VI. IL NOSTRO OBBIETIIVO E' chiaro, da quanto abbiamo scritto, che l'esigenza fondamentale del movimento dei soldati è il rafforzament e l'esten ione d . . . so att. Abb"iamo più volte parlato di un uperamento di forme di lotta basate sullo scontro frontale. Ma non bi ogna pen are alla crescita del movimento come una graduale conquista di po izioni. È proprio nei momenti di scontro diretto, più o meno duro, che i consolida l'organizzazione, che il programma può generalizzarsi, che i soldati po sono verificare in concreto la propria forza. Anche il "nemico", del resto, può prendere l'iniziativa, e co tringere il movimento alla risposta dura. "lm edire all'e ercito dei adroni di funzionare" è una parola d'or me c e · s1 commc1a a mettere, parz1a mente, in pratica. Ma il c mpito ·del movimento dei soldati è solo ~uello di neutralizzare l'impiego antiproletariato dei contingenti d1 leva? Questo è sufficiente, perchè, nel rapporto di forze complessivo tra le classi, le masse dei soldati pesino dalla parte del proletariato? Come usare, indipendentemente dall'impiego della truppa in funzione di ordine pubblico, e dal suo rifiuto, la forza dei soldati? Storicamente le lotte di massa contro l'esercito e la partecipazione dei soldati alla lotta proletaria sono sempre state legate allo stato di guerra o all'intervento diretto delle truppe nella repressione delle lotte. L'obbiettivo, in particolare, di disgregare le Forze Armate, perché una parte combattesse a fianco del proletariato, si è posto solo quando la lotta di classe ba ceduto il posto alla guerra di classe. È J?OSsibile, oggi, superare questi limiti storici? È possibile che i soldati diventino parte integrante del movimento di massa di tutti i proletari, anche se non è questo il momento in cui i proletari in divisa devono diventare parte integrante del fronte del proletariato in armi? 168 i .I
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