Francesco Saverio Merlino - Socialismo o monopolismo?

140 FALLACIE DEGLI ECONOMISTI ]e dà forma, moto, calore, forza, ma la valanga non si sarebbe formata senza quelle prime macerie, che dap• · principio movandosi così lentamente, ora, grazie all'in1• pulso sapiente e perseverante dell'uomo, ha acquistato tanta velocità. « Il lavoro è l'unico fattore della proprietà », ciò é inesatto: ma a questa formola che seduce ma non convince, che. rasenta la verità ma non l'abbraccia, surrogate l'altra: « il lavoro è l'unico usuario della proprietà » , e sarete nel vero. L' uomo non ha il dritto d'occupare la terra che a titolo di lavoro : la sua occupazione dev'essere limitata ne' confini dallo stesso scopo designati. Tutto ciò che esce da questi confini e infrazione della legge economica, e lesione del diritto altrui, e volere o non volere deve scomparire ad un dato punto dell' evoluzione sociale. Il lavoro non deve produrre a pro del 1 a voratore (e chi sosterrà che esso debba pr~èurre a pro d'altri ?) èhe ùn effetto solo ed immediato : la soddisfazione de' bisogni del lavoratore. Conseguito un tale scopo, il lavoratore non ha dritto di domandar altro. Se conternporaneamente il lavoro torni ad incremento .della produttività della cosa, vale a dire se in rimaneggiare la materia il lavoro la renda più suscettiva di nuove produzioni, più adatta, un tale vantaggio è un legato che il lavoro passato beneficiato a sua volta dal _lavoro antecedente, lascia al lavoro avvenire in compenso degli sfruttamenti che anche gli lascia. Il lavoro passato, incorporandosi con l' utilità riposta de' beni naturali, non è più capace di rimunerazione, ma passa esso ~tesso allo stato di utilità uni versale e gratuita. Il presente, erede legittimo del passato, lascia erede l' avvenire: tal'è la legge della solidarietà della coltura. Le due teorie opposte, sopra confutate, presuppongo~o entrambe che il lavoro produca più ·di quanto occorre BibliotecaGino Bianco

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