FALCO ACCAME 35 per quanto concerne il problema del connubio militare-industriale 1. Occorre soprattutto una legge che impedisca ai massimi gradi militari di passare nell'industria. 2) Occorre poi provvedere a un ridimensionamento dell'enorme vertice militare e in genere delle forze militari non produttive, occorre cioè provvedere a una fusione dei 3 (anzi 4) stati maggiori e poi a una fusione delle stesse FF.AA. 3) Occorre un rinnovamento culturale con profonde modifiche nel sistema di formazione che vertano in particolare sull'introduzione di conoscenze circa i problemi sociali e una precisa consapevolezza dei dettami della Costituzione. . 4) Occorre immediatamente far cessare le pratiche di discriminazione politica che sono state attuate per trent'anni nei riguardi del personale ideologicamente a 1 Che l'industria militare sia soddisfatta dall'andamento del connubio militare-industriale lo prova la recente affermazione dell'ingegner Marcello Biagioni nella conferenza tenuta presso l'auditorium di Aviazione di Linea Difesa e Spazio, il 25 giugno 1975 (ved. Aviazione di Linea Difesa e Spazio, settembre 1975): « Si potrebbe credere che, con un simile cliente, dovrebbe ingenerarsi uno stato di tensione; quel che si verifica è esattamente il contrario. Si è andata creando una forma di compenetrazione, di attiva collaborazione, di stima reciproca in un comune lavoro, in una finalità unica. Il connubio forze armate-paese, e per paese, nella fattispecie, intendo quei suoi rappresentanti che lavorano nell'industria, è diventato un'operante realtà... » Nel giugno 1975 l'ingegner Biagioni era giustamente preoccupato di ricevere altri miliardi da gestire, e infatti afferma: «Speriamo in una sollecita approvazione delle leggi speciali per aeronautica ed esercito.» I miliardi della legge speciale per la Marina non erano evidentemente risultati sufficienti! Un esempio della rete affaristica che si è sviluppata negli ultimi anni . tra organismo militare e industria, delle connivenze e degli illeciti è la vicenda della SISPRE non ancora pienamente chiarita. La SISPRE (Società Italiana per lo Sviluppo della Produzione a Reazione) è costituita dalla Finmeccanica, dalla Fiat e dalla BPD. La società fu fondata nel novembre 1953 dal generale dell'aeronautica Aldo Urbani (che era stato il capo di stato maggiore) sotto la direzione del prof. Matteini, dal generale Bertagnolio e dal comandante Salza. La società ebbe dapprima sede in via Flaminia 53 e poi in via Salaria 913. La presidenza della società passò successivamente all'ex capo di stato maggiore della Difesa gen. Giuseppe Mancinelli, direttori il dott. Ferdinando Pollastrello e l'ing. Corbo. Tra gli operatori del SISPRE, l'ing. Bartoloni e l'ing. Aluppi (poi passati alla Mecfin). Il SISPRE lavorava in parallelo al CORAMI (Comitati Razzi
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