Per difendere chi - a cura di Franco Travaglini - prefazione Giorgio Rochat - Mazzotta ed. 1976

12 PER DlfENDERE CHI? classe dirigente preferi soffocare il dibattito sulle questioni militari incrementando una separazione forzata tra forze armate e paese, che in sostanza significava riservare alle forze governative e reazionarie il controllo dell'esercito, a danno anche della libertà di critica interna e della stessa ricerca di efficienza tecnica. Prima guerra mondiale, dittatura fascista, guerra fredda anticomunista furono le tappe della soppressione di ogni libertà di critica, non solo politica ma anche tecnica, in materia di difesa e del rafforzamento dell'alleanza reazionaria tra alte gerarchie e forze di governo. Malgrado la violentissima ondata antimi- ~ litarista del «biennio rosso» 1919-'20 e l'esperienza politicamente e tecnicamente innovatrice della guerra partigiana, il movimento operaio e le forze democratiche dentro e fuori le forze armate non seppero _reagirea questa politica di chiusura e lasciarono troppo a lungo il monopolio della politica di difesa a governi e stati maggiori. A partire dal 1970 questa situazione è stata messa in crisi dal mutato clima politico, dallo sviluppo delle lotte dei soldati e poi dei sottufficiali e dei poliziotti e dal rinnovato interesse delle forze di sinistra per i problemi della difesa. All'ampliamento del dibattito e delle lotte mancava finora la voce degli ufficiali: una lacuna che la pubblicazione di questi interventi sollecita a colmare. Come abbiamo detto, non ne sopravalutiamo il valore in sé, ma ne riconosciamo l'importanza come strumento di rottura con un passato di silenzi e di conformismi. Tutti i movimenti di lotta hanno bisogno per crescere di momenti di provocazione aperta, a prima vista perdenti per la violenza delle reazioni suscitate, ma in realtà necessari per costringere tutte le forze interessate a uscire allo scoperto e a prendere coscienza del proprio ruolo politico. Anche gli aspetti urtanti di questa pubblicazione, a cominciare dal forzato anonimato, hanno perciò una funzione positi va per chi sappia andare oltre i logori schemi del patriottismo ufficiale e accettare il confronto critico con il confuso, ma vivace e ricco dibattito in corso sulla politica di difesa, momento necessario per l'affermazione della.visione costituzionale delle forze arn1ate come strumento di difesa della democrazia italiana. Milano, 31 maggio 1976

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