Volontà - anno IV - n.4 - 15 ottobre 1949

tcudo da 7,ero, ucll'attualc società, può farlo è percl1è 1 non solo tro,•a dei )a\'oratori da srrultarc, ma può trafficare in direzioni cli,·erse o in diverse alli\'ità. Hn una volta che l'insieme del meccanismo sociulc speculativo ed il commercio pri\'ato sono scomparsi, il clima, l'ambiente non si presterebbero piit a <.·ombina– zioni multiple. Le possibilitì1 di sfrut– tamento sarebbero nulle. Supponiamo. d'altra parte, che un individuo grazie. alle sue economie, arri,•i u comperare due o tre case. Che cosa ne farebbe dal momento che la società prowcde a ciaS<:uno l'alloggio necessario? Non dimentichi:nno che conside– riamo i brni della produzione pro– prieti, collcttha e che per conse– guenza nessuno potrebbe appropriar– sene indi\ idua1mcntc. Anche se n,·cs– se il danuro necessario, nessun uo• mo potrebbe comperare dicci ctlari di wia terra che ,,pparticnc o al co– mune o ad ·w1'auociazionc cli agri- cohori. Ne~sun uomo potrebbe pro•– i·urarsi delle macchine importanti. perchè socializzata la loro distribu– zione, non verrebbero vrndutc ai pal'ticol.tri ~). Se si csamiua fino n fondo la te• .1murizzazionc, ci si accorge che è molto meno da temere di ciò dic ap· pnre a tutta pri1na, :1nzitullo perehè non sarebbe 1>il1 necessari.i e in se• guito pcrchè non sarebbe frullifer:1. Oh-cnterebbc ben presto fonomeno di qualche mani:ico che nou farchbc del nutlc a nessuno. (co111i,u111) G. LEVAL 4 ) In RuM!i:i. è ri..ort:> la ria~ dei Ku– lake o conladini a~i:iti. ~e non ricchi, 1>er• 1•hè In rivohn:io1m del 1917, 11011 :l\'C\':I iO· ciali:t:%310 la terra ma :neu divis.o i g_r:uuJi domini e 111olti11lic:uole 1iro1>rietà pri,·a• 1e, En dull((Ue ine,;itabile che i contadini 1,iì1 intra11re11de111i nel lnvoro e nella f>(}t· c•ulniione o in 1u11e e duo le co&e insieme, 111i~liora$6erola loro E.iluazionc a epe,111 de– gli altri. con l'aiuto del commercio pri• ,·alo <"heera 611110 in p,ute mantenuto, MfZZOGIORNO L'cleganti81!imo Po"io organizza Colliìigli dei Ministri 1~r parlare dei 11roblemi Jel meuogiomo, Non è <1ue6loche gli ti chiede, come Viee Pre6idente del Contiglio p.:arlico- 13rmente meridionale: parlare dei prolilemi del mezzogiorno? Porallelamente, ò ìn corso 1111:i polemica - del solilo 1>ubblicis111coraggioiO ed iso• loto o <1u:15i:E. HoMi - contro le ,ocielà elettriche, le <11111li è e\'idenle non oostrui• &eono cc111ralise non quando la loro convenienua lo 511ggerisce, e 6e ne 1lltOJ>iccianoilei bi50gni del popolo )11\'oratore. Nett:uno ha, a <1uan10 e.i comla, penu10: centrali idroeleuriche •i debbono fatt, bonifiche agrarie ;,i debbono lare; Jterchè 11011 accos,11iuo &i1tcm111icamente i due problemi? Chi ha ,•i~to gli :alvei inumani ,lei torrenli calabrC1i e eiciliani, ad es., "' che <1 deve» piovere in quelle regioni una quantità d'acqu.:1 notevole. Se t~ fermasse quo;t'acqua in 6Cr• batoi, ne verrebbe: I) la regolazione dei fiumi e torr-enti (disastri come quello di Benevento in&egnano.) 2) la bonifica J>rima e la irrignione ipoi de1le piane paludose e malariche (e miglior lavoro e miglior vila e J>iù aaluto per .i conladini). 3) infine, anche la s>roduzione di corrente ,(e 1'artigia11a10 meridionale, che "igore acquitlerebbe, con 1'0rre:nte a buon mercato; e come muterebbe il viUaggio rurale con )a luce eleurica, il tomo e.lettric1>,le pon)pe elettriche, il cine). lo corrente diverrebbe un eouoprodotto della •boniflc.:1. ~fa a chi dirlo, ira quNli ,ordi? 253

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