47 Mi è grato descrivendo questo fatto d' armi, rendere giusto elogio al valore, ed a!I'€nergia del Generale che ci comandava. Egli,· sguaìnata la spada, minacciava coloro lulli i quali prontamente rion l' obbedivano, e per tal guisa pochi furono quelli che fuggissero al comune pericolo senza tentare difendersi. Prese pertanto d' assalto alcune abitazioni,ed uccisi, o falli prigionieri i Prussiani cbe in esse stavano racchiusi, ci mettemmoa far fuoco a nostra volta sovr' essi. La lolla fu terribile e micidiale, giacchè nell' assalire le case occupale dal nemico, questi ci ·accoglievacon compatte scariche di moschetteriache sempre mortalmentecolpivano i primi assalitori, quindi tentava farsi un passo coli' arma bianca con impeto di vera disperazione. Pochi erano però quelli che. ne sortivano, poichè ci trovavamo spesso superiori di numero, ed era quindi naturale dovessero per la maggior parte arrendersi. Sembrerà forse strano al Lettore che i Prussiani si azzardassero in simile impresa essendo ìn minoranzadi forze. A meglio chiarire questi falli d' armi, dirò quanto siegue. Il nemico certamente calcolava che trovandoci noi in ritirala,. fossero bastate poche cenlinaja d' uomini ad obbligarcio ad arrenderci, o a porci in completadirotta, ma così non fu: e forse con sua grande meraviglii:l.Osserveròancora co-
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