sima contr.o i suoi militanti, interni ed esterni alle caserme. Continuano gli episodi di scontro diretto con l'intero apparato di potere della caserma, ma (a parte la repressione crescente) sul ~iano dei risultati è sempre più difficile ottenere qualcosa. Il dato più grave è però, l'incapacità quasi generale, di rispondere in modo adeguato alla repressione : ciò genera sfiducia, e rallenta una crescita dell'organizzazione interna commisurata alla nuova disponibilità di massa dei soldati. La repressione incide molto più su "Proletari in Divisa" (che sconta a lungo le proprie carenze organizzative), che non sulla volontà e sulla capacità di lotta dei soldati. Non si assiste ad un riflusso. Al contrario. Seconda. Le lotte, assai numerose, estendono e consolidano quel clima di discussione e di insubordinazione che conduce dritto filato alle "riforme" escogitate dalla gerarchia per riprendere in mano il controllo della situazione: aumento del soldo, rolun amento della libera uscita il sabato e a omenica, ua c e m1 1oramento e e cond' · 1 vita. a e "n orme" non ottengono g i effetti sperati: il clima di insubordinazione non accenna a "rientrare". Anche questa seconda fase, dunque, segna, seppure in modo molto più contraddittorio della precedente, un mutamento dei rapporti di forza a favore dei soldati. Questo per diversi motivi. Le "riforme" sono giustamente sentite come conquiste, non come benevole elargizione del potere; c'è la precisa consaeevolezza, che esse non mutano sostanzialmente le condizioni di vita dei soldati. Ma, più di tutto, conta la maturazione eolitica della massa dei soldati e degli ste si militanti di Proletari in Divisa. li rovescio della medaglia è un certo ritardo nella crescita oq~anizzativa, e soprattutto l'incapacità di rispondere ad una repressione che, imparando dall'esperienza, diventava sempre più dura e più articolata ad un tempo, con l'inas rimento enerale della disci lina la denuncia sistematica e e avan ua il terrorismo i massa: l'arma principale è, appunto, la repressione m 1scnmmata i e iunque, anche solo con l'esempio, possa rapp~esentare agli occhi dei soldati un incitamento all'insubordinazione. In certi casi si arriva addirittura alla pratica della. decimazione dei reparti. 162
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