Alessandro Ademollo - Alessandro VI, Giulio II e Leone X nel Carnevale di Roma

')2 Altmuulro Vi, Giulio Il e Ltonc X Ludovico Ariosto, et quanto va le in qucst.1 arte; dipoi se ritirammo il prcfato messer L:tnfr:mco et io, et parlando dc questa comcd ia, si dolca che ab prcsentia dc t:tnt:t Macs t;\ si recit:tsscno parole, che non fosscno ho11es te, et invero in quel princip:o g li sono alcune p.lTolc reumaricc; esso con cl Poitom (uowo del Re tft Francia) et un altro fr:tncesc andorno a cen:~ con il Bondclmonte, et bcnchc il Bon· dclmomc invitasse :mcho mc in quel istante, cossi la delibcr:ti r~ngratiarlo et and.mninc a la mia ccnct:\. '' La sera (Lwwli grasso) hw:ndo si recitò certa comcdia dc uno frate, il qu:~ l c avc:t facto uno :1rboro dc mati (t) (cucc11gnn?) et per non esser successa a molta satisf:tcionc, il Papa in cambio dc i\lorcsca fece balciJ.r questo bon frate sopra una colt ra, et dete una gran p:lllciata sopr:t il tabulato dc la seml. Dipoi li fece t:tgli:tr tute le strcnghc intorno, et tirar le c:tlcic ali calcagni, et il bon frate ne mor· skò dc quelli palafrcneri tre o quatro dc m:lla sorte et fu necessitato tandcm a montar :t cav:Jllo, et con le mane li forno date tante scui:Jciate, che siccomo mc referto, li sono bisogn:tte molte ventose, et su la schiena et su !c chi:tpc, et stassi in !ceto et non bene: dicesi chcl Papa lo fece f.1rc in cxemplo dc altri fr:Hi, :1cio se levino dc pensicr dc non farli ve-

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==