Quaderni di cultura repubblicana

BREVE PREMESSA Mi si consenta all'inizio di questa succinta monografia di parlare quasi per fatto personale. Dirò che benissimo ha opinato la Direzione centrale a comprendere in questa collana divulgativa un nome e una figura come Carlo Pisacane: ha fatto male soltanto a scegliere nella mia persona il nome del compilatore! Per il resto, mettere Carlo Pisacane tra gli eroi e i pensatori del mart irologio e della Scuola repubblicana direi che è cosa infinitamente saggia e può costituire una forma di rivendicazione. Epj:erò cade opportuno parlare del cosi detto mio fatto personale. Mi meravigliai, nella lontanissima estate del 1918. quando in uno dei suoi soliti articoli domenicali dedicati ad argomenti del Mezzogiorno sul " Giornale d'Italia "• Matteo Incagliat i. ricordando il centenario della nascita di Carlo Pisacane (eravamo allora in guerra contro la Germania e l'Austria-Ungheria e da poco si erano svolte vittoriosamente le battaglie del Montello, del Grappa e del Piave, ma non ancora l'ult ima di Vittorio Veneto), lo accostava a Marx, di cui pure in quell'anno si celebrava il centenario: il romantico combattente e condott iero della spedizione di Sapri accostato al teorico del materialismo storico, il patriota al profeta dello spettro del comunismo (come il Marx si esprime nel Manifesto del '48) a me giovinetto, studente di liceo che aveva nelle orecchie l'eco dei canti della Patria, pareva un sacrilegio o una contaminazione. Adulto, anzi attempato, in un lontano comizio elettorale volli tracciare nella mia qualità di repubblicano tradizionalista (esser repubblicano tradizionalista non vuoi dire offrir prove di immobilismo. perché la tradizione non è che richiamo ai supremi principi che illuminano J'avve3

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