nts fuoco. Stanchi pel fallo cammino,molli, sbarazzalo il terreno dalla neve che Io copriva, cforicavansi senza prendere cibo, nè pensavano ptocurarsi legna per riscaldarsi. Ed in vero, quantunque fosse da"non imitarsi l' apatia e lo scoraggiamento di taluni, pure tale era la fatica ondeprocurarsi legna, acqua, il necessario, insomma, per ristorarsi, che non si sapeva se era preferibile il dover restare quasi tutta la notte occupati nell' accender fuochi, nel far bollire un magro pezzo di carne salata, ovvero darsi al sonno. Era un contrasto terribile. Durante questa ritirata, I' avvilimenlonei soldaU era più palese che mai. Gli Ufficiali stessi non celavano il loro malumore, e vedevasi in tut- · ti poca speranza nell' avvenire. Del nemico più nulla sapevasi, ed era un continuo dimandarsi qual fosse la nostra destinazione. I pochi Giornali che ci veniva fatto di leggere di tratto in tratto nei Paesi dai quali noi passavamo, poco o nulla dicevano; solo sapevasi che Parigi teneva ferm_.o...... le altre notizie o CQntradilorieo, di niuna importanza. Al termine di otto o dieci giorni finalmente ·sapemmo es.ser noi direlli per Yvre l' Evreque, punto da cui ebber capo le nostre operazioni, e del quale il cortese lettore non si sarà dimenticalo. - Giunti colà, prendemmoposizione sopra una delle circostanti alture le quali, a guisa di
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