PER DIFENDERE UNA PATRIA DI NOME NATO ' TENENTE O.P. ( aviazione): E chiaro circa il concetto di «difesa» che quanto ci insegnano in teoria è molto lontano ·dalla realtà pratica. Ci hanno sempre detto che dobbiamo difendere la patria ma mai contro chi e come. Dobbiamo difendere una patria che non ci hanno insegnato a riconoscere e in cui ci sentiamo quasi estranei; le cose della vita poi ci portano a difendere il nostro interesse personale, la famiglia, i soldati, la carriera. E questo come? Sottomettendosi in maniera acritica e passiva a questo potere vigente, incontrollato, senza chiedersi mai perché. E questo contro chi va? Naturalmente contro quella stessa società che siamo chiamati a difendere ma alle spalle della quale viviamo e facciamo i nostri interessi. Il gioco ormai è chiaro: creare un corpo separato contro un nemico interno, che si colora di rosso. In questa linea si inquadra perfettamente il concetto di disciplina e il vigente regolamento tanto contestato. Affiancando ad esso il concetto di due pesi e due misure si ha un ottimo mezzo per creare separazione anche fra i componenti delle FF.AA., almeno fra i cosiddetti «buoni» e «cattivi». È noto infatti quanto blando e permissivo possa essere il regolamento per coloro che si inseriscono perfettamente nel sistema mentre quanto sia duro e assurdo per coloro che non vogliono seguire i buoni consigli e rifiutano ogni atteggiamento paternalistico. Non basta perciò riformare il regolamento, ma prima di tutto bisogna cambiare una certa mentalità vigente che si serve del regolamento come arma di potere e quindi repressiva. Ecco appunto l'esigenza di un organo di con-
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