William Morris ed i suoi ideali sociali

7 «Mi parve>, dice .il narratore, « mi parve, mentre il Morris leggeva, di ascoltare una musica nuova, originale, diversa da tutte queUe udite prima ..... Ma quando gli espressi meglio che potevo l'ammirazione che provavo, ricordo che mi rispose: - Oh, se questa è poesia, non è difficile scriverne. Da quella volta in poi, egli venne, quasi tutte le sere, a trovarmi e leggermi sempre nuove poesie>. Aveva ingegno pronto, rapido e fecondo; ed ha lasciato diversi volumi di poesie. La serie migliore è forse quella detta del « Paradiso Terrestre>. « Fra tutti i poeti inglesi ,, dice Swinburne, « non v'è stato ,dopo Chaucer, un altro che, come William Morris, abbia avuta tanta fantasia e tanta arte di raccontare. Così William Morris seguitò a cre'are novelle, e raccontarle in versi, ed ancor meglio in prosa, per tutta la vita, ad eccezione di quei sette anni che dedicò ad un lavoro assai più arduo e profondo. Scelta di lavoro. Ma quantunque l'impul,so più forte e più costante fosse in lui la letteratura immaginativa, non è già come scrittore che il nome suo risplende di purissima fama. S'egli avesse data tutta la ricchezza dell'ingegno alla poesia, l'Inghilterra conterebbe un grande poeta di, più; ma vi son cose più necessarie assai dei bei versi e delle novelle; vi sono verità che g\.i uomini devono imparare, e che William Morris ha saputo bene insegnare. Devono imparare che il lavoro accanito, sordido, da bruti, degrada non solamente chi lo compie, ma chi ne trae il lucro ed il lusso; devono imparare che se la massa opepaia è abbrutita, ignorante, dovrà sottostare per sempre ad una plutocrazia grossolana, incapace di civiltà. Queste sono le verità che William Morris diceva a tutti, chiaramente; nè avrebbe saputo conoscerle ,e dirle

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