Gaetano Salvemini - Dal Patto di Londra alla Pace di Roma

1 \ , I ·- 13 - Serbia abb~ndoni all'Italia, nell'Istria, quel tanto di slo• veni e di croati' che bisognerà includere· nel nuovo nostro confine militare. 1-\lcuni, che la pretendono a furbi, dicono: <~ Lo sappiamo che la Dalmazia non è etnicamente italiana e che sarebbe per noi un acquisto oneroso assai; ma occorre pretender molto per .acchiappar qualcosa; vietando alla Serbia la Dalmazia, possiamo mercanteggiare il nostro consenso, e ottenere in cambio mano libera in Istria e a Vallon~.: perciò è bene che i nazionalisti insaniscano per la I)almazia italiana >>. Ma in~ece di fare i furbi, no.n sarebbe più da furbi . · parlare chiaramente? Meglio che suscitare questioni con la Serbia e con gli alleati della Serbia, per avere poi ' . la soddisfazione di far la pace. non converrebbe intenderci fin da· principio, s~nza s9ttintesi usurari, con trattative dirette e leali? Sarebbe bene, nel trattare il problema dalmata, aver presenti gl' insegnamenti, che ci ha lasciati a queste proposito Niccolò T 01nn1aseo, che meglio di ogni altro ha conosciute le_·condizio~i etniche, linguistichè, religiose, n1orali clellelr'egioni bagnate dall'Adriatico orien.:. tale. 1 (( Gli slavi - scriveva Egli nel 185 I - non intendono gli italiani; e questi nell'orgoglio delle loro me·- , 11ioriestra'l1ecchie, disprezzano stolidamente quelli; Ma i popoli disprezzati hanno le chiavi del mondo avvenire. Bisogna intendersi per· necessità e per lucro, eh.i non sa per virtù e per atl'ore to L'angusto e infelice paese 1 di Dalmazia dalla mis~ioné del sangue latino e dai lun, ghi commerci dì affetto e di studio con l'Italia è creato , I . \ Bibl,vldca Gino Bianco - I

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