F.S. Merlino - Questa è l'Italia

F. S. MERLINO affaristi piu o meno avventurieri e sporchi, che formarono il grosso degli associati al banditismo nero 3 • Questo provvedimento, come la fabbricazione di assegni, sempre meno rapida della loro spesa, poiché la carta cambia sempre titolo, i prestiti forzati e la creazione del gran libro - nuovo Doomsdaybook - del reddito pubblico nel 1793, gettarono le fondamenta del dominio della borghesia. L'Italia, giunta ultima in questa carriera, ha tratto profitto dagli esempi lasciatile dalle due nazioni sue debitrici e, sommando gli espedienti dell'una a quelli dell'altra, ha precipitato la soluzione del problema. Gli ultimi trent'anni ( 1860- 1890) sono bastati per maturare i destini della borghesia italiana, d'altronde già preparati dagli avvenimenti anteriori. l1 1860 è figlio del 1 799 4 • Si ricordi il proclama ]andato dal Bonaparte al suo esercito d'Italia quando vi giunse il 27 marzo 1796. « Soldati, siete malnutriti e quasi nudi. Il governo vi deve molto, ma non può nulla per voi. La vostra sopportazione, il vostro coraggio vi fanno onore, ma non vi procurano né vantaggi né gloria. Io voglio portarvi nelle più fertili pianure del mondo: là troverete grandi città, ricche provincie; là troverete onore, gloria e ricchezza » 5 • Queste sinistre promesse ebbero piena esecuzione. Al ndrd e al sud, la conquista francese, o meglio, la conquista fatta in nome della nazione francese procedette nei modi propri di ogni impresa militare: città incendiate, o rase 4.,. 3. DE MouNARI, Evoluzione politica e rivoluzione, p. 278, nota. 4. Va notato che in Italia anche la feudalità aveva incominciato a decadere ben prima del 1799. Su questo i pareri degli scrittori sono unanimi. M. Santamaria (La feudalità ai umpi dei Viceré di Spagna, Napoli, 1885) afferma che tale d~cadenza era già molto progredita al tempo dei Viceré spagnoli e porta come cause principali di essa, l'accresciuta potenza della monarchia, l'aumento dei patrimoni demaniali e l'aumento della borghesia. 11 Bianchini (Storia delle Finanze del Regno di Napoli, Napoli, 1834, e altre opere) dimostra come i re, dopo il 1734, avessero :-idotto il potere dei feudatari quasi al livello dei comuni cittadini, togliendo loro i diritti usurpati o mal concessi, sottomettendoli ai giudizi penali e restituendo ai cittadini i diritti di fabbricare mulini, di libera vendita ddle derrate, su cui i baroni avevano un tempo diritto di prelazione, e finalmente accordando ai domini feudali facoltà di riscattarsi. V. anche G. M. . / ARR1cH1, Saggio storico per servire di spiegazione alle rivoluzioni. 5. Opere leturarie di Napoleone Bonaparte, pubblicate da Tancredi Marte!, III,_ p. 83. Agli Italiani, dopo l'armistizio di Cherasco, lo stesso conquistatore rivolse quest'altro proclama: « Italiani, i 'esercito francese viene a spezzare le vostre catene ... Correte ad incontrarlo; la proprietà, le tradizioni, Ia religione saranno rispettate. Noi condurremo la guerra da nemici generosi e soltanto contro i tiranni che vi tengono in schiavitu ». Dov'era la verità, nel proclama rivolto alle truppe, o in quello rivolto ai popoli? La risposta non è dubbia. Biblioteca Gino Bianco

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