MARIOBARONE 17 stenibile l'isolamento culturale dell'ufficiale, specie se confrontato con la condizione umana e sociale dei sottufficiali e dei soldati democratici che questo isolamento hanno sconfitto dal momento in cui hanno inserito la lotta in un'analisi politica della situazione generale. Queste interviste possono avere, dunque, la funzione e il merito di innescare un primo contatto a livello pubblico sulle tematiche piu caratterizzanti del movimento riguardanti la ristrutturazione, il ruolo del militare in un mutato assetto organizzativo e nel quadro di una svolta democratica del paese, nonché il limite giustificativo di una normativa disciplinare e la ammissibilità e consistenza di istituti rappresentativi all'interno dei reparti e degli organismi burocratici. Il discorso merita di essere ripreso brevemente, su ciascuno di questi temi, come contributo e chiarimento al dibattito che in questo nuovo settore dell'istituzione militare prende ora l'avvio. Una ristrutturazione delle FF.AA. non può essere risolta in una dimensione meramente tecnicistica, svincolata da una discussione sulla natura e sulla funzione sociale di una organizzazione militare in una moderna società civile. Per quel che ci riguarda, il rifiuto di una funzione offensiva è preventivamente risolto dall'art. 11 della Costituzione («L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali»), ma anche la funzione di difesa del territorio e della collettività deve avere giustificazioni e limiti politici, tenendo conto dei compiti delle forze armate e degli aspetti peculiari di questo settore della collettività nazionale, non avulso dalla collettività stessa ma in rapporto dialettico con le sue caratteristiche, i suoi problemi, i suoi bisogni, le sue disponibilità, la sua situazione interna, la sua pianificazione economica, la sua collocazione internazionale. «Bisogna convincersi», scrive Rodolfo Guiscardo in ForzeArmate e democrazia, 1 «che per la conservazione di un ordine costituito non è importante - anzi è dannosa - la tecnica repressiva, ma è utile la prassi 1 R. Guiscardo, ForzeArmate e democrazia, Bari, De Donato, 1975, p. 106.
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