Giuseppe Ferrari - L'Italia dopo il colpo di Stato del 2 dicembre 1851

l 64 bastarono a rassicurario; per cui all' epoca di Carlo Quinto Lrentasei anQi di tumulli resero la Penisola al papato e all' irnpero. A che adopet"avansi adunque . Carlo Alberto e i suoi in1itatori quando rivoltavano le città contro sette capitali? Essi richiarnavano a Pisa il suo odio impeeiale contr·o Firenze; a Rovigo, a Treviso, a Vicenza le .guerre imperiali conli"O Venezia; destavano a Brescia, a Bergarno e nelle· città ~ Iombarde l'antica inimicizia fon1enlata dagli impcrator·i contro ~lilano; essi ~ostcnevano la .parte di Vederigo Barbarossa, di Enrico VII, di· Luigi di Ba. ·viera. ~/unità rinnovava le insidie dell'imperatore assente, rianitnava l'anarchia ue.Ila quale avevano sperato gli in1pcratori. ~ le speranze dell'u ILimo Fer- · dinando non furono delusé: i due Stati di Lombat·- dia e di Venezia avevano espulso l'esercito, e in poehi giorni l'esercito trionfava nuovarnente colla forza ùclla terra insultata dalle fusioni . Si dirà ch'io digredisco nell'erudizione; sì, qui evito il presente; pet~chè, se forzato di accusare intenzioni individuali, se costretto a in1put.are agli uomini il tr·adimento di un'idea, lo scandaglio non toccherebbe il fondo della corruzione piemontese. Potevano i ministri del 1848 propagare la monarchia pie~ontese, potevano pt~edicarla, potevano procedere con idee avverse alla t~ iyoluzione, ostili alla democrazia; potevano essi seguire idee anti·chc, e 7agit·c come se vivessero ne' tempi di ntezzo. · t a via del - l 1' antico diritto et~a aperta, detertninata; dovevasi p'roredere per dedizioni feudali e monarchiche, ogni \

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