Alessandro Ademollo - Alessandro VI, Giulio II e Leone X nel Carnevale di Roma

90 Almn11dro Vi, Gi11lio 11 c Ltoue .\ era molto bela dc mano dc R:t faele, et representa· vasi bene per mia fè fcr:cr:c (1 ) dc prospcctivc, che molto forno l.mda te; et mirando anchora cl Ciclo che molto si rcprcsemava belo et poi li c:cndeleri, che erano formati in lettere, che ogni lettera subteneva cinque torcic, et diceano Leo X Pontifex Maximus. Sopragionse cl )\uncio in scn:1. ~~ re-citò l' argumento, in dcmostrar che Fcrara cr.t ,·enuta lic sotto fede dc Cibo per non tenersc dc menar vaglia dc M:mtoa, che era sta portat:t l'anno p:tssato da Sancta i\l:iria in portico; et bischizò sa. pr:t il titolo dc la comc.lia che è de Supp .,sili; dc ta l modo che il Papa ne rise assai g:tgliardamcntc con li :tst:t nti, et per quanto intendo se ni scand:tlizorno fr:tnccsi alqu:1nto sopra quell i Suppositi; se recitò la comed ia, et fu mollo bene pronunciata; et per ogni acta se li intcrmcdiò una musica dc pif:tri, dc cornamusi, dc dui corncti, dc viole et !cut i, dc r organeto che C tanto v:1 riato dc voce, che donò :1 ! Pa pa i\lons. Illus trissimo de bona memoria (i1 Card. d' A··ngoun), et insieme vi era un flauto et una voce che molto bene si comendò; li fu anche un ~oncer to dc ,·oce in musica che non comparse per mio judicio cossi bene, come l~ altre musicc. L'ult imo intermedio fu la morcsca, che si reprc- (1) Il si gnor CaJlJ'('\li legge: - • Cl repTcScntan bene per mia fe foTmt.

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