CONTRO LE DIVISIONI Da q_ueste stesse considerazioni nasce l'esigenza di un intervento che rnvesta i giovani prima del servizio militare e tenti di organizzarli prima ancora che indossino la divisa. L'entità di questo intervento come di quello sul Car rimane però sempre molto al di sotto delle intenzioni e delle necessità, anche se è indubbio che ha contribuito a cambiare la situazione nelle caserme. Nonostante questo la previsione si verifica sino in fondo come giusta: i giovani che entrano nei Car con alle spalle le esperienze dell'autonomia operaia o delle lotte ·studentesche, trovano lì il terreno più favorevole per mettere a disposizione delle masse i frutti delle loro lotte. Numerosissimi sono i casi di rivolte nei Car, sempre più generalizzata è l'insubordinazione in questi enormi ghetti, dove cresce anche la capacità di organizzarsi dei soldati che dai luoghi in cui poi vengono trasferiti mantengono i contatti tra di loro dando vita così a prime forme embrionali di coordinamento tra caserme diverse. Lo scioglimento progressivo dei Car in atto oggi, non è che la conseguenza del riconoscimento da parte delle stesse gerarchie militari della debolezza di questo "anello" della loro catena. Questo avviene nonostante anche qui i nostri difetti di "ideologismo" siamo chiari ed evidenti; la capacità dei soldati di fare giustizia delle divisioni, infatti, non è il risultato di una maggiore "coscienza", ma il segno della capacità dei proletari di affermare anche in caserma la loro autonomla lottando per i propri bisogni. Anche qui dunque ha pesato negativamente il ritardo con cui le indicazioni che venivano dalla spontaneità delle masse si sono tradotte in un preciso programma di lotte. Lo scioglimento del Car, in ogni caso, arriva in ritardo prima di tutto perché il "clima" in caserma è ormai cambiato, e sempre meno sono quelli che si prestano a fare gli "educatori"; in secondo luogo perché sempre più spesso le reclute trovano al loro arrivo in caserma un lavoro politico già organizzato. Infatti numerosi sono i casi in cui i "nonni" accolgono le reclute con volantini come questo: «Soldati del 1°/51 benvenuti a S. Giorgio! 80
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