Memorie del volontario italiano Giambattista Bolis lughese nell'esercito francese ...

n4 detto a lode del vero) ogni mezzoonde calmare i soldati. Svenluratamenlepochi erano gli ascoltati. Riprendo ora l'interrotta narrazione. Il giorno volgeva all'occaso, e, come spesso avviene nella stagione invernale, la neve caduta impediva ai nostri cariaggi di seguirci speditamentenella ritirala, siccbè molti di essi caddero in mano del nemico che già entrava nel Paese da noi teslè abbandonalo.Rari colpi di cannone,fecersi ancora udire senza che a noi recassero grave danno, quindi tutto rientrò nel silenzio. La nostra marcia di ritirala fu quindi ripresa sollecilamente,e di qui può dirsi ebber principio le nostre sofferenze, fino al termino di questa sventurata campagna. I Prussiani dunque resi padroni del paese summenzionaton, on sembrava volesseroinseguirci. Da questo punto noi camminammoper ben undici giorni senza quasi arrestarci, che per prendere riposo di qualche ora per giorno. Le campagne erano ingombre da molla neve, quindi il lettore potrà di leggieri comprendere quanto soffrimmo nell' accamparci che facevamo onde pernottare. Difatti era veramente terribile dopo aver fallo 40 ed anche 45 ChilQmetriper giorno in terreno bagnalo, con nutrimentodei più meschini, l' arrestarsi di notte in mezzo ad un campo, assiderali dal freddo, senza poter procurarsi un pronto ristoro, od almenorifocillarsicon

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