Henry Barby - Il martirio di un popolo : i massacri dell'Armenia

• f I MASSACRI DELL' A.1-l.ftr1EN1A. in piedi, presso il ti1none, e continuava rapida e con gli occhi spalançati, a gettar qualche cosa da bordo. Non si riescì a farla cessare, ma, verso ii mattino, ci si accorse cl1e non era più nel battello. Probabilm-ente si è gettata anch'essa nell'acqua ... << Il giorno dopo 1·aggiungemmo la riva senza essere inquietate, ma eravamo così terrorizzate, che non potevamo più parlare. rfuttavia mi ricordo -dello stupore provato p_er non aver più veduto i 1"'urchi. _« Sbarcammo, o meglio ci gettammo a terra, e cominciammo a ·correre verso la foresta, nella qua.. · le erano già molte donne e bambini. « Ad un tratto, un grido straziante di aiuto ri- . s-uonò aìle nostre spalle. Mi voltai. e vidi il 11ostro .. battello completamente vuoto ad eccezione di una fanciulla che, coi capelli sciolti. al vento, ci faceva gesti disperati. << - E' pazza anche lei! - esclan'lÒ una di noi. -- Lasciamola là !... e< Ma il vento ci portava le sue parole: « - Non posso più n1uover1ni !. .. Abbiate. pdetà d . ' S I · . ' N 1· . ' 1 me.... a vatem1 ... on vog -10 i;nor1re .... <( Non capimn10 ciò ch'era accaduto. Corsi verso di lei con qualch•e altra compagna, percl1è tutte . amavamo quella piccol~ Areknaz, così gaia e che aveva un cuore teneriss:imo. « Giunte vicino a lei comprendemmo: non era pazza., ma le gambe si erano ad uu tratto paraliz161 -- Biblioteca Gino Bianco

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