Carlo Maria Curci - La demagogia italiana ed il Papa re

96 SACRILEGIO pretendendo che quella maniera d'intendere e professare il catlolicismo non sia legittima; e forte più dell' altrui debol ezza che del prop1·io vigore, ricorrendo all a forza bruta, trionfa colle arti del fazioso e colla viol enza dell'assass ino. Or questo processo, spogl io degli appicchi civili e dei pretesti politici, ai quali alt ro che i gonzi non avran creduto, questo processo, dico, è il tipo in miniatura della persecuzione religi osa. Ciò che si é fatto .coi Gesuiti e coi gcsuitanti, potrebbe farsi allo stesso titolo con qualunque altro, non escluso il Pìnelli sotto il cui Ministero si sanzionava la famigerata legge sugli Ordini religiosi. Prete Gi oberti ha àispntato al PineIli l'onore di quel fatto illu stre, e vonebbe arrogarsene tutto il m·erilo. Ma non pare che debbano quei due valorosi insistere lungamente su quella gara, la quale potrà comporsi agevolmente, almeno pel merito dell'altra vita che sarà certo il più diulumo. La retribuzione che essi ne potrc!Jbcr portare dal giudiye supremo è tale, che il pa rteciporne interamente dall'uno non toglierà che si possa non meno interamente partecipare dall'altro. Nel resto qualunque aLbia senso di fede ha dovu· to oggimai intendere, che se fu un danno della Italia perdere un pres idi o reli gioso, non ·di l'o altro, dei più passionati e dei più disinteressati, i Gesuiti medesimi furono onorati dalla oppressione quanto ·non avrian potuto da qualunque glot'ia; e certo assai al di là del loro merito. Essi uniti tuttavia strettamente alla Chies? ed aiutandola dei loro affettuosi servigi neli a Fran· eta ' nel Belgio, nella Inghilterra, nell'Irlanda, nelle

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