/470. CASALE: LA LOTTA DI MASSA ANCHE IN CASERM1/ CRONACA Sabato 8 marzo: si verifica il primo caso di meningite. Lunedi 13: al mattino una seconda recluta marca visita. Sintomi: male alla nuca e febbre a 39°. Diagnosi: indigestione. Cura: riposo per tutta la giornata. Martedì 10: la recluta sta sempre peggio. Finalmente viene diagnosticata la meningite. Mercoledì e giovedì si verificano altri cinque o sei casi di meningite. Cominciano ad apparire le prime scritte (frasi di protesta· e simili) nei cessi e in altri posti della caserma. Le autorità militari promettono un massiccio intervento sanitario. Venerdì 13: arriva l'intervento sanitario: due pastiglie di sulfamitici a testa, limitatamente alle due compagnie in cui si erano verificati i casi; e come unica misura igienico-sanitaria, una specie di "quarantena" (in tutto di quattro giorni) che riguarda una compagnia e mezza (l'altra mezza contìnua a circolare per l'approviggionamento). Alla sera, al momento di rientrare nelle camerate 800 soldati, circa due compagnie si radunano nel cortile e si rifiutano di entrare nelle camerate. Interviene il colonnello comandante che dall'alto della campagnola, minaccia rappresaglie e denunce in quanto, secondo lui, si tratta di una sommossa organizzata (idea rafforzata dal fatto che contemporaneamente, nell'altra caserma di reclutè, il Casermone, avviene una quasi identica manifestazione). Q\les~e minacce fanno inc~zzare moltissimi sol4ati; il colonnello è . .. _. ,., 117
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