La Voce - anno II - n. 49 - 17 novembre 1910

LA VOCE 439 dimostra che queste idee della Curia sono sparse anche tra il popolo, che clispre1.za i preti che prendon moglie, mentre tollera i viziosi che ser– ban la tonaca. ligiosa. I sacerdoti veramente credenti assumano il peso del celibato, gli altri escano. il disprezzo ciel popolo verso lo stonacato che prende moglie. E la stampa deve aiutarci. (Ap– plausi). Oomancln un voto dell'assemblea perché la de– nunzia sia pubblica (Applausi). Ordine dei giorno Avo/io: Il Co11vcg110, udilo la re/a::ione e /a discussione sul relibalo ecclesiastico: persuaso che la Legge relibalaria, rlte im– pone a tu/li t' preti, a 1111 modo - nuclie a quei/i che, pe1· ualurale iucliua:zioue, vi 1 ipuguauo - 1111 voto c/1e 11011 è secondo 11alura; e elle, per i/modo stesso con cui è imposto, 11011 fondalo sopra 11,,, allo cosciente e libero della 1.10/011/à, é immorale, fa volo: I.° CIie il dero stesso i11/eusijid1i /'ngila::io- 11eper l'aboli::ioue delle Legge relibataria, 1·iveu– dica11do soprallullo, e Jmbblicameule, i suoi dfritli d'uomo e cittadino; 2.° CIie la stampa tutta, onesta e libera, fa– vorisca la forma::ione della pubblica coscie11::a contro la immorale legge/ 3.° Clte il Cover110, mosso da tutti gli onesti e coscie11tideputati, sjn·cie dei 1-appresenta11tidella Democra::ia, s 'iuteresS1· alla q11eslio11e,a tutela d'1111aclasse 1111111erosa di cilladi11i, e sopra/1111/0 a tuie/a della pubblica moralità. Gennaro Avolio. BORRI: loda la relazione dell'Avolio. Osserva però che altre persecuzioni, pii'1 ipocrite, si dan– no nel settentrione, ad es. qtre1la contro il ~li- 11occhi, privato d'un incarico ali' Università di Pisa. DONATI: Nella relazione Av0lio distingue tre lati: uno dottrinale, uno polilico. uno ""lnorale. 11 primo per cui si afferma la necessità cli far tornare la chiesa alle antiche abitudini spirituali dei primi tempi evangelici. Il secondo che ri– guarda i rapporti tra Stato e Chiesa, con un as• setto economico in quanto oggi il prete vive dell'altare. Il terzo, morale, che interessa più il Convegno. Qui osserva c-he l' A voi io non ha te– nuto conto delle differenze regionali psicologi– che e precisamente tra nord e sud. Il clero del sud partecipa del travaglio morale di quelle po– polazioni. Quello del nord più che ,·ita religiosa fa \"ita economica industriale, capitalistica intensa. Nel nord il laicato ha un controllo sul clero, che nel sud manca. l\eJ nord si è disposti a riconoscere l'onestà d'un prete che sposa. Egual differenza c't: nella educa.done e istruzione dei seminari. E a questo proposito nota come essi si spopolino, e spera quindi in una selezione .naturale di preti casti per libera scelta. M1N"OCCHJ: La chiesa cattolica ha varie volte tentato l'abolizione del celibato ecclesiastico. \'i sono ragioni profonde che l' hanno fermata sem– pre. Tar,to profonde che le ricerca fin nell'e– braismo, anzi nel parsismo, e nell;i opposizione del principio del bene e del rnalè personificati, eguagliati al principio maschio e femmina. Cosi fin da l'inizio la donna rappresentò per i cri– stiani il male, il demonio. Cosi fu intesa dai pa– dri della Chiesa, e il peccato originale fu formu– lato come peccato carnale. Quindi la morate del monachismo, e la castità come \'Ìrtù. Non c'è da aspettarsi che questa riforma nasca dalla Chjesa. Gio\'a però aiutare l'iniziativa dell"Avo– lio, in 4uanto il pubblico possa arri\'are a cor1- siderare con simpatia il prete ammogliato. Quan– to ai seminari è di parere diverso dal Donati : li vede tuui educatori di ipocrisi:. e di miseria di spirito. Si meraviglia che lo Stato non si oc– cupi di più del!' istruzione in tali istituti, e che ci sia voluto un prete, il :\lurri, per dirlo. Vor– rebbe I' intervento dello Stato. A domanda del Borri ritiene utopia le spe– ranze dell' A voi io. PREZZOL1s1: Noi non possiamo occuparci di un affare interno della Chiesa: nè J;:i Chiesa ac– cetterà le nostre idee, nt: noi abbiamo diritto di farci ascoltar da lei. Se la Chiesa non aboli– sce il celibato avrà gravi ragioni : ne accenna una: il confessionale. Più importante poi è il fatto storico che presso moltissime religioni, e presso aristocrazie, la castità viene considerata come necessaria per dedicarsi interamente al– J'apostolato. Infine si oppone alla tendenza di fabbricare dei tutori di coscienze, metodo ec– cellente per educare dei vili ; la vita morale t; conquistata a prtzto di errori e di dolore. Am• mette però nel caso pres<-nte utile un intervento perchè i giovani siano veramente liberi nell 'as• sumere il peso del celibato. ABIG!'- ~STf.. : deplora si sia solle\·ata la que– stione del nord e sud. ROCIIAT: espone alcune obiezioni traut dai Vangeli e dalla vita dei primi cristiani, contro il Minocchi. M1.socc111 : risponde al Rochat e al Prezzolini. A. CHEAZZ0: Fa una questione purament< .. re• G. SAL\'EMINI: Crede che occorra fissare qual• che punto, piuLtnsto che tentare una soluzione. Come meridionale dà piuttosto ragione al Do• nati. Il mezzogiorno non è inferiore ma è ar• retrato di 50 anni rispetto al settentrione. Si in– tende che parte del setlentrione stesso è mez– zogiorno. Esprime [approvato dall'assemblea] il pe11siero che si vada verso un migliòramento dei costumi. Oggi si parla pit\ chiaro ma si agi– sce meglio. Una volta s'era più timoro.:ii nelJle– sprimersi, ma si agiva peggio. Il punto vero delfa questione non è già quello di ritenere one– sto il prete che sposi: bensì l 1 altro: se la re• gola del celibato, r~algrado gli evidenti incon• venienti, non presenti tali \·antaggi da farla ri– tener necessaria. Ora qui è d'accordo con Prez. zolini. E probabile che s:a utile che in nna so– cietà ci sia un 1 aristocrazia di uomini puri e senza obblighi famigliari. Certo i vantaggi ci devono essere, se questo pen ;i ero si ripresenta nella storia. Però si rende conto della gravità degli incon• ,·enienti sociali del clero seduttore e clepra,·ato, di fronte ai quali non si può restare indifferenti. lo Stato ha diritto di evitare che per ignoranza sian tradite famiglie e giovani. Propone per ciò che si stabiliscano norme giuridiche 1) che sia proibito pronunziare voti perpetui a persone che non abbian 25 anni di età 1 2) che non possa insegnar nei seminari che chi ha la licenza li– ceale; garantendo così le condizioni d'età e di spirito per una libera scelta. ì\l1c1tELS: Crede che la morale del clero ri– specchi la legge delle minoranze, che sono sem• pre più ,~orali delle maggioranze, in mezzo alle quali vivono [per es. i protestanti in Italia sono più morali che non i cattolici; ma i cattolici in Germania 10 sono più che i protestanti]. li po– tere ha sempre un cattivo effetto sui partiti che se ne impadroniscono. PREZZOLINIosserva a Salvemini che le norme giuridiche creanCJ un'antipatica burocrazia, facil– mente ingannabile se la Chiesa vorrà. Occorre in\'ece Jlazione privata, aiutando i preti che \"O• glion lasciar la Chiesa a trovar modo di vivere indipendente. MAJNO: Come donna afferma il diritto che le creature si sviluppino libere nella loro coscienza. Ora i seminari sono dei soffocatori di coscienze. Quindi d'accordo con l'agitazione proposta dal• l'A,·olio. Dopo pranzo. Presiede il Prof. BORRI. AYOLJO: questo convegno agita le questioni, non le risoh-e. Così per il celibato dei preti. Nè lui, nè i suoi amici combattono il ct:libato 1 il quale può permettere un 1 attività meravigliosa d'apostolato. Riconosce che quando s'è presi fortemente da un' idea, non si sente bisogno dell'atto sessuale. E c'è molti sacerdoti, nel set– tentrione e nel meridionale, che lo dimostrano. Combatte bensì la legge che impegna al celibato ragazzi, cbe ancora non sanno nulla della vita, educati nei seminari, a base d'esperienza nega– tiva (ai seminaristi cli Napoli è persino proibito passar per via Toledo). ln\·ece il chierico deve poter conoscere la seduzione della donna: se sarft forte nell~ sua idea, resisterà. S 1 è proposto di ritardare il voto di castità: ciò non risolverebbe la questione. Perchè I' in– dividuo può mutare bisogni e convinzioni dopo un periodo cli tempo. La legge del voto di ca– stità dc,·e cessare. Il celibato non è questione che interessi solo i preti. È questione sociale. Il padre deve sem– pre temere dcli' influenza d'un amico o d'un confessore per i figli. E ci sono i continui scan– dali nella vita sacerdotale. ~ essuno dice che lo Stato debba esser l'angelo tutore. :\la non può dbinteressarsi di oltre 80,000 cittadini. Tanto più ch'esso ha continue ingerenze, nascoste o pubbliche, con la chiesa (nomine dei vescovi ecc.) E i seminari sono istituti pubblici, rappresen– tano ginnasi e !icei. Lo Stato non si disinteressa degli istituti scolastici privati ; deve dunque oc– cuparsi anche del modo con cui vengono educati e tenuti più cli 30,000 seminarjsti. Le mense date al vescovo sono, in parte, per mantenere i se– minari. E invece ora lo !>lato si trova davanti a pubblici funzionari (parroci) che non conosce. La chiesa ha stabilito il celibato per poter tenere in mano i preti. Noi dobbiamo agitare la que• &tione, tendendo che dal pubblico passi alle sfere più alte che la risolveranno. Intanto c'é già un'agita,done fra i preti per acquistarsi un' indipendcnz:l che perm<:lla loro di risolH:re da sè il problema. \'i sono asso– ciazioni dei preti lavoratori che non vog·liono vi"ere dell'altare. Dobbiamo ~iutare qu1,lli che vogliano uc;cire dalla chiesa ; combattere contro Bibloteca Gino Bianco BLESIO: bisogna fondare un istituto pratico di soccorso. Raccogliere soldi. PRF.ZZOLJNJ : c'è già. Basta mandare i soldi al giornale BallQ,//'lie d'o.irgi cli l'\01,oli. BERTA domanda se si possono comunicare alla stampa gli ordini ciel giorno non presentati al Congresso, ma formulati come espressione delle varie tendenze. Tale fu l'ordine ciel giorno Sal– vemini, Perchè in tal caso anche : sindacalisti devono presentarne uno. (L 'Assemblra 11011 lta 11ie11/e in ronlrario). Ordine del gio,·no Berta: I sot/oscrilli jJarlecipa11ti al Coug-,-eJso per la questione sess11ale1 sentendo il dovere - difronte alle ma11ife.r:lazio11i di a/Ire corre11ti d' idee sulla q11cslio11e del 11eo-111al/l111sia11ismo - di formulare il loro pensiero, affermano e/te una pubblica di/– fusione della .couosren=adelle pratirlte neo-mallh.11- sùme ll da ritenersi ulite a11clu: nel momento pre– se11feperchè it 1t11-mero dei figli oltrecl1è da ra– gione di trasmissione di malallie o di predispo– sizio11i ereditarie, sia limitalo ad rm 1111mero com– patibile con la poten=ialitd economica della fa111i– glia1 leuuto spt•cialmenle coulo delle coudi=ioni ecouomiclte del proletariato e az1e11doanc/1c ri– guardo all 1alla 11101·0/ilà ù1/autite dette rlassi po– vere, del 111a-rchio d'infamia con.cui è segnala /a. 111ater11itd 'llegit/ima, allo sia/od' inferiorità della donna per il suo for::alo asscrvimenlo alla vo– l011tddel mascltio, ragioni /111/eclte impon.trono la 11ecessilàd-ipreparare con 1111a proparandn di 1·espo11sa6ililà1111a generazione coscienle della sua volontà e del suo divenire. R. G. AssAGJOLJ legge sulla deriva=io11ee su– blimazione delle energie sessuali: Bisogna notare l'importanza della psiche sulle manifestazioni fisiche dell'amore. C'è un rap– porto continuo. E possibile una derivazione e su– blimazione dell'amore fisico, in amore spirituale; in parte anche in atti\'ità psichiche d'altro ge– nere. Il dott. Sigmu11d Freud di Vienna crede anzi che i più grandi passi della coltura siano dovuti a tale sublimazione. Però nè lui nè gli al– tri che se ne occuparono hanno studiato ab– bastanza per for progredire questo principio nelle applicazioni pratiche. C'è due metodi di sublimazione - premesso che bisogna accettare la naturalezza dell'istinto e occl!f)arsene con serietà - : sforzando l'attività spirituale, cosi che la forza sessuale si ri\'ersi in essa; mutando repentinamente e completamente Jlattività solita in un'atti\'ità possibilmente crea– trice. Non si sa perchè: ma l'attività creatrice si presta meglio dell'altre a ciò. \Vag11er, che non può esser l'amante di ì\latilcle \\'esendonk, scrive il Tri'sla110e /sol/a. Non bisogna dimenticare che nella sessualità c'è un elemento morale e uno ideale : quello si risolve nel senso della respo11sabilità 1 questo può esser sublimato a forza creatrice. (applausi) PRF.ZZOLINJ:coteste teorie non sono che po– sitivismo mascherato e complicato. L.' ultima parte fa ai pugni con l'altra. Il caso citato, as– surdo anche al buon sènso, dimostra la debo• lezza della teoria ASSAG101 .. 1 : non dà il valore filosofico alle parole usate che dà Prezzolini. Si sente lon– tanissimo dal lombrosianismo di cui è accusato. AumGNRNTE domanda che il con"egno pub– blichi gli atti. PREZZ01~1Nr : Gli atti sono inutili. Costano e vengon letti troppo in ritardo. La Voce pubbli– chcr3 un largo resoconto. P,,sTOREJ..L0domanda che almeno le relazioni siano stampate. PREZZ0I.IKJ: no, tanto possono essere stam• pate in qualche rivista. BORRI avverte che s'è deciso di 11011 leggere le altre relazione perchè i relatori non sono pre– senti. E cioè : Etica sessuple e mo11oga111ia di V A- 1..ERIABP.Nl!TTJ, La coeduca=io11e in Italia cli ER· MIKII\ ì\l0KTINI, Il femminismo e la q11t'Stio11e sessna/e cli TERHSA I...AHRJ0LA, Una paro/li sulla riforma e/ira dell'ed11ca::iom,sessuale di E,·A D1-: V1NC1-:NTIJS. ~11\JNO11ota, senza rimprovero, che 11011 s'è discusso della Ira/la delle bia11d1e. Legge due articoli del codice penale: 11110 che punisce il lenocinio con 2-30 mesi, l'altro che punisce chi stipula 1111 falso t·ontrallo commerciale, anche se invalido, con 1-5 anni! Ma c' è cli più: i delitti di viole;nza sessu:tle sono processabili solo per quercia di parte: noi 11011 pos:;iamo cle11u11cian· come per il furto, i casi saputi. E per cli più la legge permette il ritiro della querela : ciò vuol dire che pennette che il malfattore se la cavi con qualche centinaio o migliaio cli lire facil– mente accettate dalle famiglie per causa cli po– vertà. E Lutto ciò per /a pare tielle fa111ig-lie ! Su proposta PREZZOI ..INI l'assemblea dà il resi– duo attivo cieli' incasso per il Convegno a un'o– pera cli beneficenza. PASTORELLO : il congresso non ha ricordato quello che i circoli dell' Unione Giovanile per la Moralità han già fatto nel campo cieli' istru• zione sessuale. . Signora CA~rnt-:o propone the il I I congresso s,a tenuto un altro anno a Milano. ~IAJNO ringrazia a nome delle donne italiane i giovani della l'"oce, che hanno proposto il con– gresso. BORRI fa un po' di bilancio interno del con– gresso. f. stato utile, ad onta degli scetti– ci, dei cauti, e degli « uomini superiori ». Ha messo in evidenza che la questione è ormai ,na– tura. Le previsioni pessimisle del Prezzolini non s'avverarono; la stampa se n'è .occupata larga– mente. È buon segno la numerosa e atti,·a par• tecip:izionc femminile. S'è, certo, divagato; si son mostrate tendenze, ma una inte"'rò l'altra. li congresso è stata una prefazione: ora bisogna compire l'opera, entrare nella parte fattiva. Si formi un comitato cli preparazione, che organizzi il programma per il II congresso. Legge alcuni nomi proposti. PASTORELLO(cauolico) si lagna che a rappre– sentare un gruppo che lavora da anni per la questione ci sia solo una persona. PREZZOLINJ:La colpa è vostra. Il prof. Bettazzi invitato a prender parte al co1n-eg110 rifiutò, af– fermando che ogni questione sessuale non poteva esser risolta che su una premessa cattolica. Gli stessi gruppi citati non hanno aderito. Anzi v'è stato un lavorio sorcio ed ostile cçmtro il Con– gresso da parte loro. MAJNO: propone un comitato ristrettissimo di cinque persone éll più. SAI.VE) IINI è d 1 accordo: poichè j( comitato non dc\·e che preparare 1 non vi possono entrare che tendenze complessive. BORRI avverte che bisogna prima decidere il luogo del prossimo congresso, per poter nomi– nare persone adatte. Sospende la discussione perchè si scelgano i nomi. Discussioni a croccl,i, animatissime,- spe&ial- 111e11te fra -i giovani dalle Unioni e Pre=::oli11i e Salvemilli. Riaperta la seduta SAL\"E)t1:r-;r1 propo– ne a membri: tre di Milano (la signora 1llaj110, Gerolamo Calvi e Ambrogio Ber/are/li,- il sen. Foà (Torino) e Prezzoli11i (Firenze). BERTAe G10RNJ: vogliono che siano rappresen– tati anche i sindacalisti. E poi chi assicura che i due assenti accettino? ~IAJN0: se si fa questioni cli partito, non ac celta. Qui si tratta di semplice onestà e giusti– zia : è naturale che a ogni tendenza sarà per– messo di prender parte al congresso. SAl~\IJDIINI : ma non si tr-atta mica di nomi– nare la direzione d'un partito! E se i due as– senti non accetteranno, gli altri nomineranno due sostituti. Bar.ssa LA\'ELLI deplora che la ~IAJNO abbia accennato inutilrnente, e offeso, il congresso delle donne italiane. A tutte fu lasciata piena libertà. Non fu cli sole nristocratiche. BORRI: Mette in votazione i cinque nomi, che \'Cngono accettati. Poi chiude il Convegno. Co11/i1111ano sf lla11do le disc11sso11i. Dal Congresso Cattolico di Modena. « Viva il Papa nel 1862? Dopo Yoltaire, Viva il Papa 1 » domanda vasi il giovane Carducci le cui orecchie, forse un po' troppo ingenuamente pagane, erano state ferite dal grido cli ct::rti di– mostranti di Toscana. Proprio cosi: non nel 1862 1 ma nel 1910: non dopo Voltaire, ma dopo Hegel, ~Jarx, Loisy, ancora Viva il Papa! Pure quel grido cosi meravigliosamente nuovo a noi, pratici cittadini del secolo XX, sembrò quasi ritrovare la fresca verginità delle orecchie tanto, oggi, sazievolmente percosst: dalle ripe• tutissime escla111azio11iopposte. Viva il Papa? lo questo grido l'ave\'O udito altre volte, si, ma per dileggio; lanciato cosi a pieni polmoni da migliaia di uomini, mai ! neppure in S. Pietro, quando l'antico vecchio be11edice111enito passa\'a sul vasto sventolar di fazzoletti di una folla tutta tacente; squarciarono poi sul silenzio immane gli squilli acuti e lunghi e lamentosi delle trom– be d'argento: ma neppure allora io l'udii que– sto grido tanto nuovo e sconcertame di: Viva il Papa! Viva il Papa? Sotto tanti sa5si 1 pietre, fango, sputi e torsoli di cavolo che per secoli gli hanno buttato sopra imperatori e popoli, principi e ple– baglie, filosofi e umoristi vive ancora il Papa?

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