Vita Nova - anno III - n. 5 - maggio 1927

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• I Conto corrente con la Posta PubblicaZione mensile illustrata dell'Università Fascista di Bologna Fondatore: LEANDRO ARPINATI / Direttore: GIUSEPPE SAITTA . Dire.zionee Amministrazione: CASA DEL FASCIO / BOLOGNA / VIA MANZONI, 4 / Telefono 4-52 Per inserzioni di pubblicità rivolgersi all'Amministrazione della Rivista , • ANNO III. Numero 5 ABBONAMENTO ANNUO L. 50 / ESTERO L. 100 NUMERO SEPARATO L. 5 • I MAGGIO 1927 (Anno V) EDITA A CURA DELLA CASA DE.L FASCIO DI BOLOGNA

SOMMARIO VITA NOVA - Il Sovrano inaugura le gare ·al Littoriale ........ • pag. 277 LEONARDO GRASSI - Stato, Chiesa e Scuol(l in G. Gentile . . . . . . . . » 279 , ARTURO LANCELLOTTI - La terza esposizione degli Amatori e Cultori di Belle Arti » 284 AUGUSTO GARSIA - L'epopea dell' a1Jiazione . . . . . . . . . . . . . » 288 ARNALDO CERVESA TO - Eleonora Duse nel terzo anniversario della sua scomparsa >> 291 CONCETTO VALENTE - / monumenti della· città dei due mari . . . . . . » 293 GIÒVANNI MAIOLI - Vincenzo Gioberti e Marco Minghetti . . . . . . . » 304 SERGIO SAMEK - Salimbene da Parma . . . . . .. • . . . . . . . . » 308 ROBERTO PAVESE - / dis/attisli della vita e la relativa profilassi sociale. . . » 312 RINA MARIA PIERAZZI - Madonne antiche. . . . . . . . . . . . · . . » 31.S DELIO CANTIMORI - L'Italia, la « decadenza europea » e l'europeismo . . » 318 GINO GABBI - La legislazione /ascista e la vita commerciale italiana . . . » 321 ']1ASSEGNE . . . •. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . • Politica estq_ra: G. M. SANGIORGI - Politica interna: CARLO CuRCIO - Politica coloniale: UGO BASSI - Politica scolastica: VINCENZO CosTANZI - Cultui;a fascista: GIANLUIGI MERCURI ...:._ Economia politica: GIACOMO DONATI - Cronaca finanziaria: UGo MARCHETTI - Letteratura: G. MANZELLA FRONTINI - Filosofia: ARMANDO CARLINI - Folklore: UMBERTO BISCOTTINI. ' ']1ECENSIONI . . . . . . . . . . . . . . . . ·. • • • • • . .. RICCARDO BACCHELLI - Il diavolo al Ponte/ungo (C. O. Cochetti) - KARL ENGLIS - Manuale di economia nazionale - RAFFAELED1 LAURO - La crisi della rappresentanza - A. SoLANGE-BODIN - A travers la Nouvelle Europe (F. Galli). » 323 » 339 QUESTIONI DEL GIORNO . . . . . . . . . . . . . . . . . » 34 J Storiografia etico-pedagogica .:....... Il teatro di Pirandellq (ARNALDO VoLPICELLI). ~O/ E GLI .Il L TRI . . . . . . . . . . . . . . . . ·. . . . . » 345 Spunti polemici. Purifichiamo la scuola (C. O. CoCHETTI) - Il ritorno di Dulcamara - Ne sutor ultra crepidam (RusTicus). FRA LE RIVISTE. • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • Note ed appunti di TITO LIPPARINI. ECHI E COMMENTI . . . . • • • • • • • • • • • • • • • • L'ostracismo alla storia -- Il buon senso - Contro un luogo comune - A qual segno si r,iconosconogli antifascisti - I precursori (Noi). ·1JOCUMENTI 'DELLA STORIA DEL FASCISMO • • • • • La Carta del Lavoro. ..... LEZIONI ?JELL' UN/V ERSIT A FASCISTA. B.iblioteca Gino Bianc0 '> 347 » 349 » 351

' • 11Sovrano itiaugura le gare al _Littoriale La « Decima Legio >) celebra la sua festa più bella e più degna. Il ·Littoriale, questa colossale opera del fascismo bolognese << che attesta >) - è il · Duce che lo afferma - « della nostra fede, come il Colosseo attesta della potenza di Roma)), avrà domenica prossima, alla presenza della augu- · sta maestà del Re, la uffì- • sua consacrazione ciale e solenne. · . Leandro Arpina ti raccoglie finalmente il giusto compenso della lung~, dura fatica, il premio della sua fede indomita Perchè il e superba. Littoriale •è il trionfo veramente d'una fede • superiore, se si ricordi quali im--- .. mensi ostacoli ha dovuto frantumare Leandro Arpina ti, per portare a termine la maschia colossale impresa, fin nei minimi particolari. Ma tutto è stato superato dalla te-- Biblioteca Gino Bi neo nace volontà di lui e la spettacolosa mole del Littoriale - che inaugurato, nell'ottobre scorso vide la Illagnifica adunata delle forze armate della nuova Italia ed il Duce superbo troneggiare ..

J .. 278 VITA NOVA I • ' . su una selva di moschetti è là, imponente, maestoso a testimoniare il trionfo della nostra audacia, della nostra fede. ~ " , • I *** Festa ·del fascismo bolognese 'dunque · domenica. è sagra dello s,port, perchè- il I • grande campo polisportivo è quanto di • più bello e di più perfetto possa oggi vantare l'Europa.· Così un altro primato. l'Italia conquista in campo ir,,. . ternazionale per opera 1 del fascismo ' . ·bolognese guidato dal suo .fiero e rr1a,. ~nifìco capo.. · • • I J/ . L'intervento del .Sovrano alla prima gara sportiva· del . Littoriale - di cui egli stesso nel giugno '25 pose la prima pietra - e la cavalleresca competizione . . l • di due grandi Nazioni latine, oltrechè I suonare ambitissimo titolo di ~nore e di orgoglio per Bologna, stanno anche a significare l'inizio di · un'era nuova : per la nostra vita cittadina. *** Ai nostri atleti che si ba ttera11no contro · I~ superba squadra di Spagna, un saluto, Mn augurio, ma, sopra tutto, un coffiando : yincere. ,Vincere perchè I la graAde b~ndiera dai cento metri quadrati che la gloriosa marina d'Italia . ci ba donato, _perchè le 17 ·bandiere delle prime corporazioni che ad otto secoli di · distanza Leandro Arpinati, . " ·primo podestà ~i Bologna, spiega al vento, abbiano ,il bacio della vittoria. VITA NOVA ' UNA VEDUTA DEL LfTTORIALE_CON LO SFONDO DELLE COLLINE BOLOGNESI ' •

" STATO,.CHIESA E SCUOLA ·IN G. GENTILE J • I. lo parto dalla premessa, che è generican1ente idealistica e specificamente gentiliana, che lo Stato non è inter homines ·ma in interiore homine, non quello. che vedia,mo sopra di noi, ma quello che realizziamo ,dentro di noi con l'opera nosira di tutti i giorni e di tutti gli istanti per trarne la conclusione che dunque lo Stato debba nascere dall'educazione religiosa dei cittadini o dal la vita spirituale d' un popolo, espresso dall' anelito religioso .diffuso che avrà sa,puto costituirsi i suoi centri d'irradiazione e di dottrina. Che è la conclusione medesi 1 ma cui sono arrivato per altra via sulle colonne di questa stessa rivista, parlando d'un « Capo~ saldo della riforma gentiliana. » (v. llita l..fuova, febbraio 1927); ed è poi quella pratica che avrebbe il moto educativo iniziato dalla grande riforma, se questa venisse applicata con f ed-eltà assoluta al suo spirito ed anche se forze etico-religiose vivaci si destassero sotto il suo assillo in Italia. lo sono convintissimo che in un regime di sincera, assoluta libertà educa1tiva, le ragìoni dell'avvenire avrebbero la prevalenza su quelle del passato, la nuova storia sarebbe accelerata, .ma la scuola di Stato sarebbe ·di certo battuta da quella libera, eh-e avrebbe ,poi il suo coronamento nell "Università, divenuta per davvero fucina della ricerca scientifica e del -pe11sierolibero, che va costruendo la sua storia, su ,di sè eternamente crescendo. 1 Ma forse i pro..- blemi dell'ora presente, a fondo prevalentemente economico e di ricostruzione statale, annebbiano la visione di quelli spirituali e dei fini ultimi - che sono nello stesso tempo i principii non contingenti ma · necessarii, non temporalm-ente con1dizionali, ma di valore eterno d'ogni umana convivenza - verso cui deve tendere quella superiore personalità ch,e è lo Stato. L •espansione nazionalista e la conseguente esaltazione dei valori storici e sopra tutto del cattoli~ cesimo ,da -una parte e il residuo, tutt'altro che vinto, della mentalità liberaleggiante dall' altra, sono fattori di ,p-erturba,mento per la sicura conquista d'una coscienza nazionale di libertà educativa.- ibli teca Gino Bianco Oggi è -presente piuttosto una mentalità per cui la religione è concepita come instrumentum regni alla maniera del 1Machiavelli o una ,mentalità, per cu•i lo Stato stesso è religione o laicità positiva alla maniera del Gentile. ,Ma non è a dire della prima, tanto essa è fuori strada, sperduta su vie non ritrovabili 1piùdalla coscienza moderna capace solo di andare ad urtare contro la lo,gica formidabile del cattolicesimo, per cui lo Stato, proprio esso, non può valere eh-e come uno strumento. Dice il Gen..- tile nel suo discorso di Bologna (v. Educaz. f'asc., fasci colo I, anno V) dopo aver posto l'antitesi fra ' la Chiesa rappresentante la -posizione religiosa e lo Stato rappresentante quella etica, fondata so·pra il concetto dell 'uo1 mo e del pensiero, di cui la religione è. la negazione : « Quindi la lotta è naturale essenziale alla natura dello Sta•to moderno e alla natura del1la Chiesa. Sono due ,mondi concepiti in guisa ~he ciascuno, per sè~ è tutto, e ciascuno 1perciò esclude l'altro. I loro reciproci rapporti sono transazioni. » Piuttosto è da riflettere su qu-ella seconda e da vedere se essa veramente corrisponda al suo intimo principio o se inv•ece non ,porti anch'essa nelle sue pieghe un qualche ,residuo del passato o comunque scorie ideologiche che è bene eliminare. I C,he è cosa ben ,difficile; non la coscienza liberale ma il preconcetto liberalesco è profondamente radicato nell 'ani•ma italiana. Esso irretisce quest' ani1ma in una maglia più stretta e più ferrea di quella che è andata tessendo altrov•e; chè lo Stato in Italia non venne al termine ,d'un ,processo storico, ma fu una vera e propria d-eduzione ideologica ; « nato in un secolo democratico ,dedutìivamente da una ideologia ,democratica e perfezionato nell'estremo portato della ,democrazia, il suffra,gi1 0 - unirversale : lo Stato agnostico, senza idea morale, e senza politica », come ·ben ,dice il 1 Coppola (v. Politica, dicembre 1922) Cosicchè Stato non e' era 1fino a ie-ri, arriva ad asserire lo stess•o fervente teorizzatore del nazion.alismo italiano, perchè lo Stato è il « genio stesso etico, storico, po'litico di un popolo, organizzato come disciplina e come potenza, fondato e costrutto induttivamente, ,

l \ 280 LEONARDO GRASSI cioè storicamente, dall 'aut~rità che deriva da una forza vittoriosa su tutte le altre contrastanti. » (lvi). In conclusione, in Italia, invece della co..- scienza statale o nazionale, non c'è stato che un ìnfatua,mento politico; non una volontà, ma un'id-ea presa d ·accatto, non ,perciò veram-ente un'idea, ma u-n !mito, un idolo ; non un concetto dunque, ma un ,preconcetto, ,un peso morto, una materia inerte, solo capace ,d'inibir•e qualsiasi 1,i,berodis,piegamento della vita s,pirituale in tutte le sue forme. Il compito :più grave dell'ora perciò è qu,ello _di risolv0~re definitivam,ente il problema del li1 beralismo alle ra..- di,ci, vincendo in noi ogni resi,duo astrattis'iico, eliminan,do dal nostro spirito rtutte le scorie d'una mentalità fossile, sì, ma ing101mbrante e soffocante. E l 'i,dealism,o moderno, in special modo quello at ... tualistico, è su questa via. II. Pure l'insidia è ad ogni passo ; ad ogni passo si nascondono trabocchetti in cui potremmo ,precipitare perdendo qu,ello ch,e avrem·mo conquistato, q·uei fatale trabocch,etto in special mo·do costituito dalla ten,denza a realizzare le nostre i,dee, ·piuttosto che a realizzarci in esse; per cui, ad esempio, ci ·parrà 1 d' av,ere raggiunta 1 la concretezza definendola logicamente o d'esserci elevati alla vita dello spi ... rito pensandolo ,dialett,icamente ,e in esso risolvendo il concetto idi natura; in gen,erale, d',essere nel ... I' attu-alità concependo la filosofia dell 'attua'l,ità. E n,e siamo ancora, co,m' è chiaro appena vi si rifletta, 'lontanissi 1 mi. Noi non saremo noi, fino a quan,d,o solo sapremo che cosa noi significhia 1 mo, e ch•e non siamo essere ma dover essere, non fatto ma valore, una realtà non data ·ma da attuare sempre; ma saremo noi o cominceremo ad esserlo non appena cominceremo· a farci ,faticosam,ente questa realtà. Non ,mi meraviglia dunque che dalla filo ... sofia gentiliana possa rinascere l'astrattismo e il trascendente, che anzi -così frequ~ntem-ente lo veda rinato volgen,do gli occhi in giro e prestando orec..- chio a certe voci. Una vecchia mentalità è vinta dalla n1 uova, non dalla contem,plazione •e sia pur vagheggiamento d~una nuov.a. ,Ma }',aver sa,puto ciò costituisce il grande progresso del pensiero moder110, la sua vera novità. Vuol di.re ch,e noì dovrem1mo cor.nbattere in noi 1contro .di noi tutti i giorni : e saremmo allora del tutto presi -da questa battaglia, Biblioteca Gino ■ 1anco donde vi,en fuori il pensiero 1 ch1 e è vita o la vita •che è pensiero :' il regno umano •?i domani, ~~e espri~ merà un superiore mondo logico •e con,osci~ivo, _una . più alta visi~ne to~ale i~ quan!o sarà.!a.re~hzzaz~~>De d'una superiore vita etica, d una ip1u 1ntim.a unione con Dio. Dio è la rrealtà ,d,ella ,persona, come la persona è la realtà del mondo. _E se_ è questo i~ nostro d.,overe, il mio si concretizza 1n quello di combattere gentilianamenfe contro -le deviazioni del Gentile •o dal Gentile, che sono il gentilismo : ar..- mare Gentile confro Gentile. E il grande Maestro mi riconoscera in ciò per davvero suo discepolo. III. .) Avendo detto so1 pra che il ,preconcetto li1 beralesco è in Italia invincibile, mi riferivo proprio alle idee ·del Gentil 1e su la sctI1ola ,di ,Stato, per cui non si crede di arrivare all' assolu,ta libertà della scuola. Eppu{e il pensiero d,el Gentile ,conduce qui ; perchè esso è veramente la risoluzione, il su·peramento reale del vecchio liberalismo. In un breve scritto apparso su la 1VuovaPolitica Liberale (Anno I, n. 1) egli ci ·ha parlato di q·uello suo, dandocene il succo, ch,e è insieme il succo 1 della sua filosofia. Dopo av-er detto del vecchio liberalismo, che è quello ,materialistico 1 del secolo XVIII, nato i-il In ... ghilterra nel precedente, ma divenuto nel Sette... cento il credo ,della Rivoluzione : « liberalis•mo · classico ·per cui lo Stato ·presuppone la li1bertà e non può rispettarla senza limitarsi a soggiacere a una ten,denza v,erso una forma 1 politica limite, equi ... valente ,afla n,egazio.ne dello stesso Stato » ; dopo aver detto che « uno Stato che presupponga 1 la libertà, la nega appunto :perchè la presup:p•one, non essendovi libertà fuori di quella vita dello spirito, che, a ,differenza ,delle cose naturali, non si presu·p..- pone ma si crea, ·si conqt.tìsta, si sviluppa » ; giac..- chè « li,beri si ,diventa, non si è naturalmente. E lo Stato è liiberale, ,di fatto e non a iparole, se promuove 1 10 sviluippo della libertà, considerandola come ideale da attuare, e non come naturale di ... ritto da garantire >>; do·po ·una co-,i chiara illustrazione dell'astratto li1 beralismo, egli ci dà ·una dimostrazione altrettanto chiara di quello che è il suo : « Il mio li,beralis1 mo - ho bisog.no di dirlo? - non è il primo : non è la dottrina che nega, ma quella che afferma :rigorosamente lo Stato co.me realtà etica, la quale è, essa stess3, da realizzare, e si

STATO, CHIESA E SCUOLA IN G. GENTILE 281 .realizza realizzando la libertà, che è come dire l' •umanità di ogni uomo, l' energia positiva del-- I' uomo. E appunto perciò lo Stato, come l'intendo, -è una realtà etica. Esso ·non teglie la coscienza e la volontà individuale - che è tutta la realtà spi- :rituale - a fondamento d'un edificio che possa poggia,rvi su meccanicamente ; anzi le assume come un mondo da attuare e nel cui sviluppo e progresso • esso pro·priamente consiste. » E davvero non e' era bìsogno che lo àicesse, dato che avessi,mo ,bene inteso la sentenza eh•:> lo Stato si celebra in interiorehomine ; chè di questa celebrazione quelle 1paro'le sono schiarimenti. Ora ,dunque, se lo Stato è la mia volontà, il mio dovere, me stesso in ,quanto mi faccio Stato o 1ealtà etica universale, che vince ,e soggioga la mia astratta personalità particolare, ordine oggettivo che nega l'ordine soggettivo, secondo le parole del Rosmini : libertà •come quel mondo da attuare nel ,cui sviluppo e progressolo Stato propriamente con- . siste ; e se questo dovere o umanità che mi realizza come ,Stato debbo attingerla a una concezione religiosa, che è la filosofia attua·listica, e se la concezione relig,iosa 1ha dei gradi per ,cui è necessario che il soggetto si ·annulli nell'oggetto infinito ,prosternandosi nell'adorazione ,della v,erità che Jìarn:meggia dinanzi a lui, prima che si ponga . esso stesso çome l'Assoluto e l'Eterno; se quindi è necessario che l'educazione passi attraverso ·le forme delle religioni positive, in cui quel primo momento è vissuto, per compiersi nel secondo come filoso.fìa, per ffisolversi in un terzo come Stato che non ,può non essere in lotta con la C-hiesa, in questa lotta ciascuno dei due ritrovando il momento negativo del ·proprio svolgimento o della ,propria vita, che non ,può stare senza interna discordia ; se tutto questo è vero, le sc,uole, .dominate dallò spirito reli ... gioso nei suoi varii ,gradi saranno le generatrici dello Stato - i sacri focolai dello spirito, come le ha chiamato ,proprio il Gentile _:_ e non potranno perciò essere organi di questo Stato, stru·mento o tramite ,della sua sostanza etica, ancora una volta per la contraddizione che nol consente. · Noi consente, perchè se lo Stato, anzi che frutto ·della vita spirituale fattasi scuola, fosse principio o fon,damento di questa, esso non sarebbe quella realtà 'Ch,edeve essere ma non è mai fatta, il mi~ dov~e e il ·mio diritto d'esser sempre me_. glio uomo, m·a sarebbe una realtà predeterminata, ib iot ca i · o Bia o una V•erità dom1maticamente ,posta, una natura · ideale, non spirito ,dunque. E sarebbe perciò negato, allo ,stesso modo che si .nega la libertà, abbiamo sopra inteso, se la si presuppone; e la libertà vera in ,fondo, nel sistema gentiliano, non è che Stato. -Lo Stato è, sì, dovere e diritto del cittadino, disciplina ,ferrea, che è scuola di volontà e carattere politico, secondo vuole il ,Gentile; m~ il cittadino app,unto ha il diritto e il 1dovere di educarsi liberamente alla vita dello spirito e di richiedere c:1alloStato la garanzia 1 d•ell'esercizio di questo suo diritto, sacro _a lui e allo Stato insieme, che se ne alimenta e ne viene conservato e ad ogni momento. rinnovato e ricreato, come ,di tutto ciò che è spi- ~ :~uale e legge. E in funzione di qu,esto betpe sommo il cittadino ha il dovere di lottare a che Ìo Stato non devii dalla sua funzione, per assumerne una che non gli competa e si compia perciò a tutto danno dello Stato stes~o, adulterando e falsando e profanando il processo educativo. Non 1pare che in questo problema faccia difet~oal Gentile quella risolutezza filosofica, da lui ri-- chiesta al 1filosofo? Andiamo adagio e vediamo. IV. Il Gentile si confi,gura i rapporti fra Stato e Chiesa, secondo il vecchio schema liberale, ripieno però di tutto il contenuto della sua laicità positiva. Egli pensa che lo Sta,to ,de'.bba guardare alla C,hiesa come a propria alleata; .non per quello che essa na d_i ,particolare, CQlll•euna chiesa fra le altre, ma per ciò in cui tutte le Chiese si accordano e 1 procedono di conserva nella ,persecuzione d'un comune ideale. Qui infatti è la ,forza della Chiesa, che lo Stato deve riconoscere. Insomma la profezia di Dante, com' 1 egli la presentò nella sua conferenza di molti anni ,fa alla 1 Casa ,di Dante : « uno ,Stato intimamente religioso, perchè libero dalla Chiesa, · indipendente, potenza illi,mitata; e però una Chiesa ..povera, ,cioè spirituale e altrice ,di quella vita etica che n,ello Stato 1 trova la sua attualità e la sua tutela. » E in ùn altro punto della stessa confe- ·renza dice : « ,Lo Stato come volontà - questa divina realrtà spirituale che l'uomo attua nella vita civile - non può incontrare ostacoli, ch•e ne limitano la liibertà, recidendola quindi alla radice. Esso si separa ,dalla 1 C1 hiesa e celebra così la propria indipendenza in quanto cessa ,di considerarla centro I I

.. 282 LEONARDO GRASSI 'di energia spirituale dis,tinto 1 da sè e a sè contrap,., posto. Giacchè quello che alla superfice è separa,., zione, nel fondo è .assoribìmento e ·unità intima ; in. quanto lo Stato, ,mediante la propria in·finità, to,., gliendo alla ·Chiesa ogni elemento mondano, la puri,fica e così realizza a un tem1 po la C1 hiesa come vera -Chiesa, e se m•edesimo. E la Chiesa, spo,., gliandosi d '0 1 gni scoria esterna, ,e quin.di rico,no,., scend:o lo Stato come infinita potenza, non solo torna per sè alla su.a purità spirituale, ,ma irradia , della pro,pria luce divin.a il potere dello Stato. Ri ... su,ona incoerci.biJ.mente nell'anima nostra con un suo sapore d 'et,ernità, la terzina dantesca : Soleva Roma che il buon mondo feo Due soli aver che l'una e l'altra strada F acean vedere e del mondo e di Deo. Ma di tutto questo, che ci pari irrefutabile in quanto pone lo Stato come ,potere e la Chiesa .come spirito, ,dove quel potere ,debba affondare le sue radici, noi si,amo indotti a concludere, che dunque si abbandoni alla C1 hi.esa ,ogni 1funzione educativ.a e perciò qu,ella scolastica della scuola elementare .e m1edia, se la Chiesa ,dev',esser Chiesa, deputata ad a'1imentare la vita •etica e illuminare , di luce ,divina il potere dello Stato : la strada di Deo maes,tra è ·proprio quella dell'educazione. E si ,può e si d,eve aggiungere oh,e siccome Dio non può essere concepito 1 dallo Stato mod-erno in ma ... niera trascendente, -e quindi secon1do la formula do.mmatica d'una determin.ata Chiesa, a tutte le C1 hiese ,dev',essere lasciato quel· ·co.mpito di guida e d'illuminazione. Dio è co1 me un grandioso gruppo marmoreo - non ricordo da chi :mi venga \lna così bella imma1 gine - •posto al centro d'un im... • • • menso parco, cui 1 convergono, com,e rag,g1, 1nnu,., merevoli viali ; da ognuno di ,essi si coglie un aspetto ,del .monumento. Ma 1 per fermarci ~ncora sull'essenziale, che è il concetto di separazione nelle sue conseguenze educativ,e e scolastiche, si ·può domandare al grande maestro : - Non avete ,detto voi che la religiosità non può essere ,dello Stato, se non è d,el popolo, cioè dell' individuo, in cui lo Stato ha coscienza di sè e quin.di realtà ? Non av•ete voi riconosciuto ch•e « s,e lo Stato non d,ev-e essere qualcos1 di astratto e di utopistico, ma la forma concreta della vita ,d'un popolo, nello Stato - per -esempio, nella sua cultura, come e rappresentata nella scuola ,., non è realizzabile forma religiosa, che non abbia t sr lioteca Gino Bianco ra,dice nella coscienza popolare ? ». E in quella stessa conferenza su Dante avete concluso, richia ... mando il grido di Marco Lomba,rdo : . . . . . . ed è giunta la spada Col pastorale, e 1'un coll' altro insieme A viva forza mal convien che vada Perocchè giunti l'un l'altro non teme. E ci avete ammonito con esso « non esservi ~pada che possa .µon temere il pastorale, pe.rchè ìa • vìta dello Stato è vita ,de gli uomini, vita spirituale; e questa vita non è concepita se non come devo~ zione assoluta ~ un'idea, pro,pr,io·come ogni Chiesa insegna : quella d,evozione che fa il soldato sicuro incontro alla morte necessaria alla patria, ma fa anche ogni cittadino ne gli uffici più prosai1 ci e meno rischi,osi, ma non ,1 m.eno difficili, di tutti i giorni, inflessibile nella coscienza e nella volontà del dovere, ignaro, come il veltro dantesco, d'un interesse privato, che non sia quel medesimo del1 'idea di cui egli è servitore.>>-Divinamente detto ; ma in ciò è l 'affierm.azione ch,e senza Assoluto non ·c'è ordine morale o giuridico che reg·ga, e che dalle sfere del!' Assoluto, che e la religione o la filosofia, si solleva e fiorisce la vita dello Stato : vita, non ipensiero. Mi pare irrefutabile. Donde nasce allora quella scuola di Stato, scuola modello o campione, che deib1 ba sanare -la piaga ,profonda della scuola? ,E non dico che non sia bene av... . viarla questa scuola; anzi 1 ho detto e ridico che da essa si debba partire per arrivare alla liberazione della scuola, facendola funzionare in modo che di ... v,enti stimolatrice per davvero di tutte le energie educative della Nazione ; e ,dico sopra tutto che non bisog1 na farsi illusioni. ,Lo Stato non ,potrà trasfondere nelle scuole, se mai, ch,e una certa filosofia. Ma ,la filoso,fia ,d'un' élite, divenuta filosofia ufficiale dello Stato e diffondentesi attraverso gli organi educativi suo1 i nefl' ani,ma nazionale non potrà che ag,gravare le tristi condizioni da cui vo... gliamo uscire. Ed essa stessa poi sa,rà finita come fi~osofia, trasformandosi ip domma o cabala o peg~ g10 : altro surrogato della m•entalita massonica. V. , . La distruzione. di ~uesta mentalità, questo sì e 11 porro unum d1 ogni conquista civile sociale e politica. Guai a scacciare la filosofia -dal tem,pio suo, quella che essa si è eretto impenetrabile e ri-

,, ., - STATO, CHIESA E SCUOLA IN G. GENTILE 283 • sonante d 'infinite musiche nella coscienza del filosofo, ch,e l'adora e la serve in umiltà e letizia ! Lo Stato non ,può, nòn ·deve avere delle sp-eciali concezioni ·del mondo da propu·gnare o far valere, per quanto esso •pog,gisempre su qualcuna, e l'esprima e la diffonda attraverso gli org.ani e i .movimenti della sua vita. Ma lo Stato è forza, è diritto, non filosofia. e religione ; è volontà che si ricrea sempre più consapevole di sè ; della sua missione attraverso · alla ,dialettica delle filoso.fìe dei suoi pensatori e la vita delle chiese che esso protegge ; non una dottrina filosofica e teologica. ,Lo Stato moderno, appunto perchè costruzione che d~ sè fa lo spirito in quanto ,Stato, non può essere dommatico. Esso ha in sè la sua leg•ge e non deve ·mediarla da altro ; la sua logica fa tutt'uno con ·la sua stessa vita, che è perenne svolgimento ed assoluta unità. Il Gentile nelle ultime manifestazioni del suo pensiero è andato approfondendo il concetto d,ella sostanzia- , lità statale attraverso le distinzioni della sua attività, approfondendo perciò il concetto del rapporto fra Chiesa e Stato. Ora da un tale approfondimento si f annp più chiare le deduzioni che io presumo cavare dalla sua filosofia, come più chiate diventano le ragioni d-el contrasto che la sua riforma scolastica è an,data suscitando in certi ambienti. Nel discorso di Bologna del 18 ottobre '26 egli così "si esprime intorno alla ipersonalità supe:rior-e dello Stato, il cui contenuto morale è quello stesso del singolo nella sua universalità : « Egli perciò ·cona:iene e garantisce tutti i valori spi.rituali, la reli- . ' ' g1one compresa; ne puo ammettere, senza spogliarsi d'ogni principio di sovranità, potere superiore •a sè e a cui perciò esso debba assogg,ettarsi in nessuna 1 parte del contenuto com1preso nel suo do,minio etico. Il che non vuol dire che esso debba esser medico, ma,estro, sacerdote, ingegnere. Vuol d.ire che tutte queste f orm,e e tutte le altre possibili for,me della cultura, come tutte -le attività ond,e si determina in varie ·guise la vita nazionale, rien ... trano nel suo contenuto. S'intende che vi rientran•o restando ciascuna, nel suo ,essere nel suo congegno nelle su•e proprietà ed attri,buti quello ch,e è : la scienza scienza, l'arte arte, la religione religione, l'economia economia, ecc. , ciascuna con le sue leggi e le sue esigenze e con la sua conseguente li-- . ' bertà. » - · . .Parole ,d'oro a dimost.razion1e del mio assunto, su cui ritornerò ancora una volta. Ora finisco richiedendo che dunque la scuola stia nello Stato, ne costituisca anzi il su,o 1piùimportante spirituale contenuto, ma vi stia con le sue leggi e le sue esigenze e con la sua conseguente libertà, che io posso trad.urre : senza contaminazione alcuna della sua vita con 1a vita del potere politico, legge suprema sua e sua supreima esigenza essendo l'uomo alla ricerca. del la propria divinità. LEONARDO GRASSI Quanto disse bene il Filoso/o :· De futuris contingentibus est determinata veritas / Aggirati quanto tu vuoi, che quanto ti aggiri, tanto più trovi questo detto vèrissimo. non F. GUICCIARDINI - Ricordi Politici • Biblioteca · o Bianco

/ I c·u1tor1· d1· Belle Arti ta Te~Za.Esposizione degli ..Amatori" e ,. l In tempi come questi pare incredibile che continui a vivere e svolgere la sua attività un sodali- • • • ( 210 quasi centenario, ma bisogna riconoscere che il miracolo si deve ai suoi sforzi costanti per svecchiarsi, e, almeno nei li-- miti del possibile, met- • • • • tersi 1n armonia coi nuo- • • VI tempi. La Società degli Ama-- tori e Cultori di Belle Arti apre, infatti, oggi, di nuovo le porte per una Mostra Internazionale che avrà tutti i suoi difetti ma che, nel complesso, non si presenta male. Essa oc-- cupa il piano terra del palazzo di Via Nazionale, gustosamente suddiviso in sale e salette che accolgono con lodevole ecletti-- smo le manifestazioni più varie dell'arte contempo-' , ranea. Pittura, scultura, -stampe, ceramiche, si alternano a vetri e ferri bat .... tuti, a mobili e a legni intagliati. Vi troviamo la vecchia guardia coi suoi nomi maggiori, e la gioventù che prorompe anche in una sala di nove- •centisti, nella quale non -staremo a guardare se ci sono pure dei capelli bianchi per non aver l'a-· ria di cercare il pelo ... nell'olio. . . salva. I veneti hanno da diversi anni partecipato ,, alle mostre romane mercè l'opera intelligente ed alacre di tre egregi Commissari: Beppe Ciardi, Alessandro Pbmi e Ilario Neri. Ed anche oggi il Consiglio della Società ha fatto appello a questa ottima triade per avere una loro rappresentanza com-- pleta. Difatti, a diffe ... renza delle volte scorse, allorchè rimanevano es-- elusi artisti degni solo perche fuori del gruppo degli . . . . \ organ1zzator1, oggi si puo dire che nelle due sale venete vi siano tutti gli . . . ' . . art1st1 p1u rappresentat1v1 ' della regione, dai due Ciardi, al Milesi, dal Miti Zanetti al Parin, dal Pomi allo Zanetti Zilla, dal Ca... stegnaro al Pieretto Bian ... co, al de Stefani, al T rois e ad un gruppo di giova ... ni di valore quali il Petrella , Lina Rosso , il Martens, Carlo Cherubi ... ni, il Privato, il Trentini, il Flumiani. Ma questa volta, diciamolo senza infingimenti, la quantita è a discapito della qualità, Se ci si chiedesse· qua-- le è il punto veramente GIACOMO GROSSO ....Ritratto il tono di entrambe le sale risultando alquanto basso. Più che farne colpa ai Commissari, del resto, ne faremo colpa alla difficolta di trovare tanto spesso le opere occorrenti ed alla fu ... <lebole di questa mostra risponderemmo : le sale regio ... nali. Purtroppo - e il sottoscritto ne sa qualche cosa - comporre delle sale nelle quali siano rappresentati gli artisti di ciascuna regione, non è impresa agevole: si urta, inevitabilmente, contro difficoltà di ogni ge-- nere e si finisce con !~avere dei grattacapi. Delle quattro sale· regionali che vediamo qui, e, cioè, Piemontese, Veneta, Emiliana e Mar-chigiana, nessuna si , , CO . ria con cui oggi si dipinge. La S:ila Piemontese e stata una particolare fatica di Michele Guerrisi e di Edoardo Rubino ma in fondo, ha gli stessi difetti di quella ven;ta: ~on mancano grandi nomi ne nomi di giovani, bensì man ... cano grandi opere. Vi troviamo alcun.i ritratti di Giacomo Grosso, con tutte le qualita e tutti i difetti d. • • • • • fil questo 1ns1gne artista; v1 troviamo tele di Cesare Maggi e del vecchio Reycend, del Durante, del Mon- /

,. • ., J LA TERZA ESPOSIZIONE DEGLI AMATORI E CÙLTORI DI BELLE ARTI 285 ARTURO.tDAZZI - Nudo di donna (disegno a sanguigna' tezemolo, del Valinotti e dello Zolla, ed una magni-- fica testa virile dello scultore Guerrisi. •Ma, riell' in--- sieme, la sala non risulta come avrebbe potut0) e ricordiamo il discorso fatto pochi righi più su. Eppure si tratta delle due sale regionali migliori ,che siano alla odierna mostra. Con quelle Emiliana e Marchigiana il termometro preci-- pita. Veramente G. B. Crema tiene a dichiarare che, nel darci la prima non ha inteso di racco-- gliere l'arte dell' Emilia, ma sol,... tanto un gruppo dei suoi artisti. Con tutto ciò gli è dovuto riu,... ' I ' ' ti ANTONIO SARTORIO - Ritratto della Marchesa Godi di Gaddo altri egregi artisti che vivono e lavorano con onore a Bologna. In compenso, però, ci sono le rappr~,... sentan~e postume del De Maria (Marius Pictor) di cui Crema ha scelto tele non conosciute, e, quindi, più utili, e del Previati. Il Previati Crema ha voluto · rappresentarcelo attraverso i paesaggi, ma non ha potuto darceli tutti ed ha finito col doversi attenere ai meno interessanti, potrei dire ai più noiosi. Il Ferraguti e il Mentessi invece mi paiono ben rappresen,... tati. La Sala Marghigiana è il Sig .ra CECCHI PIERACCINI LEONETTE ·scire assai difficile fare di meglio perche, diversamente, con la sua ottima volontà avrebbe escluso ,qualche nome e qualche opera meno interessanti per darcene qualche altra. Difatti mentre trovo, oltre a una parete sua, quadri del Faccioli, d.el Maiani, del Ricci, del Lambertini e del Magnavacca, non ne trovo del Romagnoli, del Garzia Fioresi, del Pizzirani, del Protti e di L'Innamorato (Sala Novecento) ' risultato dell'ottima volontà di Remigio Strinari, ottima vera ... mente se si tiene conto che ha costituito un folto Comitato per formarla. Ma è curiosa che, essendocisi messi in tanti, non si sia riusciti a far nulla di meglio ché darci 27 tele in massima parte al di sotto del mediocre, recanti i nomi del Marcorelli, del Peruzzi, del Pellini, del Pettinelli, dello Stefanucci. Migliore assai è il bianco e nero, fra cui ibliot ca Gino Bianco I ' '

286 ARTURO LANCELLOTTI emergono Bruno Marsili, Pulberto Pettinelli e Pio Pullini con una serie di gustosissime caricature. Ma sia lecito chiedersi se una sala regionale deb .... ba segnalarsi solo per qualche stampa e qualche . caricatura. . E passiamo alle mostre dei gruppi. Prima diremo di quello romano recentemente costituitosi sotto la temporanea presidenza del Sartorio, poichè i. presidenti saranno di turno. Non so questo gru.ppo che si denomina De Corde Latii che cosa si proponga di fare col tempo : per oggi ha fatto una sala romana, la quale, pure non rappresentando nulla di straordinario, è forse la migliore fra quelle regionali per vivacità di insieme. Vi troviamo il Sartorio con un gruppo di tele disinvolte, Carlo Romagnoli che ritorna al ritratto femminile, paesi gustosi di Paolo Ferretti, del Cecconi, dell'Aureli, del Fabbri, del Petrassi, del Coromaldi, dell' Ortolani, studi di figura del Prola, del Lamesi, del Petrucci (Carlo Alberto), oltre al ma- , gnifico ritratto in rosso del Mancini che già vedemmo all'ultima mostra veneziana e che· ammazza tutti gli altri rossi delle vicinanze... La sala contiene anche alcune stampe e delle ottime sculture di Guido Calori. Segue il Gruppo Romano Incisori Artisti che si pre .... senta in forza con disegni, acqueforti e punte secche di Petrucci (Carlo Alberto), Guarino, Lipinsky, Morbiducci, Wolf, Fegarotti, Bq_cconi,Bartolucci, Alfieri, Rodella, Rossini, Arcioni. E una delle migliori sale di bianco e nero. Ad essa si accompagna quella del gruppo dell' Eroica, che si fregia del pari di buoni nomi e buone opere. Vi notiamo Disertori, Carbonati, Ortona, Haas T riveri o, Marchig, Papalia, Walcot, Del Neri, Motta. Il Gruppo Labronico e riuscito a com .... porre una sala buona nel complesso. Vi figurano opere vivaci del Natali, di Plinio e Vittorio Nomellini, tipici ambienti della malavita del Razzaguta, giardini idilliaci del Romiti, ed altre tele del Vinzio, dello Zannacchini, del Lloyd, del Rontini, di Ulivi Liogi, del Michelozzi, oltre a delle gustose sculture del Gemignani e di Piera Funaro. Ultimo gruppo è quello del Novecento capitanato dalla signora Sarfatti e che comprende opere del Bartoli, del Ceracchini, del Francalancia, del Guidi, del Socrate, del Trombadori, e del Trifoglio i qu<)liultimi due credo siano le nuove reclute del battaglione. Romano Romanelli e Attilio T orresini (altri due nuovi arrivi) rappresentano la scultura, insieme a Quirino Ruggeri che ha una mostra personale nella sala attig\la. Di ciascuno di essi la signora Sarfatti dice mirabilia; noi, per oggi, ci limiteremo a notare che nèlla sala dirimpetto c' è una specie di succursale del Novecento dove, chi lo desideri, può anche trovare Carlo Carrà. Vista, così, per sommi capi, una folta parte del .... l' Esposizione, passiamo alle sue mostre personali e retrospettive. Le prime comprendono l'opera di un valoroso scultore, Amleto Cataldi, che si presenta con un grande gruppo, con dei nudi e dei busti mirabili ; di Arturo Dazzi che ci •offre una serie di disegni a sanguina che noi siamo ben lungi dal preI ■ ■ 1n 1 neo ferire alle sue sculture; di Boris Georgiev, che ha un piccolo gruppo di tele in una sala inter!lazionale, e nulla ci dice che non ci abbia già detto; di Alessandro Limogelli che ci offre una bella serie di studi es~- gui ti in un suo recente viaggio in Egitto; di Antonio Discovolo che ripete la sua mostra milanese delle visioni di Assisi, attestanti la probità della sua arte; di Leonid e Rimma Brailowiky che ci danno in una saletta assai vivace, visioni della vecchia Russia piene di senso cromatico ed architettonico. Le mostre retro-- spettive sono solamente due: quella 4i un _vecc~io artista milanese Paolo Sala, e quella di un g1ovan1s-- simo romano, Augusto Grassi. La prima comprende diciassette tele che rappresentano bene il grande acquarellista lombardo, la seconda una trentina fra disegni ed oli che ci danno un' idea precisa delle possibilità di un pittore morto a soli ventitre anni quando era per raggiungere la sua personalità . piena. Dobbiamo ora dire qualche cosa degli artisti che figurano isolatamente, ma non e possibile in un articolo scritto alla vigilia della inaugurazione quando tutto non si trova ancora a posto, un esame delle opere. Ci limiteremo a segnalare qualche nome. T ro..- viamo Carlandi con diversi ottimi paesi e Giuseppe Carosi con dei buoni ritratti femminili, Domenico de Bernardi con tre tele assai gustose, Giovanni Lomi con delle belle mucche bianche e due visioni di campagna lombarda, il Sacheri con delle impres .... sioni di Alpi, Romolo Bernardi con dei buoni interni, Antonio Alcagnadoro con una ben resa cucina, Alberto Caresi con alcune simpatiche tele veneziane, Augusto Carelli con due gustose scenette di carat~ tere impressionista, la De Divittis con delle vivaci frutta, Norberto Pazzini con u.na sapiente notte lu-- nare, Orazio Amato con una Pastorale. E, poi, buoni paesi del Javarone, di Gennaro, d'Amato, dell' Epicoco, del D'Achiardi, del Viola, di Dario Neri, di Carlo Ferrari, del Quattrocciocchi, del Tarra, del Santagata, del Prencipe, del Maragliano, di Orlando Grosso, del Colao, di Augusto Bompiani, di Michele Cascella, di Paride Pascucci, del Surdi, di Ugo Ortona, di Giuseppe Rondini, di Giovanni Guerrini, di Deiva de Angelis; ritratti e figure di Dimaiuta, dell 'Alfano, del Meyer, del Frisia, del Girosi, dello Schiaffino, di Renato· Tornassi, del Melis de Marchig, del Bertoletti, del Checchi, ed alcuni bellissimi bozzetti del povero Pio Joris che è rappresentato anche da tre acquaf orti. Pochi i pittori stranieri, fra cui noteremo Max Roeder, il Santer, il Tatz, il De Bobesky. Il Bianco e Nero, oltre essere rappresentato dalle sale dei Gruppi, già viste, si trova sparso un poco dappertutto con opere del Mazza, della T arsiti, di Carlo d'Aloisio, del Retrosi, del Delitala, e, per gli stranieri, dell'Escher, del Mennyey, dell' Onnig, del Walcot. Quanto alla scultura, essa ha una buona rappresentanza nel Prini, nel Palmerini che ci offre ottimi legni, nel Pellini, nel Galletti, nel Volterrani ,.

LA TERZA ESPOSIZIONE DEGLI AMATORI E CULTORI DI BELLE ARTI 28 7 nel Martinez, nel Bardetti, nel Vighi, nello Sciortino che ci dà un nobile ritratto femminile, nel Rict:ardì nel Mastrojanni, nel Morbiducci, nel Balestrieri, nel russo Nicolof e nelle targhette dell' inglese T scharf. L'arredamento della Mostra è fatto assai dignitosamente con mobili della Casa d'Arte Ange-- lelli e Geri, con vetri soffiati muranesi di Cappellin e Venini. Il primo ha anche una sua mostra personale ricca di lam... padari e di vasi preziosì, che si completa e si integra con la mostra dei ferri battuti, veramente degnissimi, del Rizzarda di Milano. Visti, così, in breve, pregi e difetti dell' Esposizione chiu ... deremo con una lode ad Ugo Ortona che si è prodigato per la sua buona riuscita, ed a Pie-- retto Bianco che ha saputo ordi ... narla tanto bene da mettere in valore i pregi e da attenuarne al massimo i difetti. ARTURO LANCELLOTTI A. G. SA TTAGATA - Paesaggio I • Quanto si ingannano eoloro che a ogni parola allegano e Romani! Bisognerebbe avere una città condizionata come era la loro, e poi golJernarsi secondo quello esempio, il quale a chi ha le qualità disproporzionate è tanto disproporzionato, quanto sarebbe lJolere che un asino facesse il corso di un cavallo. F. GUICCIARDINI -· Ricordi Politici I Bibliotec Gino Bianco

• . ' L' E·POPEA DELL' AVIAZ]ONE . . . , · In omaggio a De Pinedo, occupiamoci, oggi, di due libri, che 1parlano, di aviaz,ion,e e, in un tempo stesso, di ,esaltazioni delilo ·spirito, di conquistate al- . tezze e, insieme, grandezze morali. Il libro di un eroe morto, dove in pro•sa concitata si cantano Ile esperienze di un'inten,sissima vita, nell'aria su1 bli,me; e il 1 l1 i·bro di un vivo, dove si narrano le morti glorio!se: Ali e Alati di RODOLFO fUMAGALLI (l'Eroica, 1919) ,e le · Aquile di GUIDO M·JLANESI{Casa .Editr.i.ce Ceschina, 1927). Un libro vecdhio •e un 'libro 1110,vissi,moch, e ne è quaisi l ':iJdeale continuazioue •e ilo svi·luppo in vastità e :Ìn oggettivazione, co1 me può ,essere una storia di un ' canto lirico•, 1quan.do e J 'una e l'altro si ispirano a un'epopea e si manifestino con e;spressione epiica. - Ho chiamato Ali e Alati canto lirico, perchè è viva e presente in questo libro l' an1sia di trasformare in realtà d'azione una personalissima cor.nqui.sta spirituale : ·la ,conquista dell'anima 1 delilo scrittore, 0he fa derivare la wandezza e la ,bellezza eterna di un tormento impllacabile e .sempre ,orescenlte d'amore, per ' . quanto non e materia. li ,Fumagalli aviatore vuol tr,altare I'• areoplano, coime il .Fumagalli poeta, in un tempo stes.so, tratta la parola - ,e soanoquesta e queMo ,materia: - so1 llevando e domin,ando in ·un' ascensio,ne perenne e- ,m,ai compiutam1 ~nte sodldis1fattta, ohe avrà ,per conclusione la cataistro1f,e, già previ,sta e sognata dàl poeta, e il s,i'lenzio. Incomincia lo scriittofe col pa•Dlarci del.le acquile e d,ei falchi, isim1 bolo certo di 1lotta, perchè n,el •suo spirito è fissa ed .immutabile la cosci,enza ch,e la vita a,bihia per legge la lotta e 1 'amo1e. 11 sentimento• della lotta ad ogni co1 sto1, if.ero·c,e,durante la quale cc I' umani,tà possa ,sempr.e mig:liorarsi, _per ,I'ineso,rabile 1selezion•e della morte n, dopo la guerra forse gli si sarebbe attenuato,, se egli avesse continuato a vive,r-e, e forse gli ,si sareb'be ,ingigantito il sentimento più nobile di una lotta perenne· dell'uomo in s•e stesso·, per migliorarsi e progre1 d.ire. 1 Ma dobbiamo tener conto che queste pagine, alcune delle quali so,no magnifiche per impeto e p,er commozione, ,erano scritte da un uomo• che espo·- neva ogni att,imo Ja vita e per .i:l quale uccider-e avrebbe po,tuto signi,fìcar-e non ,esser ucci,so. · Ed' erano, come dettate da un f ervor-e im1mediato, volta per volta, ca.so per caso, tra una sfi1da e l'altra alla morte, o· assistendo alla ,mo,rte dei com.pagni. lndubbiamente ,è anche questo, nel fondo, un ,libro di guerra ; ma la grandezza dello scrittore sta iÌn ciò : ohe eglii astrae frequente ... -mente dal.la narrazione d'un fatto, che lo po•ssa com-- muo,vere, per salir,e a delle co·mmo•sse con,siderazioni, le qua:li se conservano qualcosa, ancora di relativo al J luogo e ail'oila, in una p.iu :vasta conclusione ci pale- . . l I • sano come l'anima di co1l 1 ui ohe le manifesta sia ormai· per sempre orientaita verso una· l.u':Ilino•sa_mèta di spiritualità. Pel"ohè oltre .alla narraz10,ne d1 quale po,ssa essere la vita dei falchi, creature di 1lotta, •e degl,i. a.reopllani, .strum,enti pi lotta,_ oltre_ I.a co.~clusione ?1•e sia necessaria 1e fatale per gli 11.1omH1~ 1 la violenza, 1 attacco f.eroce, c'è anche una magnifica, nobilissima. conclusione : ohe la vita ,è amore e clhe .insieme con la_ lotta -esiste 1 'amo[e. Uoimo nato per ag,ire, iii Fumagalli si ritrova merav;igliosam,ente narratore di se stesso : finalmente ! poichè prjma della guerra era 1 'individuo in lotta feroce con la molile e vizio,sa società borghese, la qua'le non avrebbe ,concesso ai suoi sogni di elevazione spirituale e, in uno .stesso tempo, di attività ,materiale, 'llll, attuazione ; e perciò egli non avev.a trovaito la .sua via e :in_ se .stesso morbosamente si logorava, si consumava di~ febbr-è,di livore, di ·sarcasmo •e d'i forzato ,scetticismo. Mla 1 la via da lui tro1 vata doveva portarlo aMa ,morte. Come i1 I iSentimento delda lotta e dell'amor.e, così anche, quest' altro sentimento lug,ulbre, trag,ico è v.issu,to dal_ poeta e ci trascina e 1 ci 1commuove, perchè noi ·senti armo quanto .sia •sincero ,e come g-rande sria quest' ani-- ma, che aspira all!la morte, ,fisica come alla 1 suprema libe-- .. razione da quel torim,ento perenne ,indimenticabile, al. quale nemm·eno i voli più arditi damo tregua. cc Il nostro ideale di civi1litàè stato Jìn qm tanto mater.iale, da far vergogna a un •popo,lo di s,elvaggi. Noi· abbi,amo ,elevato a scopo supremo delrla vita ciò eh-e doveva •essere ·solamente un mezzo .per co111servarla: il. I.avoro per la conqu1ista d,el danaro. No1 i a,bbiamo derisa la poesia, disprezzato ogni sentimento superiore· al·l'interesse immediato e vdlgare. Nb,i non ci ricordiamo più di aver-e un'anima. F arcciamo•un affare dell'amore e d,eMa morte, Agiamo come se dovessimo viiv~re ·sem.p!e: C~iusi tra le no~tre mm:~ ~nguste, non. vediamo p1u 11 cielo, non sentiamo p1u :11 vento .su1l nostro viso, ,nè la terra paLpitante sotto i no,stri passi. Siamo dei bruti, ,ohe si ,con1 sumano per accumulare tanto da .avere uno ,51ple!ld1!~0fu.nerale. Iii nostro è i·l progr~~o delma mater.1ahta, mentre appunto il progresso-• isp1r1ruale 1 manca a1l1 le cr-eature •elevate n. Così ~-ag~o~a· il ~ uma~all~, ~Ilo _scoppio delila gu,erra. {L e,di~1onedell ·EroJJcae, s1 ,capisce, postuma). « Amar,e 11 dolo!re bastera a:lla forza umana ? E dove possiamo attingere questa forza infinita ? Dalla gioia e dall'adorazio,ne della bellezza, come credeva Wilde ? Dall 'esemp,io degl~ umili, ch,e soffrono e sperano, come ,credeva T olsto1 ? Dalla fede in un al di là ;radio~o di misericoridia e di giustizia, ,co,me·pre,dicava Cristo? Oppure dal dolore stesso noi possiamo-- trarre la ,forza di vincerlo e d,i amarlo, essendo esso-

L'EPOPEA DELL'AVIAZIONE 289 simile al diaman~e, che non ,può essere inciso che dal marnante ? Amare .a dolore ! » Così canta il poeta. ' Ed ecco che egli dal sentimento deHa lotta esteriore, per cui le creature si combattono e si dominano a vicenda in una spe·oie di orgiastica volontà di dominio, sale a questo più nobile senti1 mento, onde scaturisce la giioia di un' effabile conquista, di un trionfo di quanto è meno caduco su quanto è più caduco : mionfo che è gioia, perohè è dolore, è sacr.ifi.cio. Questo eroe l'ho chiamato •poeta, ,perchè mi ha commosso con belle pagin,e, do,ve 1 1 'ansia di narrare e di ·descrivere quanto prodigiosame,nte si compie in azione -intorno a sè e da sè stesso, ·si alterna con J 'ansia di narrare, anzi di cantare quanto prod1 igiosamente si compie dentro sè, per un'unica ,co,nquista: il cielo. Perciò ho parlato di lirica nell'epopea. -Id libro del Milanesi, invece, è storia documentata, 1 ma una storia così nobile •e grand,iosa, che si fa epopea anch'essa. E la grandezza dei fatti è così soverchiante alle possibilità di umana, anzi letteraria espressione, che il narratore si trova talvolta smarrito e sente ,bisogno di giustificarsi e, con paraUelli e paragoni, di renderci evidente, quel magllifico fatto, che espresso nella sua nudezza sintetica risaltere'bbe qualche volta di più. . Però l'eccesso ,magniloquente non è mai imputabile ad amor di retorica o al desiderio di costruire una bella pagina, là ove fu una ,bella az-ione; perchè .I' autore, an,ima genero•séld!.i marinaio italiano, si commuove davvero e se non sa tacere, non bisogna fargliene colpa. Tanto più che spesso alcun,e sue osservazioni, direi quasi commenti ,musicali di un' an1ima che rivive i fatti, ,mentre li narra e fa r.iv,ivere, così, i morti, c'interessano e ai commuovono e ci fanno pensare ; e spesso anche l'autore volontariam,ente si apparta. Nei . toni minori, nelle semplici descrizioni ci appar,e, invece, sempre un maestro. Udite: « Ben nnvigorita recentemente da noi, una geografia carica di nomi dilaga dall Mediterraneo neHa Geifara. M1 a, scalato iJ Gebel, s'ammala, intisichisce, s'assottiglia, finchè non sorretta più ,che dal.I'incerte serpi d-e·Hecarovaniere e dai gh,iaiosi letti d:i qualche uadi, non muore in un ultimo nome stampato nella sabbia: iM.i1dza,-la prima oasi sahariana ... » (pag. 126). Udite: « E si sen,tì improvvisamente co:lto come da un sonno immenso, mentre la sua ragione si dissolveva in un buio quasi di svenimento. Sì: ·si sarebbe accasciato là... No1 n avrebbe chiesto nul.l' altro al.la vita, c1 h-e accasciarsi là... E tutt' ali' intorno i grilli cantavmo, dhetamente la loro ninna-nanna di pace (pag. 22). Come pure è benissimo reso il carattere eroico e brontolone di Giorgio 1Mi,chetti (Coppia d'amici) con i suoi Uanananah! Uònònònoh! ed è magistralimente descr.itta la beffa del capitano Pticcio (La lezione) al suo collega francese : in queste pagine è il ,Milanesi, che gi.à conoscevamo: colui che scrive bene, quasi senza accorgersene, perchè quasi non dà importanza o un'importanza speciale a quel che scr.ive. Pagine di riposo, nelle quali volentieri ci si adagia, dopo I' oosia travolgente e la viva t Bi ioteca Gin Bianco trepidazione delle pagine eroiche, -le quali ci trasportano in un'atmosfera così alta e priva di parole e ricca d'azioni : in un'atmosfera dove -così rapidamente la volontà si trasforma in fatto, d'odio o d' am<»"e,di sacrifi,cio o di distruzione, c:he il cuore oi trema e ogni commento ci sembra vano. a li gruppo tragico del Capitano Salomone, 'Semi-· · ' v;ivo, inchiiodato al volante accanto a due cadaveri, su la calante « Aquila romana » insanguinata - sintetizza efficacemente Italo· Balbo n-ella prefazione - il rogo .leggendario acceso dal Capitano Ercole, dove arsero ,insieme un apparecohio e due compagni morti ; i quattro porta.tori d.i Romagna che recarono nell '·hangar, come .in un tempio, le spoglie di FréllllcescoBaracca, raocolte sul ciglio d'un ·burrone; Ignazio Lanza di Trabia che, accanto al velivoJo atterrato ed aHa mitragliatrioe ammutolita, brandisce una sbarra di ferro contro ,i nemici avvolgenti, fìnchè le baionette non ne fanno ,scempio estremo ; Scaroni, che in cielo aperto, aJbbatte gli avvoltoi ne,mici, ,e, indo,mabil~, uno controquindici, si ostina nella lotta impari; il biondo messaggero 1 ignoto, che vien da!l cielo a morire sul campo di Marcon, con l'aureola d'un incendio cOlllpiuto; Dal-, l ~Oro che si avventa contro il giuraito avversar.io, per cad,ere con lui in un solo braciere ; Giannino Ancillotto che toma su ali malferme, 1 ma adorne dell'immane orifiam:ma del draken distrutto: ecco Ile tappe deH 'epopea ». .Epo;pea degna certa di Dante : epopea dove i volti è nècessario spariscano e restino gli atti e i nomi, a sig•nifi.carel'alita volontà de,Ho spirito ; ma epopea ch,e ~ per ammaestramento agli uomini, è necessario si rif acoia crona1Ca, con i particolari della vita di questi eroi, prima cihe tali si rivelassero• e èon le commosse osservaz·ioni di chi scrive. Perchè se da un punto di vista veram1 ente artistico questo di 1 bro è inegu'ale, da un punto di v.ista compiutamente umano ,e propedeutico,. questo liibro è perfetto. Il Milane1 si non vuole soltanto narra.re e cantar-e, ma insegnare qualcosa, additare esempi. Esempi di 5acrifi.cio e di dolore, dove, come il Fumagalli, :il doJore diventa l'unica giioia della vita e il sacriifi.,cio'.l'unico :scopo: dove la lotta non è sepa- ' rata da:11'amore. « E una volta nella quale da un awarecchio abbattuto vide balzar fuor.i incolume un pi:lota ch,e tolto•si .id casco e gli occhiali fu da ;lui niconosciuto per ùno studente v.ienn·ese col quale aveva coa!bitato a T orino poco prima della g-~erra, lo abbracciò senza e,sitazio1ni e gli parlò col sorridente accento d,el1'amico 11itrovato, com,e se pochi secondi prima, la1 ssù, quello strano am,ico non gli avesse sgranato addo1 sso vari nastri di mitragJiatrice ». O gran 1 bontà di cavaliere antico, di Francesco Baracca I Sì, antico e nuovo: etemo ,e italico. Perchè (vedi Ali infrante) Gabriele D'Annunzio volò 1su Vienna, non per bombardare, come avevano •fatto i ted,eschi, volando su V enez•ia; e perchè sempre, nel cappotito dell'aviatore italiano si cela un cuore no1 bilissi1mo 1, che. non cerca Ja guerra per la

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