Da quando son partito militare - Franco Travaglini - 1973

lavorano perchè le mas e conoscano il problema dell'Esercito e si sforzano di aiutare noi qua dentro. Vi diamo notizia intanto che già dal 1 ° luglio (ci hanno fatto alzare alle 3 di mattina per andare· al campo estivo; 100 Km. pigiati sui camjon come le bestie con un freddo cane e niente in pancia) abbiamo trovato ulla strada delle grandi critte ontro i nostri aguzzini chiamandoli ognuno per nome. Ciò ha fatto piacere a tutti i soldati, che hanno vi to come i nostri superiori s1 ono cagati sotto, e il più assassino di loro, il Cap. Gillini (abitante presso il 17 art. per pagare poco di affitto, poveretto!!) ha subito rispolverato la sua collera verso i soldati rendendoci la vita impossibile. Inoltre si è visto chiaramente la paura che hanno del cambiamento dal Colonnello Sessa, il terrore della ca erma, che ha cambiato improvvisamente modi mettendosi bonariamente in mezzo ai soldati, facendo tante domande oprattutto sul rancio, ma ha capito ben presto quando tutti gli hanno detto che è uno schifo, che non ci facciamo più ubriacare da nessuno. Tornando dal campo (dove ci siamo fatti il culo dalla mattina alla sera, dormendo per terra, senza acqua per lavare nè bere, mentre loro, gli ufficiali, avevano perfino la doccia) molti compagni sul camion cantavano Bandiera Rossa senza paura. Ma questi ono piccoli episodi perchè siamo solo a~li inizi e non siamo ancora riusciti a ostruire i loro progetti giorno per giorno, siamo ancora molto isolati da fuori (dobbiamo collegarci con la scuola e i quartieri e gli operai delle fabbriche) e sentiamo tutto il peso del revisionismo PCI, che non fa un cazzo per cambiare le co e. Molti compa~ni di base del PCI sono anche bravissimi, ma altri cercano di isolarci dalla massa dei compagnj dicendo che facciamo il gioco della destra. Saluti comunisti. Un gruppo di proletari in divisa della caserma «Viali» di Bologna. Lotta Continua, 1972 55

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