La disciplina deve diventare un'abitt~dine che, conservata dal cittadino al suo ritomo alla vita civile, informi sempre la ma condotta al sentimento dell'ordine} della solidarietà e del dovere. (art. 5 del "Regolamento di disciplina"). L'esercito deve educare. Quali siano i valori su cui si fonda questa opera di educazione la citazione qui sopra serve a chiarirlo. Su questo tema, con un taglio dapprima genericamente antiautoritario, poi semere più qualificato politicamente, si esercita dal 1969 la critica, l'a~1tazione e l'organizzazione dei compagni dentro le caserme. Vediamone una prima analisi: ' ''L'esercito non è soltanto un distaccamento di uomini armati dì cui lo stato borghese si serve per mantenere il suo dominio sui proletari; la sua funzione quotidiana e permanente è quella di essere una grossa scuola cui partecipano coattivamente trecentomila soldati di leva all'anno. A cavallo tra l'età scolastica e l'inserimento nel mondo del lavoro salariato, l'individuo sperimenta, attraverso i.I servizio militare, la repressione disciplinare allo stato puro, così da essere preparato ad affrontare nella maniera voluta dalla società i rapporti lavorativi in cui si troverà coinvolto nella vita civile. ( ... ) Esiste una grossa analogia tra la gerarchia aziendale e quella militare e era i modi di trasmissione degli ordini nelle fabbriche e nell'esercito. ( ... ) Anche nella fabbrica, come nell'esercito, esiste un regolamento, ma a fianco di questo tutta una serie di norme non scritte, alle quali gli operai devono attenersi di fatto perché è discrezione dei superiori punirli o meno rispetto a tali regole di comportamento che tuttavia non vengono mai esplicitate. Nell'esercito come nella fabbrica i reclami che gli operai possono fare devono sempre essere inoltraci al loro capo diretto e non possono mai saltare nessun livello della gerarchia; i trasferimenti, nell'un caso come nell'altro, corrispondono quasi sempre ad una 31
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