Ugo Rabbeno - Le Società cooperative di produzione

38 nel quale si può otteriere l'emancipazione del l.avoro è soltanto q1iello della industria coo/Jerat-iva ». Non cititamo, per non dilungarci di troppo, i giudizii del Fawcett, dello Thorton e cli parecchi altri, che corrisvonclono presso a poco ai precedenti. Attualmente invece, se gli economisti che rifiutano in modo assoluto le società di produzione sono ben pochi, cercereste invano fra le più illustri personalità della scienza, e fra i più liberali ed avanzati, alcuno che ardisse pronunciare così favorevoli giudizii, e nutrire sì ridenti speranze per l'avvenire cli questi istituti. Le società di produzione sono caldeggiate con maggiore o minor favore; se ne riconoscono i vantaggi, l'utilità, ma non si nutre più dagli economisti fiducia che esse possano essere un rimedio sufficiente cd efficace, e, più di tutto, chr abbiano una portata abbastanza estesa. Potremmo anche qui riportare molti giuclizii recenti, ma ci vogliamo limitare a riferire l'opinione cli un solo, fra i pit'.t valenti; opinione che rispecchia quella cli molti altri. 11 Brentano, a proposito dei vantaggi delle societ:\ cli produzione, così si esprime: « Se questi vantaggi non sono così grandi come ce li dipingono gli entusiasmi delle associazioni, essi hanno pure una importanza tale, che reca meraviglia che così piccolo sia il numero delle associazioni realmente fiorenti». E qualche pagina più avanti (nella sua opera sulla questione operaia): « La importanza cli tutte queste forme cli impresa (parla delle società di produzione «pure» e cli quelle che ad esse si avvicinano) è molto limitata, perchè tutti i rami della grande industria sono loro preclusi. A misura che il campo della grande industria si estende, quello di tali forme di impresa si restringe. Ma in molti rami della piccola industria esse possono fare buonissima prova. Però esse valgono a condurre alla indipendenza economica solo quei lavoratori che siano

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