Alessandro Ademollo - Alessandro VI, Giulio II e Leone X nel Carnevale di Roma

fl rejtqioue Povero Franco ! Chi gl i avrebbe dct•.o nel r 565, a lui Etmigliare c poeta della corte di Pio IV, che un altro Pio, quinto un numeroso corteggio di vario colore per le vesti c pei chiom::lti elmi c pci cavalli pronti alla corsa , si dà una chi:tr:t rappresentazione, nella quale egli porta liet:uncntc contro i nemici le insegne di Cristo, consegnategli da l gra n Pio. Di qui regnera i (o Homa) vincendo con gloria sotto tali auspidi c sul tuo capo sarà di nuovo posona l' antica corona. LO STESSO I:-<TORXO AD ANN"IIIALE ALTEMI'S Mentre la gioventù Romana, famosa, per molto tempo, in guerra, sta in ozio, non spinta alle armi da alcun capita no, Annibale, preso l' aspetto di :Martc, eccita l'inerme (gioventi.t) e, quasi visitato da Strimone, dice: Bisogna andare contro i nemici che ci st::mno di fronte, con questa asta, con questo elmo, con questa spada e con questo scudo che sono quasi mio sangue, c formare cosi un quadrato o una (schiera) q'·ale. La fanteria si avanzi cosi c cos\ cammini la ardita cavalleria; così (si di a) lo sprone, a tempo oppor tuno, allo spumeggiante cavallo, ma ora si allenti cd ora si rattenga, colla mano, la briglia. Non vi è dunque da mara vigliarsi se ora Martc scherza colle armi , essendo questo nuovo Marte tanto caro al nostro Giove.

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==