto del vocabolo, sul fronte e in tutto il Paese, gruppi, amministrazioni ed. individui socialisti ·si troveranno, he ho fede, nelle prime linee. Qui veramente la collaborazione di quanti si sentono italiani si eserciterà, anche dal canto nostro, piena e sincera »). Il discorso del Turati fu edito alla stregua di un documento ufficiale del partito; la Direzione, riunitasi il 17-18 giugno, espresse il suo pieno consenso con quanto v'era espresso e invitò i socialisti a formare essi stessi, nei Comuni dove erano maggioranza, Comitati di assistenza, e a partecipare a quelli costituiti da altre forze politche senza •rinunciare però alle « ragioni del Partitò >>. Quest' « opera di solidarietà umana» doveva insomma essere affrontata senza che venisse meno quella disciplina « che consentirà domani al Partito, chiusa la sanguinosa e tragica parentesi, di affrontare con forza e saldezza le nuove situazioni che la guerra avrà creato ». La forza dei riformisti 1 _nelleGiunte e nei Consigli locali fece s-fche l'opera di collaborazione non solo umanitaria e assistenziale promessa al governo si esplicasse in piena autonomia rispetto al controllo degli intransigenti· del partito. La parola d'ordine « né aderire né sabota;e » veniva cos-f ad essere violata nella pratica, o per meglio dire rivelava la sua ins-ensatezza, consistente nell'escludere a pari titolo sia ciò che poteva unicamente farsi in base ad un programma di lotta civile sia ciò che era inevitabile fare una volta posta la prima esclusione. Al Serrati, rigido custode dell'intransigenza neutralista, non rimase in questo primo periodo della guerra che condurre una polemica piu che altro implicita , contro le punte collaborazionistiche e gli allontanamenti dalla linea XIX BibliotecaGino Bianco

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