Luigi Cortesi ... [et al.] - Il Psi e la Grande guerra

preoccuparsi della minore o maggiore probabilità di riuscita di un simile moto ' » 66 • Non poco - ci sembra - dovettero influire su queste invocazioni serratiane le posizioni dei gruppi minoritari di estrema sinistra, come quello che andava raccogliendosi attorno ad A. Bordiga « il cui neutralismo era di ben altro stampo di quello della Direzione del Partito e si avvicinava piuttosto alla posizione leninista verso la guerra » 67 • Bordiga confermò le proprie posizioni soprattutto all'inizio di novembre, con una serie di articoli sia sull'Avanguardia che sull'Avanti!; ed è interessante notare come proprio uno dei capi d'accusa delle sue invettive - e cioè la posizione di rilassatezza del Gruppo Parlamentare Socialista e l'inefficacia della lotta parlamentare -- sarà sviluppato poi dal Serrati in alcuni editoriali sull'Avanti!. « Allorèhé i governi borghesi, qualunque sia stata la loro opera precedente alla guerra - ammoniva il socialista napoletano - assicurano di esservi trascinati loro malgrado, per la difesa dei supremi interessi nazionali, e domandano la :fiduciaunanime del Paese, primo coefficiente di successo,... allora il deputato socialista tentenna e si lascia travolgere dalla corrente dell'entusiasmo. Quando si ammette in nome del Socialismo una categoria di guerra, sarà sempre .facilissimo alla classe dominante, che sola ha gli elementi della situazione, prospettare la sua guerra come rientrante in quella categoria e strapparle l'adesione socialista chiamandone magari i leaders a partecipare al ministero per la difesa nazionale » 68 . / Il discorso, sopràttutto nella sua parte finale, non poteva non giungere come duro ammonimento alle orecchie di Turati. Ma al di là della critica - e qui apparivano le differenze con Serrati - Bordiga prospettava l'azione. « Pacifismo? », si chiedeva, « No. Noi siamo fautori della violenza. Siamo ammiratori della violenza cosciente di chi insorge èontro l'oppressione del piu forte, o della violenza anonima della massa che si rivolta per la libertà. Vogliamo lo sforzo che rompe le catene » 69 • Quando, finalmente, l'Avanti! stesso ·si decise ad aprire il dibattito sulla via concreta da seguire per evitare l'intervento, Bordiga in un articolo significativamente intitolato Verso l'avvenire non solo ribadf che ormai era « tempo per il Partito Socialista di tracciarsi una strada d'azione e seguir- -la senza pericolosi tentennamenti», ·ma volle ancora una volta ammonire che il compito da risolvere non consisteva tanto nella « ricerca della pietra filosofale e nell'analisi di problemi trascendenti, bensi (nella) esplicazione di un programma politico e reale sul quale dobbiamo concentrare le nostre sane energie. Il socialismo - concludeva - vede la fine degli attuali contrasti sociali n~lla crisi rivoluzionaria che travolgerà l'ordinamento borghe66 F. Paoloni, I sudekumizzati del socialismo, Roma, (1917), p. 180. · 67 R. De Felice, op. cit., p. 269. 68 A. Bordiga, Il fallimento del socialismo, in Avanguardia, 1° novembre 1914. 69 Id., Intervento, in Avanguardia, 16 novembre 1914. Le citazioni degli articoli di A. Bordiga sono tratte da Storia della sinistra comunista, cit. 105 BibliotecaG· ino·Bianco

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