14 PER DIFENDERE CHI? mini di massima, per farlo diventare battaglia politica. Ho detto non a caso di «riproporlo», perché quello che forse i soldati e i sottufficiali democratici non sanno (ma è bene che sappiano, per gli ammaestramenti e gli indirizzi che questi squarci di storia possono fornire) è che il loro programma di fondo - la democratizzazione delle FF.AA. - fu il primo problema che si impose, nel 1944, all'interno dei Comitati di Liberazione Nazionale Alta Italia, nella prospetti va della ricostruzione dell'esercito nazionale e del ruolo che i partigiani vi avrebbero dovuto avere. Nel febbraio del 1945, anzi, le componenti democratiche di sinistra del CLNAI avanzarono agli alleati una serie di richieste a garanzia del futuro esercito nazionale e, fra queste, vi erano quelle dirette ad ottenere la revisione dei regolamenti, con l'eliminazione di tutte le norme introdotte dal fascismo, la revisione dell'apparato, con l'epurazione dei quadri, l'inserimento automatico delle formazioni partigiane. Si trattava di spiegare, come faceva il Partito socialista italiano, in un documento dell'aprile 1945 della sua segreteria, «che la lotta per la liberazione è condotta non solo per la cacciata dei nazifascisti, ma per la democratizzazione dell'apparato statale. Non si potrà dire che su queste basi venga riorganizzato l'esercito dell'Italia liberata, finché alla sua testa permangono gli stessi generali, primi responsabili dell'attuale situazione e fautori di un ritorno nuovo, reazionario.» E il Partito d'azione, nel fissare le proprie impostazioni programmatiche, aggiungeva che «nel ricostituire le forze armate italiane, bisogna vegliare affinché non si ricostituisca un corpo di ufficiali, guardie della reazione e candidati a dittature militari. Il ministro della Guerra dovrà essere quindi capace di costituire un corpo di ufficiali democratici.» Su queste linee, come è ovvio, non tutte le componenti cielleniste concor- <tlavano e, fin da allora, cominciava a far capolino la comoda copertura ideologica della «continuità dello Stato». Ma alla fine prevalsero le decisioni del governo alleato, in virtu delle quali (insipienza o strategia politica di lungo respiro?) ebbe inizio anche in questo settore la restaurazione prefascista; e in questa aberrante soluzione fu facile, confondendo fra «passato» e «passato», ottenere l' inseri1nento dei repubblichini. Con le conseguenze che
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