Per difendere chi - a cura di Franco Travaglini - prefazione Giorgio Rochat - Mazzotta ed. 1976

82 PER DIFENDERE CHI? invece cominciare ad impostare le cose in maniera nuova, in una forma veramente democratica, sentendo quali sono i problemi della base, creando degli organismi che abbiano la capacità di recepire le proposte della base, le esigenze delle forze piu vitali delle FF.AA., ed in base a quello risolvere il problema in maniera organica e globale. Non certo, come s'intende adesso, impostare tutto dall'alto e poi dire: «Ecco soldati questo è il nuovo regolamento», senza neanche aver sentito se loro lo sentono e ne sono convinti .. Io penso che se si vuole avviare un processo di democratizzazione delle FF.AA. occorrerà sentire anche gli apporti di idee della base, del «consumatore» naturale di queste innovazioni. E finché non si avrà la capacità di sensibilizzarci su quali sono i problemi che vengono dal basso, non ci sarà un'autentica trasformazione. Praticamente non ci sarà la ristrutturazione perché essa si può intendere solo in questa maniera. Ma finché si assumeranno solamente loro la prerogativa di pensare anche per gli altri e gli altri dovranno solo eseguire, non sarà una ristrutturazione. CAPITANO L.R. ( aviazione): Noi ufficiaii siamo tenuti al di fuori da qualsiasi discussione sul nuovo Regolamento di Disciplina dalle alte gerarchie, e questo è un fatto gravissimo, perché proprio noi che dovremo in seguito applicarlo, subirlo, ne siamo stati tenuti all'oscuro. Di solito quando si discute una legge le persone che dovranno applicarla e ne subiranno le conseguenze hanno la possibilità di dire la propria, di mobilitarsi se non sono d'accordo. A noi nelle FF.AA. non è concesso e siamo tenuti all'oscuro e repressi. . Dicono che noi dobbiamo stare alla difesa delle libere istituzioni e dobbiamo garantire la libertà dell'italiano e pròprio noi non siamo liberi di agire e se agiamo in modo libero subiamo le conseguenze deleterie di questo tipo di organizzazione. In questo tipo di situazione nel momento in cui ci mettiamo a pensare, ci troviamo disorientati e contrapposti alle istituzioni. Negli ultimi 30 anni in tutte le organizzazioni dello Stato e non, anche se non avevano una situazione di negazione della libertà, dalla base è venuta una esigenza di muoversi collettivamente per conquistare qualche cosa, e si sono formati i sindacati che

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