O.C. Grossi - La legione Bertet in Grecia

O. C. &ROSSI LA LEGIONE BERTET IN GRECIA APPUNTI E CONSIDERAZIONI ROMA usa Tipografica Editrice E. PERINO Via del Lavatore, N. 88 !89 7·

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LA LEGIONE BERTET IN GRECIA

CotONNELLO E'\RICO BERTET.

O. C. GR OSS l LA LEGIONE BERTET IN GRECIA APPUNTI E CONSIDERAZIONI ROMA Cas.1 T ipo;;rafica Edi trice E. PERI~O f'i,t dd Lawlur( , .\'. SS Il' )i.

A Il' on . conte ANNIBALE L ucERNARI lln}'Jif't~ "lttanie de, ( otl,.gio ti'llvraie di PoJtll~no alfa Camert~ eletti( •l dtl P· rla•litl to .i\~a ~i-mnle On. conte ed amico, In politica siamo 'igli antir,odi. Pure ho voluto dedicare a Voi questo mio scritto perche esso sia letto senza diffi. denza e preconcetti. Io ho fatto parte di quella legione di volontari tanto maltrattata e calunniata per opera di persone che avrebbero dovuto adempiere con più accuratezza al loro ufficio di giornalisti. Il vostro nome - sotto la cui egida m~tto il mio opuscolo - • dica al pubblico, che ignora tante cose, che la Legione Bertet era composta di gente educata alla scuola severa ove s' insegna che la coscienza del dovere compiuto, e sufficiente guiderrlone alle fatiche durate ed ai disinganni a cm vanno incontro coloro che combattono per l' idea. Vi abbraccio di ct•ore. Aff:mo O. C. GROSSf.

Ilo qui sul twolo. mentre •crivo. tutti · i num•ri di quei giornali italiani - e son parerchi - che pubblicarono notir.ie sulla Legio•1e Pm-G.Pcirt comandala rlal col,.mncllo Enrico 13ert~:l. Ilo avu'o la forza d1 lc.•ge•··· enn !1 ma•<ima c;lima tutto ciò ehe si è >tamp.lto ~~~ qn Pila lcgionc ed ho consta t~to con piacere ed Ol"!foglio che i di•·rrsi or,(ani rispecchi~nti - alm(·nn ~ssi lo credono - 11 pnbhli<·a opinione, l!lCtlt•·c si at·caJ.>i~liano giornaltnt•nte per ccn><'rvarsi la sonante henevolcr z.1 dt un presidente del C·mstglio o pèt" ac•'•'P •rr·arsi qn·•lh <li un tu turo capo di t;ovJrno, vann 1 mir.thil•nc:~te d'acc·ll"flo q.Jutlo si tr.1lla di denigrare il nnme italiano al cospe:to dci clllatl"ni delle altre nazioni. t\lercè il nohtle aro,lolato di qtiP,ta specie di giorn; li e giorn;Jiisti, la Le,:i.mc B ·rt..t ha aeq•Ji<tata una t•·,ste et·!t·h< ità. - •:s,a non era cltc un'acc07.1.aglta eli banditi, di laJri e d• tacinoro>i COiuardata da un atnhi :h>S' il quale, senza rltrc d •ti che la cu••itli.;i.l c la v.1111l:i. si n Cal':l in Grt<cia, durante la gutrr,\ cout1o la Tn·,.hi.l, sol<> ;~cr sacdll'~g"i.lrc villag-gi e b •r,.:a tc; devastare cam·Ja!(•lc c ~~·ttare l, sc•Hllpi~lio c•l il terrore Il< Ila p.1r.•rìe:1 ropotar.ion" <'ll"·li a. Ahh~ndon w lo palri .1 e famigt.a, andando in<"ontro ;1llè pt"iva'i'1 ,; ,. fat1chc e f<JrB'tuwoallaiiiO l<', i !,·~ionari rli Jl,•rfet non obhedimn 1 ali i ,pnl,;o di niun sentimento nobilL'. :\è li spronava il pl'n-i.•ro dd a conqllista di u n

-10irlcale nJtissimo. Canaglia dc~ la p ·:;:ir:re 'P •cic, q11 i (ìllO \fil nnlari altro non sognavano chu raprne do•lrllurHl' cd orv;,. l'<IIIJllioo-e. Ebbene, sia permesso a mc <·ile r.,ci pal'lc di q u·lla IE•I(ionc il drre poche cose. P.-emctlo C"hc non intPndo d:n·p nIla mia narrazione il carallerP di giustifìC"azi1nP Il nostro op<'rato fu lo~.tle, umanitario, onesto: e so lo alcuni re t ili poterono per parti,ianerra, malafede ed altro, concPpire c lanciare la calunnia ortiosa che ci arldoiorò mollis<imo, e vero, pel travi!'arnenlo dl·r fatti, nm non ci toccò menomamentt>, ta1to erav.1mo c siamo al di sopra del fango in cui vive, pullula, gotle c si molliphca !.1 genia dci vigliacchi e dei mentilori. Non sembri violento il mio lingu~ggio. Io vorrei che, al dire del !orte poeta bolognese .... la mia penna fo$->e un ferro rovente per bollare tra gli ne ·h i la co' enna ed tmpl'imere la slimmata dd tr.1drtore sulla fron le di coloro che addentarono tante r iputazi0111 e pr<'sent.lrono l'Ome m;tl l'altori ~hi mollo più di essi è one;lo c valoro,o. Chi, come llle, ha so!Terto il martil'io per trenlacrnlJUC ·giorni e malgrado la fede perduta, l'entusiasmo sva~Jito, le speranze crollale, rtllldse {ermo al po;to assegnato1gli dal dovere: chi vide da ,.H:il!o la vigltacclteria e la malafede g~eca e non si rt bt'llò ; chi dnpo ~ssere stato aggredtto alle spalle, inerm~, d:t coloro dei q r.lii st era fallo d.fensore, udr innanzi arl una foss.l sol•lana snvala in ti,·a al mare tranquillo, parole di pcrd:.HlO p~r ti lHrbat·o assassino ; chi ha operato c visto lutto cio, ha rl dritto inconlt•slab le di ribellarsi e di respingcéc con tutte le sue forze, con lùlli i mezzi di cui può disporre, le insiuuazioni intese a deuigr.ln. l'opera sua e dei suoi compagni. Però h passione non farà velo ai miei occhi. S •rò un confutatore sereno, non un accusalot·e! So1 volessi 1nvcst•rmi di questa qualita, più di una foglia si staccherebbe dalle corone inteso.ule intorno alle fronti di certi trionfatori . O generosi caduti di Domochos, voi cht- finiste da forli e che dei veri forli aveste la grande virtù, la modestia, esul tate che premio del vostro eroismo f1.1rono l'alata strofe del poeta, l'::uumirazi ·ne dci ga-

- I l - gliadi ed il comp antu gentile <kllc donne cl' li alia! E tacete, ta cete pPr cari lù di patr ia c restat" imm•J' i l h' 1<. tombe pn coci , quando udretc la foc 1le rellorica la •i na 11 n;.:niOcare Yi1·tù che mai non esisterono. gesta che mai lu rano comp1ute ! * * * Una delle accuse, la prima se non la p rincipale, mossa alla Legione comandata da Bertet• fu quella dell'intrusione. DuP gior nalisll, il Polastri nel .':ieco!o ed il R •JSSI nel OoNieJ·e della Sem t acciaron<' proprio con l'eril!'lo di J:XTRLSJ i seicento volon ta ri alloggiali ad Atene nella l • Caserma d a1·tigliPria, limitrofa a quella che actaglieva la legione del generale Hieciotli Gao ibaldi. Mai accusa fu più barocca ed ingiusta . lhuorca, perché non potevano assolutamente chiamarsi intrusi coloro che si recavano in Grecia a lOmbal tere per la oi1·cndiraz one dc dritti dd popolo ellen ico: ingiusta. pcr~hè 1,, l egion~ Berlet era stata forma la in Italia dietro con~iglio cd asscnfo ciel ministro della ~ ucrra grec.:~ , sig. Metaxas. Il colonnello Enrico 1 ertPt, inf, t!li , concepiva, sino d oll 'epota in cui lo sbarco dd colonnello Vassos a C•tndia fareva orevcctere la guerra tra la G··ecia e la Turchia. il d .sc;;no d i condurre di froute al Turco una k gione itnhana che. in quc;La bste fine di secolo in cui par spento ogni nobile ideale, rinnovasse le ges ta magnanime e generose d i coloro che seppero ldtdl'c p<'l' più d i mf'zzo secolo cnnt t·o gl i ouprcssor i c cos• ituiro!IO a N.tzione indipf'ndente l'Italia nos tra. Forse la me•t tc ~n tusiasta , di Enrico Bertet sognava qualco~a di pi ù grande, di più udionl'ntoso, di pt tl nobilt>. Il Tut·co doveva essere sc,Jct' i tlro d.tlf.t eia ssi.·a terra de l! Ellade col concorso di colot·o c:he lotl•tri ' •~ soiTr .no assorti nt'l lusinr;hiero miraggio di una soci. là otw>Ll l•..l>,,ta s 'li principio della fratellanza c de: la1·oro. Forse egl i sog.1ava di condurre i suoi l<'gionari agh unlichi confini della terra che de tte civiltà al mondo i11tero c c~ngcda o li dicendo : L"indipendenza della Grccoa era un'idea, c l' idei ha t rionfato . Così tr ion fe rà l'odca nost ra umanitaria: l'Idea Sociale ! Per concretare il suo progdto, il 12 marzo '07, il colooncllo Borte t partiva da Brindisi per Atene o1·c giungeva il 16 dello

-12stesso mese e dove intavolò sub~lo lrall:llivc con il ministro della guerra che in quell 'epoca era il sig. Mc. axas. A questi, il Herlet espose u11 suo progetto di cooperazione nella guerra greco-turca consistent" nelle seguenti linee generali : a) Formare un corpo di legion,ui itaPani di quattromila uomini almeno. b) Scegliere Corfù come luogo di concentrazione dei volontari che a cura di '!!4· comitali già co;tiluiti in Italia sarebbero inviat i in Gt·ecia. c) Formata la legione, sbarcare in tm porto dell'Albania da cui fosse pos;;ibilc, con rap de marce ~nlrare nt>ll'l':piro dalla parte del nord ed avere per obbiettivo la capitale naturale dcll'Epiro, Jann ina. d) tenere immobilizzale le forze turche con una continua guerr iglia per dar agio al corpo di opt>razione regolare ~r<·co d i at•anzare dal sud al nord, dalla parte d Pn!ves l e di Arta. Il Min siro nella guPrra Pllenico sottopose immedtatamente ai suoi coll<•ghi di gahint·lto il progetto d •l colo·nJello B..rtet: ma il coe~sigl • o cl ••i mini,tri es3minatolo d Lta;li.ll'l.lltentP reputò che l'opera del BPrlet sarPbbe stata più util.: in l\lacedonia e gli fece chic<kre perciò se fosse dispo~lo ad entrare in azione in quel t erri torio. li colon..cllo Berle!, al ministro l\1Plaxas che gli partecipava il deliberalo e la dom.m-ia del gab •nelto, rispos" ehe pgli si era r~cato in Grecia per co 11bnllere P giacrh~ il governo r<'put1va più utile la sua azione in ~. ar cdonia, acct:!llava senza difficollà il cambtanoenlo della base di opèrazione e ri nunziava al suo progetto nell'J<:piro, rf'gione in cui - al dire del ministro - non si Sl' nliva il b;sogno di un corpo irregolare, giacche tutto era colà approntalo per una immPdiata azione. Fu conven uto allora che, invere che a Cor!ù, la lrgione saIebhc stata formata a Calchis e di là entrata in l\lacejonia, cl~'lla cui popola7ione non si metteva in dubbio la sollevazione tontro il tUI'CO. 'f.tle pt·ogPlto arlnllalo dal Her let c dal M~taxas, do,·eva ri cevei e, per esser roncrctato e mandato ad cfTet tc·, oltre cile l'approvazione del cons glio dei mintstri, qu• Ila dt un potere più alto. La pnma venne la sera ste;sa e fu vol..! la all'un.tnitn ità :

- 13 - l'altro potere non approvò. Allora il signor Metaxas e qualrhe altro ministro inv,tarono il colonnello B~rtet a ritornare in Italia e procedere all'arruolamento, in modo di aver sottomano un corpo di volo11tari - quasi duemila - pronto a pa lire per la Grecia non app~na fossero dichiarale aperte le osti ità cnn la Turchia. 11 nunislro l\Ietaxrls accettava poi le seguenti condi ioni poste dal llertet per l'equipaggiamento ed il vitto dei volontari: Equipaggiamento di ciascuno volontario. Berretto l'O>SO filettato di ,.r,·de Camicia. ro!:'sa Pantalone grigio 2 Due paia di scOI'pe l )fante li in a. con cappuccio l Cravatta di lana 2 Camicie di tela 2 Mutande. l Cope1·t.' da campo 1 Ta.<capane 1 Borraccia l Fucile r;rll .; 2 Giberne l Cintu!'ino l Sciabola baionetta Per gli ufficiali . Oltre gli oggetti rli vestiario suddetti : l Re1•olve1· con fonòina l Sciabola l f'iLturino Quadrupedi e carriaggio. Al colonnello, a~li utlìciali superiot·i, agli ait1tanti maggiori ed ai medici nn cavallo pel' ciascuno. Un carro d'ambulanza con tutti gli accessod. Il vitto dei volontari italiani Sa!'il del tutto simile a quello dei soldati dell'esercito weco equivalente a L. 0,30 per la ratiolle di pane e L. 0.40 per Ja carne e legumi. • Pe1ò, l' italiano avendo bisogno di nn dbo più abbondante e sopra tutto pil1 so~tanzioso, • la paga g iorualiera da col'l'isponde:si ai volontari sarà di L. 0,50 in luogo di quella di L. 0.15 stabilita pei soldati g•·eei.

-I l Approrlate lf' trattative, il Bcrtet faceva r itorno a Homa il ~9 marzo c rcnth- \'<t conto dd suo operato alla Federazione socialisl.l con una parlicol.lre~gi.lta c dcttar;li.tta rPialione. Il lavoro <li pr. pnr.•zione fu subito iniziato c molti giornali por tarono n cono>ct•nza del puhb1ico che in seguito a trattative cors·• col Gahint Ilo !'rt co, il colonr.cllo F.~rico Bertet avrebbe prc'o noi'\ di tuili quri g- iovani che intendevano recarsi in GreCia pPr pnr·lccipar·c alla ~uerra contro la T •rrchia. f'urrmo costituili comitali ncl:c principali cillà d 'Italia e ben presto le adesioni r<ll(~iunsl'ro la cìfr.1 rti duemila e più. Ai prnu i tli aprib, il Bnrtel scriveva al )'!etaxas per informarlo che il la'' '"'" <lt or;pniaa7.innc rr,\ quasi compiuto ed il miruslru in dala ,1 l W aprile ri •pr>n•lc\"a : l dl'tt:t ;li ('t Ili li IL<' ti m, fitTa i vnsLr 1 pn·tHlr.ltiv i 111i h.wno colmato d1 gif):n 1,ulto r.• l'l C l 1 d le l \ '"11'1'1'.\ l'l im•vit:\IJIIt• , s cio'l l': ì\\'\'N('l'l, la Grecia ~t·rf tlf•rit f' ·Il l't.• f • Il l ( J•l icb:J CtliiC~)r:<O tlt·l( \" l ·e \".tltr<~,.C C110rt! . \" ~l iatf' Pr;HIItt', , l ' c 1 1 1 Il '• ins1cru, ni rin.:-ri.ziam uti d{"lll :'J:\l.ione di eu iu 111i f.wr rt iu~ q•r • l';~s inu 11.i•mc tlell.t mia Cl'llsid t.,lL.Ì•IIlC- Firmato Jf. C. .llcltr.<q,,, (l ) li 13 aprile Dt•rlct Hcgrafo~.va al Ministro •Iella guerra in Atene: La LoJ.!iune è 01 ;anii.Znt:t - 20UO unmini :;:.•m fil" m ti a r,u·tit·u - Bt·rlt l . Il l i npr;l,! •' rr 1i1·,1 al B •rtcl il ~e,;• 1 cntc l l" 3p.lccio : S.tn t.(' n\' i' 1 r l.t J• r ·n.. :t. L') ' Jlcs • •li tr.ht•••rt 1 ~.u-.ut no a c.u·j.~ J rl l Gu\' ~~·uu ~~ · 1, :• 1 s .ti lo il nuhggln 1l••i pirv.,c.dì ilali<Uti? l u fJII:l.l p·n·to ('ffrU.nf'l·t·tr l'imhar('n ? M t·tru·(ls. Il giorno l !l mentre il Bcrlet era in laboriose trattative con alcuni :mnatori per il n~lcg.;io dei pit·oscarì occorrenti al tru- ~porto della legronc, il Metax;u gli telegrafò: Potete 1·enire. Debbo invinrri pit·oscafi greci ed in qual porto ? - M. ta:r<r•. ( 1) Traduriamo letl<>l'illmente 1 tel··~r.tmmi e le l<•ltere •cambiate tt·a le autorit~ greche c<l il colonnello Bertet. - l lettoro i t·o veo·•tulo iu llppendice la ~ttmpa dei documenti nel loro tPc::to o•·i1!'ina.le.

J\ J IJ'I ~ I (t' l<'f!'ITI II IHI o, J1 •rtt•( ri ,;pose fu\· :1t 1111 1 iru"l'ilr' ;~ H ·1 ini ; nau a Ci vi ta.v~~cchii\ : unr) a TPrmini Ime· rese }JI"C'~so Palf' rmo Ht•rt<'t. Il 2~ nn ile giu n<•' eia i\ IPne nl Bcr tet il seguente cl ispace'o: Piro,.;.('arr, 1//,amn ~iu n [!t·r;\ dom:1tt.iua a Ri rnini Pirosc:1fo Samo...· to.. cherà Civit..'\\'l'rch!a lnnrdì m 1tt ina. ( \'.,lont. u i di Rimini dr1r ranuo ess~ 1 · pl'fi\'Visti di viveri pel' quattro g iorni. - Quelli che imbarche-ranno <mi ,-.',amo'.J per cin· quo g iorni. - .Mt>tQ..ca-(. D.t <l ""sli trlc~ra111 ni . gi uol ir;hi il lettore quanta r agione a · vessero i ~i ;mo r i l\o,,i c p,Jast ri di qul lifica re come • int rusi • in Grecia, l (Oionnello Berl\•t ed i suoi legionari . . * • l divrr,;i comita li J>,·o G rria avevano ricevu to avviso di ten~r pr<~ r l t i ,·olo11 Lari f! i:t r(' hP la partr rza poteva avvera rsi da un nt nll oPIIIn all ',tl tro. l jJ!tchi c'te aiala vnno Bertet nel lavoro di or·;:anil.t.at.'otw lt•ne,·an• t t pi11 .t ssoluto segreto sulle operazioni ciH' ntn 'l mnno and:tv.t n•i compiendo cd avevano già pre· pa rati i tt"l ,•c:ratnmi COII\·ent. ionali da sped irsi a i comi tali. Quei , ,. < ·t~-r.u nu ti rrd.tlti i 1 v.trio srnso e firmali con va rii nnmi pot l l\.:'lo nel [p,to nu.t ci l"ra indicante il giorno dcll' ap · prodo <i<' l ptrosea lil :.ci l uo~ lti stab liti per l'imbarco. -li giorno 22 ap t• tlo>, :op t•ollei ri <oeYul<J il di,p.>ccio d~l sig. ~Ielaxas, il colnnne•l•· Det l• t orrl nò l' i •vio rl • i telegrammi a qu~i comitati che ctovevan0 m:tnrl .tre i voloq fa ·i s 1ll.t costa dell'Adriatico.- Conlempnrano•am , ,, te parl i n p • R•mini il signor Milano d'Aragona con l'tncarico d i co'lcen t r:t re i volontari in un punto della spiaggia In. llimini e t fo nron~ in mo i o da .eludere la vigi lanza drll'nn lot ilà di P. S 0 1p<l av<>r imbarr.ato il primo scaglione suii'A/brtllir< 11rdinare al comandwle eli toccare Ancona e poscia C1slel larnn, are A lrialico, punt i di riunione stabiliti per i volontari march gu ni ed abbruzzesi, per il colonnello Berlet ed una pa•·te d"l ~io stato mag!(iore . CnmpiutP queste operazioni, l'Aibanict avrebbe ~allo rotta pel Ptrco.

- lfò - I telegrammi furono spediti malgraù J in)!cnerassero sospclli n('lle autor la della Capilall'. Quel giorno - il 22 aprile - r Acciar i t o at te ntai a al la 1·ita del Sovrano. !::>1 volle vedere un nesso tra qut>sto fatto ripro · vevole e r!·•vio simultaneo dell'otta ntina d i telegrammi convocan ti i volont~.i. Il direllore dei klep-rafì ordinò la sospensione della trasmis:ione lelrgrafìca ed acconsenti a revocare l'ordine solo quando chi scrive, ricl11esto di sp1egaz1oni. glie ne ~bbe ammannita una che lo accontent ò. Ma - pur troppo! - l'imbarco dPiio scagìione di volontari sulla costa adriatica, falli per parecchie c2 use. !l mare grosso. dapprima, impedl tanto all"Alb!lnia di avvicinar~i al." · ~rra che al le barche noleggiate appositament e. d i usc1re al i.J.· · ~o cd ..,,.:oslarsi al piroscafo. - Settecento volontan sl(ltero Jll più ore esposti alla pio~gia attendendo il momento propizio per i111bar· cars1, sino a che la polizia inter venne intimando loro lo scioglim~nto ed il ri111pnlrio. llall"allro canto il comandante dell'Albania. spa,·entato da quel primo inatteso incidente, lasciò precipitosamente il porto di n.nnini e se ne ritornò a lutto vapore al l' ireo senza toccare gl i alt ri due punti della costa indica tigli. - Un solo volontar io parli con quel piroscafo, il Signorell i di Gioia del Colle, un giovanotto che durame tutta la campagna dette prova di un sangue freddo eccezionale e di una calma a!11fllirevole. Nella legione lo soprannominarono il filosofo. La sera del 2:3, mentre credeva eiTP!Iuato fe licemente l'imba rco ddlo ~cag!ione cOJKen!Jalo a Himini, i1 Blrtet ncevptfe un telegramma del signor d'A ragona, col quale lo s i chiamava ad Ancona. Parti irnmt:diatanu.> oll<• da ndoci convl'gno a Castel · lummare Adriatiro per le ore 18 del giorno seguente. Ignar i di quanto era accadulo a Hi mini, il ::!1- aprile giungevano alla spitciCil:. ta a Cast ella n 111a1 e Ad lialico i volontari abbruzzesi. E>si, come gl i addetti allo Stato Maggiore della Legione partiti da Roma per imbarcar~i con 11 loro capo, attendevano l'A lbnnia, che, gi us ta le d ispos1zioni e gl i ordini imp.Jrtiti, a7r·cbbe dovuto essere in ~i sta nelle prime ore della sera. La presenza di un centinaio di giovani in quella tranquilla cittadina di provincia che s i a nima solo durante la s tagione estiva

-17eccitò la curiosi tà degli abitanti. li conlcgno dei c~nvenuli lu dci più prudenti , ma le frequenti gi te falle Vl'rso la spiaggia per cercar<' i battell i occorrllnti per l'imbarco. rive:~rono ben pr~'3lo lo scopo d i quella riunione. Ac,adde allora tra i volontar i qualco;;a di comioo· da cui- la penna d i un umorista avrebbe pC'tulo trarre ma eria per un s~· guito di brillanti scenPtte. l~' da notarsi che l'autorità di P. S. della tapil ~lé faceva cia parecchi giorni st>r vegliare attentamen te la cas1 in Vm del Tri-· Ione N. % ovc J imora il colonnello Berle! l' dove convenivano ~eralmenle i capi <quadra dei ,·olonlari r omani. t._lualche passo fatto dagli a·gvt.d per Vl n ire a cognizione di quant11 ~~ progettava ed o perava in t!ì)el luogo ci aveva me;si s~ll al'nso e b nosfru prudenz:. di\'Cnto eccessiva al punto di farci n•dcre un uge'nte Jella pubblica sicurezza in ogni pacifico cilladi G incontrato sulla nostra strada ed al quale ben altri pen~icr trullava<to pct il capo che la Grecia, la Turch1a, le aspira1.ioni di Jibarta, etc. l'aie PcCl'ssh·a prudenza, imitata anche dai Yolontari delle altre città, a Castellammare Adriatico non pot•·va n r. !(cnerare equi· Yoci. Cos1, gli addetti allo stato maggiore dc.la lq;1one, scambiarono per poliziotti sg;.inzagliati sulle loro tracc~ i c~pi grupp1· della squadra abbruzzcsc c furono alla lur \olia n•· luti da quelli, manlenilori dell'ordine pubblico <ici bealo regn-r d'Italia. Cominciò allora ncll'ombria del crepuscolo, une strano il<- seguimento tra i capi delle due brigate. Ogni pa•<o, o. ni parola, ogni gesto, ogni sguardo, era pesato. Yaltlalo, rommentato· da ambo le par li. Io ricordo che in qul'i momenti d1 attesa febl.!rile - l'ora dell'arrivo dell' 11/umiu era già ~corm cd il ri ·· tardo incomprensibile Cl turbava in quei momenti di nervosa agi tazione, mossi alla ricerca d< una barca e di un barcaiuolo che avrebbe, al momento opportuno, dovuto !.·asportare sul piroscafo greco me ed i miei quattro am1ci di l orna. Cominto che color o che sulla spiaggia scrutavano tllellt•• m~nle l'orizzonte altro non fo ssero che pol iziotti con mandato di mlpedire la no· etra part enza, alto scopo di far perdere ad c>st !e mie tracce ; m1 cliressi verso la foce della Pescara, camminando tra i cespJgli della. spiaggia. Gl i a ltr i che seguivano i miei atti, credettero che io mi recaSSI a Pescara a chieder~ rinforzi - p• r essi, io ero tln 2.

_ ,,. _ delegato o qualcosa di simile - e subito dietro. Vedcndomi in- •.eguito, il dubbio sulla qualità di quei signori si mutò in certezza. Cambiai itinerario, e quelli anche.- Insomma quella ~trana cors a :ti buio da Gastellamare Adriatico alla foce della Pescara e vic~­ n~rsa, sulla spiaggia battuta dalle onde mugghianll , soltc una pioggia continua, durò sino a che stanco"da non poierne più, mi t·ifugiai in un'osteria ove mi 'accolsero le bcchiate sospettose c punto benevole dei paesani, ai quali era slala dai volontari abhru~zesi declinala la mia qulllilà di arnesa di polizia ! La notte, il sindaco di Castellamare Adriatico, ci comumc•J un telegramma che il colonnello Enrico llertet gli aveva spedito lla Ancona. Prevenga i volontari costà éonvem1ti che la partenza ~ rima11data. Tomino alle lo,·o case. " Bertet. , Devo aggiungere chtl niuno prestò fede all'autenticità di quel telegramma, ritenuto una manc.vra della politia? Però dovemmo arrenderci all 'evidenza. - L'Albania non comparve. Noi riprendemmo la via di Roma, addolorati dall ' incidente che c'impediva di accorrere là dove il cuore educato ad alti ideali ci chiamava ; là dove un popolo fiero ed eroico - cos1 si diceva - lottava da leone contro un nemico di forza infinitamente maggiore. Come eravamo !ungi dal so>pettare allora la viltà del popolo greco e del suo esercito; l ' insuffi~ienza dei suoi generali e dei suoi ministri ! Poveri cuori nostri, molto rneglio se aveste compresso i battiti generosi, pagando solo il tributo di una platonica ammirazione alla nazione che dell 'antica Grecia non ha conservato che il nome ! Og!(i non sanguinereste pel disinganno ! * "' "' Intanto scomparso il piroscafo Albania e divenuta perciò J.S30lutamente impossibile l'effettuazione nell 'imbarco dei voloiltari residenti nella città del litorale Adriatico, -il colonnello l!ertet rivolse ogni sua cura a che il Samos che il 26 mattina

-IOavrebbe toccato il porto di Civitavecchia., non scgui~;;e l'es..mpio dell'altro ra<cello fantasma. E poichè il signor Milano d'Aragona era stato assunto a mansioni più importanti, il Berte! nominò alla carica di aiutante magggiore della Legione il capitano Tito di Collalto, già ufficiale dell'esercito regolare. A questi fu allidata la direzione de!le operazioni da eseguirsi sul litorale tirreno ed a tale uopo il C?llallo parti per Civitavecchia, accompagnato da due ufficiali i quali dovevano coadiuvarlo nel delicato incarico. Come punto di riunione dei volontari da imbarcare sul Samos fu scelta la città di Corneto Tarquinia. La mattina del g5, duecento cinquanta volontari giunti da Livorno, S&.vona, Genova, Spezia e !\fassa Marittima. nascosti nella fitti ssima macchia di Corneto Tarquinia, attendevano ansiQsi l'istante di metter piede sul piroscafo greco. Questo, compiuta l 'opera:~:io:~e, doveva rapidamente allontanarsi Jalla costa e trovarsi ad Anzio nelle prime ore della sera del ~6. per imbarcare i duecento volontari di Roma e provincia. A menogiorno del lunedì, 25, uno degli ufficiali a disposizione del capitano Collalto. ritornava a Roma latore di un biglietto che informava il comandante la Legione delle disposizioni prese pe~chè tutto riu~cisse secon•lo il voto comune. Il capitano Collalto cqsi scriveva : Incrociato al largo dalle !l p. m. di domenica all'alba. A1•vistato vapor~ n 7 mig lia dal po1·to pe•·ch~ tre vapori pre•entati> i contemponn~amen~ - impedì· rooo sceglier e 1-otta obLiigan loc i stu· fermi. P«•·lato cJpit1no ore 1; n. m. TrJ· •·orassi alla Punta della !'\piM nll e li p. m. Fatto l'ipartire immediatam9nte vapore ftmmniuando bandiera. Fino ad ora non vi aono 01-dini che per Civita. vecchia nrfine d'impedire Imbarco. Pc•·~ partenza vapore hn deviato so• petti. Tenente colonnello Bottini parte Ol'<l Con:eto con disposizione per adunata a Punta della Spina. Occorrono fondi per ba•·che perchè prezzi enormi . Latore presento dnr~ mio indirizzo. Attendo pe•·•o11a , po•sibilmente s~sso latore, treno 2,40, con qu&lche danaro. Tutto andò per il meglio alla Punl.'l della Spina. Il &mos filò ver ;o Anzio nelle cui acque apparve verso le 11 an t. di'l 26 aprile. Da Roma, intanto, nella notte dal ~6 al 27, partivano le prime due squadre di volontari dirette ad Anzio e tre carri re-

- :!O carti quindici quintali di pane ed alt re vellol•aglie. Altre squadre sarebbero per vie d:verse convenu te a qualche chil ')metro dalla graziosa ed ospitale citladina e si sarebbero r iun ite tutte nella Jocal1là della Groltr di Nerone. Il colonnello Hertct , per non ingenerare sospetti nelle a utorità che dopo il fallo di Ri.nini avevano a per to gli occhi ed erano decise ad opporsi alla parten7.a dei volontari, stabili di re- ·arsi in vettura a Ciampino ed a quella stazion~ prendere il treno he giunge ad Anzio alle sei del pomeriggio. Le autorità ignoravano che il concen·ramento dei volon· tari lblla provmcia romana si facesse ad Anzio : e> se cre1levano che il pu"llo scelto per l'imbarco fosse Ostia ed avevano inviato colà una compagnia ct i soldati a di.;posizione del delegato di e. S. Al ministero d~ll ' lnterno dovellero rirn.mer moltJ male nel ·icevc1e un telegramma del sindaco di Anzio in cui si segna- ,ava la presenza di olt re duecento giovani. i quali, non solo non face vano mi>tero dello scopo che li aveva colà riuniti, ma mo- >travans i deeisi a resistere magari con la violenza a qualunque ·rdine cl.c tendes--e ad im~eJire il l01·o imbarco. Il sindaco di ,\nzio ,;peth il telegramma verso le 1- pome- "ldlane, rendendo cosi impossil>ilc per l'ora s.vanzata, qualunque l'io di trc~ppa o di aJ;enli di poli?.ia da parte del Governo Del resto, come s i e dello, il Samos bordeggiava a qualche c\:a s in dal mattino ed i volontari attendevano con impazienza •'arrivo del capo della legione per mettersi in maroJ. Il colonnello Uertet giunse inlatli al!1' () pom. ed un'ora dopo, un urrà formidabile emesso da circa cinquecento gole, salutava dalla tolda lei l::ironos 1! popolo di Anzio che convenuto sulla spiaggia, accompagnava coi più fervidi voli del cuore quella gioventù animosa ·he andava so~ridendo incontro agli ineYilabili disagi c pericoli ~~ una guerra. Alle 1ll d1 sera de: 2i aprile il Samos lasciava Porto d'AnZ!O e muuYeva alla volla ciel golfo di Napoli. La buona stella che s ino allora aveva accompagnato il 5,,,,,us si erclissò ad un tratto. La mattina. 28, il piroscafo gt>ltava l'àncora a Gaeta per ri- .ornirsi di çi1·eri e di acqua. Il comandante di bordo, capitano

- ~lCazzuti, persona oltremodo gentile e che intendmdo l'importanza della sua missione si pose completamente agli ordini del colonnello Berlt>t, nell'avvicinarsi al porto dispose che tutti i volontari imbarcati discendessero nelle stive e vi restasdero s'no a che il caricamento dell'acqua e dei vivryri fosse stato ult1mato. Visti seguiti i suJi consigh, scese alla ca;>i taneria dPl porto per la presentazione della patente. .:Ma il telegrafo ave va lavorato durante la notte ed il capitano di porto di Gaeta sapeva benissimo che il SMnos, contrariamentE> all'asserto di chi lo coman - dava, aveva dei passeggui a bordo e credette perciò suo dovere inforrr.are il sig. Cazzuti che alla libera pratica del bast imento si opponevano difficoltà. per eliminare le quali bisognava chiedere ordini a Roma. li capitano C.:azzuli, innanzi a quelle dichiRrazioni, conservò la gra!'de calma cbe lo caratterizzava. Si mostrò indifferente ri~;uardv agli ordini ~he pote vano essere ema· n'Ili da Roma, accese la sigaretta e si sedr tte nell'utncio della Capitaneria con l'ar ia di eh; non ha nulla a temer ed al quale non r iesce del tutto sgradita l'occasione di passare qualrhe ora in un posto che non fosse il ponte di comando del suo bastimento. Il comandante del porto, scorgendo nel capitano greco le più lodevoli disposizioni di ossequio verso le autori tà costituile lo lasciò nell'ufficio e si r~eò al telegrafo. Non r imase 1 as~ente che una mezz'ora circa, ma a l suo r itorno cercò invano nella s tanza il capitano e nel porto il Sanoos. Se nc n aHssc \'Ula in mano la patente del p iroscafo greco, si sarebbe certamente creduto vittima di un sogno o di un'allucinazicnc. Ma ormai, una partita era impegnata tra il govPrno italiano ed il Samos e troppo di suguali cr?n le fo1 ze dei giocator i per farci sperare netla sconfitta di quello che aveva a sua di~posi zionc tntti i mezzi per· raggiungere lo scopo. Il pensiero di noi tutti era r ivolto ai compagui di Napoli che, capitanati dal tenen te colonnello Baldis>erolti, avrebbero dovuto venire in ba n hc pescherecce incontro al &amo' proprio all'imboccatura del golfo. l volontar i convenuti a Napoli forma\'ano il.gruppn più numeroso fra quelli reclutat i: erano circa trecento ed avrehber'.> portato nella Legione la gaiezza, la spensieratezza e :·audacia .oropria d i un popolo il

- 2~- quale, inerme. debellò in un giorno gli odiosi · strumenti della tirannide spagnuola. Un'altra ragione meno elevata ma pratica e niente trascurabile - ci spingeva a far voti perchè a Napoli la polizia e la capitaneria del porto non riuscissero ad impedire l' in.barco dei volontari. E la ragione era determjnata dalla circostanza che malgrado le raccomandazioni fatte ai partenti di portare ognuno viveri per cinque l!iorni, nessuno aveva tenuto conto di questa racco!nandazione. Considerato il lungo giro che il Samos avrebbe do1·uto fare per raccogli~re i volontari sulla co~ta sicula, i quindici quintali di pane P.Sistenti a bordo, apparivano del tutto in· sufficienti e perciò il colonnello Bertet, informato ad Anzio della total.a mancanza di viveri, aveva consegnato al s;gnor D'Aragona una somma di mille e duecento lire, incaricandolo di fare in modo che a Napoli fossero imbarcate nuove provvigioni. Alle 10 di sera del 28 aprile il Samos si a1restò all'imboccatura del golfo di Napoli, in modo che nesEun battello potesse entrare od uscire dal golfo senza esser visto da noi. Si racCQmandò ai volont1ri il massimo silenzio e si attese. La notte era coperta. Sul pont•! di comando, oltre il capitano Cazzuti con i' eterna si garelta fra le ·labbra, ed il secondo di bordo signor Papadopulo, erano saliti il colonnello Bertet, il ~apitauo Collalto ed altri due o tre ufficiali della legione. Napoli appariva lontana avyoJta in una Fpecie di nebbia luminosa; il faro soltanto brillava, projettando una luce intensa sino a pochi mP.tri da noi. Sul ponte, il più asso! uto silenzio. Gli è che il fascino dell'ora e del luogo produceva sulle nostre anime una profonda sensazione. Anche in c aperta il silenzio non era rotto dal più lieve rumore. I · volontari stanchi dal viaggio di due giorni dormivano tutti. Il capitano Cazzuti ed il colonnello Bertet scrutavano il mare col cannocchiale. Due lumi apparvero ad un tratto in Iontana!lza. Uno si spense subito : l 'altro si mostrava di qÙando in quando ora a destra, ora a sinistra, con una certa indecisione di mosse sulla direzione da prendere. - Ecco i nostri compagni, capitano, dissi al comandante del Samos inàicando il lume.

- :!3- :Ma egli crollò il capo in aria di dubbio. - Che cosa credet!! che sia, allora, quella barca ? - Non è una barca; è una torpediniera, affermò il capi tano con voce tranquilla. - E viene a noi ? - Può darsi. Io provai una violenta commozione e fissai il capitano. Egli gettò la sigaretta che gli bruciava le dita e cominciù a fabbrtcarsene un'altra. Quella freddezza mi stupiva. - Ma è proprio una torpediniera? insistetti incredulo. · - Sì, disse sorridendo lfggermente. - Allora partiamo, capitano. - No. Lasciate che venga. - Ed accostatosi al colonnello lo trasse in disparte. Il lum"' si avvicinava sempre piil. Il sottotenente Rey rti Villarey, già guardiamarina, mi porse il binocolo. - Guarda, mi disse. Osservai. A ficr d'acqua una massa bruna avanzava rapidamente. Distinsi beoissimo il fumaiuolo e alcune ombre che pa~­ savano sul ponte. Siamo fritti, dissi all'amico restituendogli il binocolo... - Chissà ?... fece egli stringendosi nelle spalle. - - Silenzio, s ignori ! ordinò seccamente il colonnello. Si nascondano: Ma l'ordine non fu potuto eseguire. - La to~pediniera era a cinquanta metri dal Samos e la voce de:l'Ufficiale comandò : - Approntate la lancia! - Ci conducono in porto, osservò Villarey. competer.tP nella materia. In quel punto la torpediniera si arrestò di botto e diresse sul Samos un fascio di luce. Contemporaneamente, la voce dell'ufficiale risuonò nel silenzio : Che bastimento siete ? - Samos. - Che cosa fate ? Vi fu una pausa di qualche secondo ma chç a noi del Samos parve una eternità . Con la sua voce tranquilla ed incolore, il capitano C.azr.uti r ispose:

- 2~- -- Aspettiamo un amico eh•! ci deve condurre dei volontari. - Ilo ordine di non fare accostare nessuna ba-ca al Samos. E' proibi to l'arruolan·pnto dei volontari. - Sta bene. And remo. Noi aspettavamo t repidanli l'ordinn dell'ufficiale : Segui teci in porto! l<'ortuuamenle cio non avvenne. La torpediniera spense .il. ~ifleltorc e si allontani, a tutt a f•J rza. ment re noi, addolorali per l'in ~idenle eh~> ci toglieva il prezioso ausilio di t recento giovani di cuore, scen•levamo nelle cabine non certo per riposare ed il Samos metlr va la prua su T ermini Imerese. lu S icilia, l'arruolame nto dei volont ari per la Grecia era proceduto dapprima con un cn·srendu di entusiasmo, poscia con un crescendo di :;fiducia. Un comitato costitui lo di nole\'oli pPrsona' ità ave\'a pensato a riunire i volenterosi che anelavano di aocor· rere in di '"esl della nazione greca ed in pochi giorni aveva ricevuto l'ade•ione di parecchie cent in'lia di giovani. Ma l'i nctrtcz~a del govern o greco nel dichiarare la guerra alla Turchia ed a lcune lellerc di Cl'nter ranei che erano partiti per Candia l! che man ifestavano i loro dubbi sull 'e5ilo della guerra fra le due pot.•nze, a' t'vano raffreddato ~:li entusiasmi. Lo stesso ingegnere Aurelio Drago, il quale aveva assunto la direzione del gruppo dei volontari in t~o ,;_ era scoraggiato dalla piega presa dagli avv..nimento e fo rse anehhe prosciolto i compagni di ogni impegno se non loHe venuto a cognizione del lavoro compiuto dal cclonnello u~rlel. Il gruppo dei siciliani, perciò, malgrJdo i pentimenti e le dPfezioni dell'u ltimo momP.nlo, ascendeva al numero di quas: Ire· CPnl:>. Par le di essi attendevano il Srmws a Mossina, a ltri a Catania, nl!ri n l·alprmo, altri a Termini Imerese. Quest'ultimi dovr•vnno imbarcarè la sera del ~W apr le. Il Samo.5 giunse in vista di Termini l onereJe verso le 7 pom. del 2V e seguendo la l attica adottala sir.o allora si fer .nò all'im· boccalura della rada. t"na ora dopo, il capitano Cazzuti , arm oto del suo binocolo, dislmse una barchetta cor.<lolln da due marinai che si a\ vicinava al pimscafo. In quP.lla barchetta erano Aurelio Drag0 ed un suo amico. Andrea Marcianò Bentiv<.'gna d i Corleone.

-26Salito a bot do, Drago informù il colonnello Bertet che i volontari erano raccolti in un punto della sp:aggia lontano da Termini. A notte !alta, il Samos avrebbe dcvuto aHirinarsi al p unto indicato per ~ff~lluare l 'irr.barro. Cosi si conv~nne. Verso le nove, il Samos si mosse. Ma aprena qualche minuto dopo, il rapitano Cazzuli ci avverti che un? torped•niera filava in direzione del piroscafo, certo con l'intento di fermarlo e catturarlo. Il t elegrafo aveva lavorato nuovamente e sino da quell' istante io non m'illusi piu sull'e~ilo delle restanti operazioni da compiere sulla rosta italiana. Il Governo di questo felice paese nostro spend!' m<.lto bene il mezzo miliardo annuo destinato al mantenimento dell'esercito e dell'armata! Nè si dica Jhe li lascia inoperosi. - L'esercito si è illustrato in Sicilia e nella Lunigiana, non foss'altro chP per le corti marziali create per dar agio agli ufficiali di mostrare la loro profonda cultura giuridica c le loro speciali e non invidiabili altitudini ad infierire contro i temibili malfattori del pensiero: l'armata, oltre che per le ceri· monie e le feste all'estero, con le q tiali si tiene alto, innanzi ai balleriui, il nome italiano, può anche servire a dar la caccia a coloro i qvali, sentendo veramente il cullo per la dignità della loro patria, cercavano di cancellare con un atto di generosità e e di coraggio compiuto al cospelto de:I'Euro;>a, la trist e pagina scritta ad Abba Carima ! La torpediniera, avvistalo il Samos, ci piombò addosso. Non chirse il nome del bastimento, giacché è superfluo rivolgpre delle nomande delle rui risposte già si conosce il tenore. l'~r un eccesso di zt lo. però, l':.:rliciale volle accertarsi d1P. quel piroscafo di media portata, riconoscibile a grande distanza per il suo fumniuolo inleramrnle dipinto di nero e giil sel(n:tlato da Napoli, fosse proprio il Samus. 11 rifleltore elett rico senr alla bi~ognn. Con qu~J m(·zzr.! ra,·a!leggrr i del mare pot, rono non solo ll'ggere il nome del piroscafo, ma scorgere sulla tolda - e forse contarli - i cinquecento volt ntari imbarcati, alcuni dei quali indossavano la camicia rossa eri l berretto garibaldino. Nelle acque di Termini lnoerese, ii Samos lu trattato con i massimi onori. Solo i legni che hanno al loro bordo personal!'gi augusti o di altissimo lignaggio possono a spirare all'onore di essere s~ortali da un1 torpediniera. La quale non solo segui il

- 21!- Samo< nella sua rotta, ma volle deliziarci con un numero d'ai· trazione fuori programma, eseguendo cioè vari giri e giravolte intorno al piroscafo in moto e gratificandoci della luce del riflettore ;)he per la sua intensità, ci tolse per altro il gusto ili ammirare la splendid::t ed incantevole spiaggia ·sirula al pallido chiarore dell'astro notturno. Fu giuocoforza abbandonarP. i compagni che ci aspettavano. La torpediniera ci segui buona parte della notte, fino a che vide il Samos fuori della zona acquea a llìdata alla sua vigilanza. Allora si ritirò. La storia della ma1 ina italiana registrava una vit· loria .dippiù. E redigendo il suo bravo rapporto, l'ufficiale potè servirsi della frase creata da Persano dopo Lissa : • Siamo r e• stati padroni delle acque ! • A Palermo, una torpediniera -- e poi venite a dirci che non servono a nulla! - catturò Ire barconi su cui stavano i volontari guidati dal capitano Antonio Fauchè in attesa del Samos. A Mtssina - stazione di torpediniere - fu impossibile imbarcare i compagni. Il Governo vegliava ed al suo occhio vigile è im· possibile sfuggire, a meno che non si !lia direttori di banche fal· lite o cassieri infedeli ! Il Samos fece rotta per l' isola di Cefa lonia. * * ~ Ho d~~critlo minutamente i particolari dell'imbarco della leiione organizzata dal colonne!lo Berte!, atfinchè emerga dal racconto che nulla tu trascurato per assicurare il successo <'ella spedizione. I signori Rossi e Pnl~otri , tlnrn ;we! q!!a!ificat-J d'intruso in Grecia il Berte!, 11ffermarono con la sicurezza di chi non teme smentite che il Bertet, dopo essere stato un pessimo ot·ganizzatore, si mostrò insufficiente al comando della sua colomw. lo non mi sono assunta la missione ili scagionare il mio comandante dalle accuse mossegli : intendo fare una specie di cronistoria della campagna a cui presi parte. Dall'esposizione però dei fatt i, esposizione spassionata e che non potrà essere confu· tata nel minimo particolare, !)ella più insignificante circostanza,

- 2irisullerà che i giudizi d:tti in proposito dai due corrispondenti del C01·ri~rt della Sem e del Secolo, non poterono certo essere il prodotto della più superficiale o~servaziono. lo son convinto - e credo che anche i lettori saranno del mio parere - che il lavoro di organizzazione compiuto dal Bertet fu ammirevole e tale da non poter far desiderare di meglio. I duemila volontari reclutati, erano divisi per gruppi secondo la mag~iore o minore distanza dal luogo di residenza al porto fissalo Per l'imbarco. Il solo capo-gruppo era in comunicazione diretta e segreta col Berlet ed egli solo era informato della ;>ro· gressione e dell'andamento del lavoro che si andava compiendo a Roma. E che il Berlet avesse proceduto con intelligenza all'orgaqizzazione \Iella Legione, lo dimostra il fatto che nessuno dei volontari mancò dì trovarsi nel giorno e nell'ora fissata al punto di riunione indiratogli. Va dala colpa al comandante dell'.Albunia che disertò, se l'imbarco sull'Adriatico andò faÌlito e la legione ebbe selte~enlo uomini di meno : e bisogna - per amorr. di giustizia - rendere omaggio all'attività SJl iegata dalla polizia italiana nell'esc~:uire gli ordini del Governo centrale, attività che ebbe per Tisnllalo di privarci del concorso ed aiuto dei compagni siciliani e napoletani. Perchè dunque si accusa il Berte! di pessima organizzazione? E' riuscito forse a qnalche altro sbarcare in Grecia alla testa di cinquecento. uomini ? E, dicano un po' gli apologisti del generale Hicciotti Garibaldi: Chi ha dato prova di saper formare una legione di volonlJ ri , il Berlet che, nonostante il • cachet • socialista dato alla sua speilizionc, arruola solto gli occhi del governo duemila uomini e tanti ne avrebbe condotti a Atene se le circostanze suesposle nqn glielo avessero impedilo, o il generale Ricciolti che sbarca solo al Pireo e forma il primo nucleo della sua legione italiana mascherando da garibaldini trecento greci çhe d'italiano non intendevano una sillaba? Meno passione, signori cr;tici, c sopratulto meno partigianeria nei vostri infallibili giudizi l Ho citato il nome del generale Ricciolli. Qualcuno, al corrente delle cause che impediro11o la fusione d~Jia legione Berte! con quella Ricciolti, avrà sorriso beat~mente leggendo quel nome ed avrà esclamalo: La lingua balle, ecc. ecc. Eccoci al buono! Que-

- 2Q- ------------------------ sto ~ignore storiogra!o. cronistorlco o ehi si sia, inforcherà il suo cavallo e, ohp! di galoppo sulla via degli attacchi violenti, con i quali intende mascherare il colposo operato della Legione cui apparteneva. Niente di tutto ciò. Non ho l'onore di conoscere il generale Ridotti che di vista: so di lui quello che si dici' circa la splendida condotta tenuta nella campagna del 1870 in Francia cd ammi ro sinceramente il suo 1•alorP personale e la sua competenza nella difficile arte di condurr~ al fuoco trupp · volontarie. Ma, reso il dovuto e meritato omag~io a lle qualità strategiche dt>l generale Ricciolli, non posso, per la verità dei falli e per deb.to d1 narratore fedele, esimermi tla alcune osservazioni, le quali twdono non .1 suscitare polemiche otf a to~ca1e la suscettibilità di alcuno, ma a ristabiltre la verità nella sua piena intereZla. E ricordi il lettore, ciò che ho scritto a mo' di preambolo. Noi passammo e passiamo agli occhi dei nostri connazionali come una banda di briganti, mal fatturi e peggio per opera di chi, durante la campagna greco-turca. non ha f<~llo altro che magnificare l'opera del Hicciotti , istitutndo p•n·agoni tra l'optra di l11i e qrtelltt del Be,·tet. Noi fummo accusati : ci difendiamo. E giacchè confronti furono fatti , ci si permetla di servirei delle stesse armi e con confronti distruggere le accuse. L a legione 11PI'l l l era r.omposta di elementi pe1·icolosi, sovversivi. la maggi01· parte anarchici. - Anche questa afTermazione fa parte di quelle spassionate emesse dalla solita fonte . Confutiamola : c.i sarà facile il fa1lo. Sul Sumos imbarrò tra gli altri. il gruppo livoroese. I suoi componenti sali rono sul piroscafo alla Punta della Spina, fra Civi ta\'ec: hia e Cornctu Tarquinia ed altrcpassavano la ciuquantina. l na parte di essi. circa la mrtà, erano anarchi ci e socialisti rivolu~ionari: gli altri avevano una tinta meno acct>sa , ma sempre ros~a abbastanza, giacchè militavano nel partito repubb licano. Tra i volontari imbarcali sul S1111Ws, il giorno 2!l aprile avvenue una scissura cagionai a dal fallo eh~ appena mes,o piede sul piroscafo, Aurelio Drago fecP in coperta la lettura di un numero del Gi01·nale rli .~·irilia. Fra i telegrammi pubblicati in 'JUel girrnale, ve n'era uno datato da Atene, in cui si diceva che visla la

-29piega presa dagli avvenimenti, il gabinetto greco non sarebbe stato alieno da ll ' intavola re trattative di pace con la SublinHl Porta. La notizia, produsse a bordo del S(u11os gra nde agitazione. l Yolontari livomesi, allora - quel li del gruppo a narchico - cominciH ono a grida re che se anche la pace fosse stata conchiusa, eqsi intendevano andare lo stesso ad Atene per {(11'~ l~ barriml~ e per abb~ltere la monarchia. c:ome spesso succede in Simili circos!anze, qu~i progelli bellkosi solleticarono parecchi alt ri volontar i che appoggiarono con applausi quanto i livornesi a1·evano propo.>lo ed io dovetti con gr(\p dolore const atare che a quei propositi fuori dt luogo ed intempestivi, aderiva, an< he un cav: P!lli-Ferrandi, livornese, che aveva, all'epoca dei moti della Vtnigiana, chiesto ed ollcnulo dal Minblero della guerm di essere richiamato temporaneamente in scrvcr.io e mandato a sostenere con le sue forze le crollanlt istclut.ioni. Fino dal primo momento. io ed i mict amici avevamo avuto rccasione di notare il co:1legtlO equi1•oco e poco leale dt quel lenente e cavaliere. !':~li incitava i lil'ot·ncsi a ribellarsi agli c.rdtni che in nome del colonnello B··rlet, ,·enivano impartile dagli ullir.ialt dt>lla Lngione. t.) 1el gr·uppe'lo a11.1rchico elette , ··i;i•ltJ a vari falli incresc10si e st dovellc >ti lallo del Berlct ed al capitano Collalto se non ebbero consqucnw di rtlievo. Il tolonnello Hertet, in:ormalo di quanto accadeva in coperla dopo la lellura di q•1el rnalaull'urJLo telegramma salt , sul ponte. (:nn U!l discorso brel'e ed etli ·ace egli fece cc,mpremlcrc ai volontari che prima dote di chi si reca a comballere un n~­ mico è la ~trclta osservanza della disciplina. Ora, durante la ca·npagna. le tdee poliltthe rlovL·vano esser messe da banda, gracchè essendo tante quanti eran'J i cervelli d Ila legione, una di,cussione san bbe subelo deg~nerala in questioni personali. Egli stigmalizzò con puole di fuoco l'opera dt quei pochi che tontavano maturare lo scopo che ci aveva colà r·unili, nutrendo l'intenzione, non di port are aiuto al popolo ellenico, ma di creare n uovi e gravi imbarazzi ad un governo che gia s i dibatteva in crudelt incertezze. Qui, egli conch iusc, dobbiamo mostrarci uniti e concordi n el fine c nei mezzi. Il fine è la guerra al Turco : i mezzi ci saranno suggeriti dalle circ.:>slaoze. Chi oon accetta le

- 30 mie idee, lo dica ed io lo dichiaro da questo momento sciolto da ogni impegno con la legione. Ed a quelli che gli chiedevano che cosa avr··bde fatto se giunto ad Atene avesse trovato la rivoluzione, disse: Io sono stato chi~tmato per portarvi contro al Turco. Se in Atene troveremo la rivoluzione, io scioglierò subito la Legione, non intendendo che i miei volontari si immischino nelle cose interne di un paese. Le parole del Berte!, imprcssiona :ono iavorevolmente i volon~ari. Solo i livornesi aoar.!hici resistettero e continuarono la propae-anda. Il flert~!, allora, decise di licenziarli appena giunti al Pireo ; e intanto, per J11etlere un argine al dilagare delle discussioni ed alle ;!ontinue sobillazioni dei Jivornesi, intimò al Pitti-Ferrandi che li spalleggiava e difendeva, di chiudersi in cabina e di non uscirne sino al tumine del viaggio. E siccome il Pitti·Ferrandi accennava a voler discutere l'ordine ricevuto, con un.J di que,;li atti energici propri della sua natura,_ il Bertet, puntandogli il revolver alla fronte, indu;;se il recalcitrante utficiale alla pronta ubbidienza. Ebbene, lettori, sapete che fecero gli anarchici li vorne~i ap· p~na giunti ad Atene, scacciati dalla n ostra legione? Trovarono tutti - meno Pitli- Ferrandi che P.ntrò nella lPgione filellenica - lieta e feslo51 accoglienza nella legione comandata dal generale Ricciotti , ed in seguito all'avvenuto passaggio, la colonna Berh:!t, nl dire dci signori Rossi e Polaslri , non restò eompos~a che da un'accozzag:ia di rivoluzionari ed anarchici terribili e temibili, mentre quella del generale Ricciotli era formata di elementi amanti dell'ord:ne e teneri delle istituzioni monarchiche. Così si scrive la storia! A bordo del Samos , il comandate la legione aveva costitui lo l' ufficio di Maggiorita' cd il sott'ufficiale alla dipendenza dell'Aiutante Maggiore in 1' a ttendeva alla formazione dei quadri ed alla ripartizione della forza in comragnie..Era nPcessario perciò avere i documenti a corredo degli alti da presentare al Minjstro della Guerra greco per !e competenze, il vitto ed altro da corrispondersi ai volontari cd a tal uopo il colonnello Bertet aveva fatto preparare un modulo a stampa per l'atto di arruolamento, allo che doveva e~ser firmato dai legionari e rimesso al go-

- :H - verno ellenico li Berlet dispose che si procedesse alla firma di tali atti durante la traversate, in modo-che il luoro fosse compiuto prima che la legione giungesse ad Atene. L'atto era così formulalo : LeDione Bertet. Il sottoscr itto dkhiara di a1·er r icevuto il Foglio d1arruolamento ed a t to di n>mina ; di acce ttare la qualitl di . . . ...... ; di riconosce re come capo il co lonnello En1·ico ller tet, o chi per esso, impegnandosi sulla pll'ola d'onore all'obbldlenza pronta ed Illimitata solamente pet· ciò che può riguardare il servizio e le opera,ioni di g uerra . .Ma la formula dell 'alto sollevò obbiezioni infi nite e discussioni vivissime, tanto che mol ti volon tari ri fiuta rono di firmare il modulo ad essi presentato. Alcuni di questi , podri invero, sobillati ed incitati dai livornesi anarchici, i ' quali ca va sans dire. non firmarono, spie- {l"arono il loro rifiuto col d:re che quell 'allo li dava mani e piedi legali al ministero greco, il quale avrebbe potuto impiegare i volontari italiani anche alla repress!one della rivoluzione che inevitabilmente sarebbe scoppiata ad Alene prima del nostro arrivo. Albi, obbiettarono che lo scopo che li aveva l pinti ad arruolarsi era di marciare contro il Turc:> e che - date !e disposizioni pacifiche del gabinetto greco, riferite in quel telegramma del Giornale di Sicilia - non credevano opportuno vincolare la loro libertà d'azione, in un momento in cui si mancava totalmente di notizie sull 'andamento della guerra. Altri, infine, afferma1·ano che avrebbero seguito Bertel in capo al mondo, ma che vol~vano tolto quel - o a citi per esso - dall 'atto di arruolamento, perchè ... Il perché non lo dicevano, limitandosi con una strr:tla di ipalle e con un un cr(lllare del capo a fa r intendere che una gravP e delicata ragione li spingeva ad agire in quel modo. Non fu che con infinito talio, che io riescii a stn.ppare a l capo di questo specialt: gruppo di dissenzienti , il segreto conservalo 3ino a quel giorno. Egli - era un procuratore .legale, romano, se non sbaglio. e si chiamava Donati - cominciò col confermarmi che per il colonnello Berlel nutriva la massima stima c deferenza: che aveva

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