Jean Jaurès - Il socialismo e la guerra

- li - nazione quando essa, tutta intera, non fosse persuasa della necessità del combattimento in cui si impegna, d.ella giustizia della causa che serve. Non ci dev· essere niente di triste, di oscuro; di dubbioso, nella politica di un governo che si rivolge 11llanazione intera e la getta tutta nel combattimento. La minima resistenza segreta, ·il minimo dubbio nascoto nei più. profondi recess~ del cuore paralizzerebbe tutto questo ir,nmenso organismo. Le masse per non dissolversi od illanguidire, per non divenire una cosa fiacca ed inarticolata, hanno bisogno non solo di una forte organizzazione, ma anche di una potente unità di anima. (L'Armée Nouvelle, p. 47-48). Le forze morali. Un popolo che vuole la pace, e ne ha dato prova a sè stesso, un popolo che fino alla vioilia della ouerra ha offerto di sottoporre la contesa allp arb~trato ~ell' umanità civile, un popolo chet perfino in mezzo ali' uragano scatenato chiede ancora al genere umano di avocare a sè il conflitto, questo popolo lia una tale, coscienza del proprio diritto che, per salvare l'onore e la vita, è pronto a tutti i sacrifici, è deciso alla resistenza indomabile e prolungata. Al contrario, nella nazione che un movimento d'orgoglio, un desiderio di preda avranno gettata in una guerra ai aggr,essione, di ora in ora cresce il disagio. Turbamento della coscienza : quale sinistra opera ci viene imposta? Turbamento della mente : chi sa quello che la disperazione e la ribellione del diritto offeso ispireranno al grande popolo assalito ? Tali inquietudini della coscienza e del pensiero, il governo della conquista e della violenza non può addormentarle che mediante la rapidità e la violenza con cui colpirà l'avversario. Bisogna che sin da principio egli immerga il suo popolo che si commuove in una ebbrezza di violenza trionfante, che gli mesca un alcool di vittoria. Se vi sono ritardi, attese, 10dugi, se l'esercito di prima linea, aizzato come un toro B blto,e1., Gin< 8,A1KO ..

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