Discorso di Favorino filosofo greco sul debito che hanno le madri di allattare i proprii figliuoli

l DISCORSO DI FAWORII~O Flli.O§OFO GR:ECO SUL DEUITO CilE HAJ.\lr\0 LE 1\IADRI DI J\LLA.TI'A.RE I l'ROPRU FIGLIUOLI Y O L G AIII Z T l ro '" PESAHO t't;.! TI PI DI A.NNESIO ftOIILL

MAZ 0700 00041 MAZ 361!1

NE.L GIORNO LIBTISSIMO IN CUI IL DOTTOR LUIGI NICOLI DA COHECClO !.llPALMAVA MAHIA LUIGI.l COVI SUA CONCITTADINA l CONIUGI TEH'LO Il TERESA GOVI AGLI SPOSI DJ SAI'oGUE E DI AMORE CONGJUt'iTJ QUESTO DISCORSO AD UTILE AMMAESTI\AMENTO E A SEGNO DI SINCERA CONGl\ATULAZ!ùl'oE OffEl\lV.\l'ìO

\I.L' OTTIMO DEl PADI\ l FllANCESCO GOVI IL FIGLIUOLO StiO '1' Enzo. 90d jtO?'ltO tlZ, Cltt VIOne a '/UWZ(} la -nua {ljJ~t;,za Jon!lrt ...i6ana, non ho jwluto a 7/WilO cl non ck'C ala,un drtO ck!la nuét amyuélX!uta, c cl ?'al/7r(ljJ·m~ · non ?!leno cx:Jir_· f11b:ft. chr con 6/Yot~

a aa· C/Jdb. {/omw'IIIW jvr~talnumle la jJtédri, che non nW6· 46. nt'ja a noza;e b= a&:tO?'tde. vf6a non jtaJre?zdmu: d.: dovere ave?" ?'WorJo a yudh ?-K/téole va? uta; che na!la d_· va?llajjto (//J'7'eCalltO ne' a colo1'o CUI/. <~oJW jt?wenlate, ne' a yuetZ; a ?7Z(//JW dt · cuu· vm'j<mo, ho ce-roalo IXk:fa che all'u.ojw btMta&:fe, e/~ u.trfe t?wté?ne e ft?'CJ&ZKJk, avendo!lu· <~·ertjtt?'o t?~ ?lU»lle yu.e!la mavt?ma, • che dt.z. ~6/ttti volle ?'lU; e' <finta t;u:ucfat.a, ohe r;~nvjlO?'ta e' V(//Jza ftta?tdo c'vuota r!;,,,IJ.ci. 56oyut?zd; ?'téhté.fla jtO?'Jona al cat· dmmo jw~ tova #Ciamu ~ cd ella juon@nO?z/c

?'Ujzom/onck a nuet icJtdO?'t~~ mr ha ?r:calo m voffw· ?Wftl•o d lo! k:tmw clrd.co1:J.o et· Fawnno $;/ll:ftf .tuf ck/ti.o che hamw /c macln' ck mdn'rc cldjrrojmo latte r jtw·~t.'loro, tf 7r.dc c' rjwrtato cfa .A~ ~/k ai Idro 12 cajuiolo t cklle %ot/t.· .Atltéhe. ~ fUC"W 1nt; c'jla7:J.o cMt' colJI!tconte.f(,. al/'occtMUmc, che na/lce jtti.ì,. §J{)?'() w lo ~ a ~u: e f7'Cjoa' a jtre.fenta?.fo jw?" me ,ft.· [ftll:ft' con Jc ral/?mtmcn/(,·, ~~r.U~encfovt· dalllla cl7tW/Ic vo- .otrc 4amté jlDirole, c:hc tiéltarVn.o l~ntO?'ultlnonlo nu0. ~· awomi t0c ti 11uo ko arytu4t". fr'Jto

mc:J;ftoro / che' non jtad efd(YI'C che non <~w eia F '/mlllUl(v' /tOVClllu' avuto ;;, fu'~ ~ore ao' che ax eia/le t.:afvl'C 17lClllU~ accomjta= /7zato eia/le t/date 0/IJl!lnonUz:Umv' <f.oa•• vt#mze ad r' Cl.tOJ'C che non e' clut/d.() a/ ~(.(.?'t· fettt' dda COIIvLa J!Jkle. !/ ve: laao con nvorem:a. le •manv. Di Pesaro 20 f ebbrnjo 18B.

9 DISCORSO con che FA VORI~O F n.osom persuase ad mm nobile jèmina di nudrire del proprio laue i figliuoli che ella partorirebbe, e no11 del laue di mercenarie mtlrici. Fu una volta recato a Favorino Filosofo, c noi eravamo presenti, che la moglie di uu discepolo, e seguace suo avea partorito , c aveagli fallo un bel figlioleLLO. Andiamo, diss' egli , andiamo a visitar la puerpcm, c a congratularci col padre. Questi era di alLO lignaggio, e di famiglia senaLOria . Andiamo insieme , e quanti allora eravamo con lui lo seguitiamo alla casa ov' egli si portava, cd insieme con lui entriamo. Ai primi appartamenti trova il giovane, lo abbraccia, fa mille c mille congratulazioni, c poi siede. Ed ivi dopo avere richiesto

:IO quanto a lungo fossero durale le agonìe e g li sfol"'li del parto, fugli deLlO, che h giovinclta spossata dalla vigilia c dalla latica prendeva un sonnolino. Allora egl i cominciò a parlare così alla distesa : Io uon dubito punto, diss' egli, che la non sia per nudirc del proprio !aLte il fi gliuolo. - l\Ja la madre della giovinetta sposa gli rispose dicendo, doversi trovare altra donna, che desse al bambino la poppa, pcrchè non avesse ancora oltre i dolori soiTcr"li M I parto ad aggiungerlesi il g rave c difficile officio di nutrice. - Allora Favorino, pregoti , o donna , SO't!giunse , a lasciare che ella interamente c per tullo sia madre del fi gliuol suo. E che è infatto q uesta guisa imperfetta c snatumla di mezze madri , "che appena hanno partorito caccian lung i da sè iJ proprio parto 1 Che hanno nel loro seno nutricato del proprio sangue una c reatura che non vedevano, c quando la vedono viva e somiglian te a sè implorare gilt i materni oflicii, negano sostcnlarla del proprio Iaue 1 Credi tu forse, che

H la natura abbia dato alle lèmine il pcllo ricolmo a bellezza , c non a nutrimento dc' figliuoli 1 E a questo sono coudollc da quella stessa stoltezza, per· cui con medicate froùi adoperano ad isconciarsi del lcto che hanno conccllo, o pcrchè il piauo del ventre uon sia da alcuna ruga insolcato , o pcrchè la gravezza del peso non le stanchi, o i dolori del parto non le travagli. E se è cosa degna dell' odio pubblico e dell' aborrimento comune, che u11 uomo negli stessi primordii della vita, mentre si veste di membra , c s'informa di anima, sia morto fra le stesse mani del Creatore , non è meno detestabile vedere a lui già perfetto, a lui generato, a lui nato mancare il noto alimento del materno sangue. Per tale guisa codeste prodigiose donne, delle quali voi certo non siete, quella santissima fontana altricc del genere umano cercano a tutto potere dissccc:u·e cd estinguere, anche con rischio ; pcrchè non i• senza pericolo il ritrarsi c il conompersi del latte ; c tutto questo perchè lur hcll<'zt.a

f2 non si guasti. Ma poco importa, tlicono alcuni, di che latte sia madrito i l fa nciullo quando egli ha di che nudrirsi, e vivere. Pcrchè adunque costoro, che così parlano, se tanto hanno chiuso l'orecchio alla voce della natura, non pensano anche poco importare in qual corpo, c di qual sangue sia un uomo coucetto, c nutri to ? .forse pcrchè la forta dell' aria , c del calore, che lo riucuocc e lo fa bianco, non è egli uno stesso sangue quello che ringorga alle poppe, c quello che ristagna nell'u tero. E non è forse qui pure evidente l'avvedimento della natura, la quale volle che compiuto di formarsi i l concepilo bambino , quel sangue che vi accorrea in gran copia a somministrar la materia da trasformare iu lui si rimanga, e solo ve ne derivi quanto basù al crescente portato: il rimanente poi salga a mettere capo nelle mammelle , e così al pargoletlo allora usci to alla luce si offra l'usato c famigliare suo cibo. Laonde nou fu invano creduto, che come la forza c la natura del seme vale ad improntar

' :15 l'anima C' il corpo di certe somiglianze, 11011 :1ltrimcnti a questo valgono l' iuùole c la quali th del latte. E ciò non si è osservato solt:onto negli uomini, ma hcn anche nelle hcstic. Pcrocchè se :oi capretti dartt la poppa uua pecora, agli :ognelli una capra , avvcrrlt cbc la laua <li questi sia più grossa, i velli di quelli sicnC> pii• fini . Anche negli a lberi c nelle erbe lm più forza c potere la qualitt. delle acque c dei terreni in che si uutrouo c gct·mogli:ono per mi~liorarc o pcggiot·arc l'indole loro, che la stessa scmcn7A~ . E di sovente vedrai , clw una pianta rigogliosa c fresca , trapiantata in altro tcrrcuo, per lo di verso <' meno sostanzioso nudrimento perisce. Quale ragione vi è adunque alla buon' ora di corromp!'rc col nutrimento degenere tli straniero lallc di balia codesta uobi lth dell' uomo pur mo' nato, l' animo c il corpo Jcl quale dai naturali primordii ha lrallo principio 7 Specialmente se colei del cui latte volete usare sia o sch ia\·a, o dt st·r- ~i lc cond izione , o, come il più delle 1oltc

:14 addi Yicne, di straniera c barbara nazione ; c quel che è peggio sia di tristi costumi, rozza, disones ta, briaca. lmpcrciocchè sovente qualunque è colei che a tal tempo allatta , senza fare ulcuna ragione, viene chiamata per balia. E patiremo noi adun· quc , che questo nostro fanciullo venga i n· fe t to da pernicioso con tagio, c da corpo c da :lOimo tris tissimi tragga sostentamento :di' animo c al corpo suo? E infatto noi ' cggiamo spessissimo, che alcuni fig liuoli <.li bellissime cd onestissimo madri non hanno somiglianza alcuna nò nel corpo, uè nell' animo ai loro genitori. Con molta g razi" c vcri l11 adunque il nost ro Virgilio fà ccndo! i :td imi tare quc' versi d ' Omero Crudcl nè padre, a te Peleo, n è mac1rc Tctidc fu, te il negro nwre, c il fi..,nco Partorì delle rupi , c tu rinscrri Cuur di rupe nel .scn non seguì soltanto questo concetto, ma vi aggiunse del suo E le poppe lolla• di IÌS'"" lrcouo .

t5 lmpcrciocchè a formare 1 costumi del fanciullino ha gran parte l' indole dcii~ uutricc; c la natura del latte r itieuc quanto nel concepimento bcbbc dalla paterna semen7.a, ond' è che dal corpo c dall' animo della madre move c prende forma ogni inclinazione del fanciullo. E oltre queste cose , coloro le quali i proprii parti abbamlonano c da sè cacciano per darli altrui nutricarc, rompono , o per lo meno rallentano c scemano quel vincolo c quel nodo d ' amore con che la natura restringe i fig liuoli ai genitori. Il che al certo non è da porre in non cale, e d'aversi in dispregio. lnfatto quando il fanciu llo è allontanato dagli occhi della madre, c dato ad altra donna , la fiamma dell' amore viene a poco a poco mancando , cd ogni sollecitudine cd ogni cura si tace. Nè la prende minore dimenticanza del fi gliuolo dato ad allevare fuor di casa ,'che di quello che le fu tolto da morte. Ogni ufTcLLo p<ll del bambino è posto in colei sola che lo uutnsce : a lei sola tutto l' amore , tutte le •

carezze, i baci c i pensieri : c come a v- ' iene negli esposti , non ha tencrc-aa o desiderio alcuno per quella madre che lo partorì. E cosi cancellati c distruui i primi clementi della piclà nativa, se pare che nei figliuoli di tale maniera educali, sia alcuu amore per lo padre o per la madre, in gran parte non è da natura, ma dalla ci,i ltà c dalla riflessione. - lo udii Favorino parlare io greco queste cose , cd a comune utilità ne ho riportate quelle sentenze ch e allora potei nella memoria regi· strare. Alle grazie poi, alla facondia, alla eleganza de' modi da lui usati , non che la podotozza mia , mn appena tutta la latin:l f' loquenza non hailerebbc. F l N E. o " .. - ->

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