Luigi Cortesi ... [et al.] - Il Psi e la Grande guerra

Ventuno, aveva finalmente stabiHto di svolgere un'inchiesta parlamentare sull'Azienda ferroviaria - apparivano piuttosto soddisfatti e fiduciosi perciò fra essi quando si verificò l'eccidio la tensione rivoluzionaria era quasi inesistente. Infatti malgrado le disposizioni del Sindacato, solo il 20 % dei ferrovieri si astenne dal lavoro. Il traffico prosegui quasi normalmente in tutt'Italia eccetto l'Emilia e Romagna, le Marche e l'Umbria. Anche nei giorni successivi l'adesione non fu maggiore, sia per il timore di punizioni disciplinari, sia perché l'ordine di scioperare giunse quasi ovunque in ritardo 87 • Malgrado lo sciop~ro avesse raggiunto una notevole estensione e intensità e proseguisse in tutta Italia, i sindacalisti cominciarono, allora, a darne una valutazione limitativa. All'agitazione era venuta meno l'adesione dei ferrovieri; la forza pubblica e l'esercito avevano nella maggioranza dei luoghi contenuto i disordini; soprattutto era mancata qualsiasi organizzazione tra i gruppi sovversivi. Un fatto grave inoltre si era verificato: le forze di destra si stavano organizzando e inscenavano controdimostrazioni. Le autorità ovunque stavano procedendo ad arresti. Significativi di questa revisione critica degli avvenimenti furono gli interventi di Amilcare De Ambris, Pulvio Zocchi ed Ercole, nel comizio tenuto il 10 pomeriggio a Milano. Il De Ambris pur esaltando la rivoluzione, imperniò il suo 'discorso sull'antimilitarismo. Sostenne che l'incidente di Ancona stava a dimostrare « che il puntello del trono è basato sui figli del lavoro in divisa da soldato [ ... ] ed allora se è cosi [ ... ] prepariamo le nostre energie contro questo strumento mostruoso, e facciamo che i soldati di do.mani non siano degli assassini, ma i compagni di Masetti e Moroni » 88 • Ercole disse che era « stupido credere di affrontare le carabine con i sassi »; che Malatesta stesso ad Ancona gli aveva detto prima di partire che lo sciopero non era che « una vigilia d'armi», un « movimento di preparazione». Pulvio Zocchi, il piu acceso degli agitatori sindacalisti, notando che « la rivolu~ zione non si prevede ma è un fatto ·storico che varca la volontà dei gruppi e dei partiti» affermò: « Se ·vogliamo oggi la rivoluzione diciamo pure che non siamo pronti e maturi, però non si aggiunga che il proletariato è incapace di atti eroici [ ... ] ». A suo parere era chiaro che non esistevano i «manipoli» adatti a guidare il movimento insurrezionale, e concludeva: « Ciò che ora deve preoccupare non è né la durata dello sciopero né le vittime, ma la preparazione a migliori eventi, quando le braccia potranno servire non solo a creare la ricchezza ma a distruggere [ ... ] » 89 • 81 Secondo .il rapporto della Direzione generale di P.S. allo sciopero parteciparono solo 19.000 ferrovieri di cui a Firenze 5.100; Bologna 4.000; Ancona 1.500; Venezia 2.600; Genova 2.700; Napoli 1.700; Roma 700. A.C.S., Ministero dell'Interno, cit., D-2, busta 3, fase. 242, sottofasc. Aff. Gen., rapporto 25 settembre 1915. 66 8 8 Corriere della Sera, 11 giugno 1914. 89 Ibidem. BibliotecaGino Bianco

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