L'affollamento nelle camerate è incredibile. Il rancio è pessimo, ci fanno faticare per ore senza tener conto né ·della no tra stanchezza né dell'esigenza di dormire: ogni notte la sveglia è alle 0.30. Per impedire azioni di lotta iamo controllati sempre, momento per momento, e nelle camerate ci stanno, come tanti angeli custodi, ottufficiali firmaioli. Chi protesta è finito ubico. Anche da que ta filata, come già da altre occasioni (l'intervento per I ordine pubblic i.I 7 e 8 maggio) cresce tra gran parte dei proletari in divi a una gro sa discus ione politica e, giorno per giorno, una gro a maturazi ne. L'obbiettivo non può e ere olamente mettere in piedi momenti di lotta di massa contro le condizioni di vita in caserma, ma creare nelle forze armate momenti di chiarimento, di discussione, di agitazione, di lotta immediatamente di carattere politico generale. Quasi certamente questo 2 giugno ai Fori Imperiali, noi compagni che sfileremo come alpini della Julia, paracadutisti, assaltatori, bersaglieri, artigli.eri, non potremo salutare come vorremmo, con intere compagnie col pu&"nochiuso, i signori che sulle tribune, vedendoci passare ben armatl e addestrati, tireranno un sospiro di sollievo credendoci ancora una volta a loro disposizione per difendere il loro potere, le loro ricchezze, i loro privilegi ( ... ) E anche questo 2 giugno ci è servito per prepararci e coordinarci meglio. Un saluto a puino chiuso rosso e comunista dai compagni che sfileranno il 2 gmgno. Lotta Continua 1/6/1972 SULLA « MARCIA DEGLI AMICI DELLE FORZE ARMATE» Roma, 30 ottobre 1972 Siamo un gruppo di militari di una ca erma romana, incazzati per l'articolo comparso ull'U nità del 30 ottobre 1972 ulla « Marcia degli Amici delle forze armate» tentata nel Veneto, firmato da Domenico D'Ago tino (l'amico del giaguaro). 42
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