Vita Nova - anno II - n. 10 - ottobre 1926

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.. ANNO II. Numero 1 O OTTOBRE 1926 • Conto corrente con la Posta / Pubblicazionemensileillustratadell'Uniy~rsitàF: àsCistadi Bologna ABBONAMENTO ANNUO LIRE 50 . ESTERO 1 100 - , • FONDATORE: LEANDROARPINATI DIREZIONE E AMMINISTR. - .CASA DEL FASCIO . BOLOGNA - VIA MANZONI, 4 - TELEF. 4-52 , EDITA A CURA DELLA CASA DEL FASCIO ' ' " , DI BOLOGNA ~ VIA MANZONI, num. 4 ' Bibliot ca · ·no s·anco NUMERO SEPARATO LIRE 5,- •

, Biblio eca ,I \ • SOMMARIO GIUSEPPE MAGGIORE • . • - Fascismo, Stato, Nazione. · A. MAIOLI . . • . • • . • - La religiosità di Marco Minghetti: AURELIO VITTO. . . • • • - La Badia di Montecassino. FOCIONE . • . • . • • • • - Or.azioni contro la folla. li. La pietà. UMBERTO TOSCHI • . • . • - Un'opera degna della nuova Italia. · ARNALDO CERVESA TO . • . - Il Giorno di Colombo. .. ARTURO LANCELLOTTI; • • - La XV Biennale Veneziana. Di alcuni pittori. ' . CESARE OTTAVIO COCHETTI .. Sergio Jessenin esule di Cristo. FILIPPO GALLI . • • • • • - Ricordando un Poeta : Guido Gozzano. ... <J(ASSEGNE: · Politica estera: A. D. S. -Politica interna: CARLO CURCIO -Politica scolastica: G. B. PICOTTI - Cultura fascista: G. L. MERCURI - Economia politica: , GIACOMO DONA TI :-. Politica coloniale : UGO BASSI - Cronaca finan- . ziaria : UGO MARCHETTI - Letteratura : G. MANZELLA FRONTINI - Filosofia: ARMANDO CARLINI - Arte: NINO BERTOCCHI - Folklore: U. BISCOTTINI. . , , <J(ECENSIONI: I . . MARGHERITA SARFATTI - Dux (Bruno Biancini) - LUIGI SALVATORELLI - La 'Vita di S. Francesco d'Assisi (C. O. Cochetti). QUESTIONI DEL GIORNO: Fascismo, Socialismo e Liberalismo - L'educazione fascista e l'ombra di Gioberti (SAGITTARIUS). ~OI E GLI fiLTRI: Spunti polemici : Serriamo le fila - Dij end i amo i Balilla origini (RUSTICUS ). FRA LE RIVISTE I Note e appunti di GIAN LUIGI MERCURI. .. ?)QCUMENTJ 'DELLA STOR.IA DEL FASCISMO: La lezione del Duce all' Università di• Perugia. LEZIONI 'J)ELL' UNIVERSITÀ FASCISTA. ,,,,, . T \. ,. orniamo alle • . . . . . . . . . ,.,

FASCISMO, STATO, NAZIONE .. Snazionalizzare il Fascismo, è la tesi, sulla I qua·Ie Gaìmillo ,Pellizzi· martella da qu,alche tempo, .con reiterati articolj inseriti in « E,ducazione _politica ». Siccome il Pellizzi è uno scrittore colto e acuto, con cui piace discutere, •mi sia 1permesso manifestargli in questa 1 Rivista il mio aperto dissenso. Vediamo anzitutto di ·ricostruire, meglio che ci vien ~atto, il suo ,pensiero. Quello di nazione - così ragiona 1'autore - è u·n concetto da rifiutare ,per _due motivi : in primo luogo ,perchè è uno pseudoconcetto o un mito; in \ secondo ~uogo peirchè è ,un concetto straniero e barbarico. Pseudoconcetto o mito (lo dici.amo per il lettor•e non scaltrito al linguag,gio crociano e sorelliano) è quel concetto che ha una falsa un,iversa•lità - non concreta, m,a empirica o astratta - ·e vale come una finzione dello spirito, ohe se ne serve a ;fini (Pilatici ed economici. li concetto di nazione è una mistura dei concetti di razza, di territorio, di reli,gione, coltura, tradizion,e e via discorrendo, un simbolo di valore, puramente oc- · casion,a'le .ed emotivo, a cui non coNisponde alcun sostanziale prioci:pio etico. Quel concetto inoltre è harb·arico per la storia perchè si affermò attr,averso le invasioni barbariche attraverso la menrtalcitàe gl 'istituti caratteristici di barbari oggi ancora non morti, anzi svi.Juppatisi fino alle .più lontan,e e -complesse co·nseguenz,e in questa ,che suol dirsi la civiltà oc'Cidentale europea. Roma non lo conobbe, giacchè Roma -' risultante dall'incrocio di ,più r.azze originarie e traslcendente come un'entità etic1 a le gentes di cui era composta - no·n ,fu mai una nazione. Unra volta - il \Pel·lizzi conclude - c·he il mito naziona'le è i,nconcili.abile con 1'ideale latino - dello Stat-0 e con I' ideal,e latino dell'impero, noi Italiani dobhia·mo liberarcene al più •presto, se non vogliamo ,che i nostri oar.atteri essenziali ne rima·n-, gano ·storpiati per sempre. E se ne dev,e li1 berare sopra tutto il 1F a~ismo, giac,chè · tr,a ·fascismo e nazione itaiiana t vi è un f insaRa 1 biI.e cont·raddizione • Il .Fas·cismo tende a elabor,are e creare una realtà e un concetto, ·nuovi sebbene a·nche antichissimi e blioteca Gin • 1a e italianissimi, dello Stato. Lo ,Stato fascista, in ciò che è e in ciò che si fa, è il punto .vitale ed organico ,del'la unità di tutti noi che abbi,amo fede nella grande impresa. Lo .Stato fascista non solo ,sovra- · sta .alla -nazione, in quanto ·nazione si,a, ma .la riassorbe ed eli,mina. Or,a, t0 :mi sbag'lio, o il Petlizzi, per vag.hezza del pa·radosso, si è lasciato andare, nella .su•atesi, ad apprezzamenti storici e· a valutazioni pragmatiche ,che si dilun·gano dal'la verità. ' 1 Che il concetto ·di .n,azionalità, . ad esempio, sia -di •marca straniera e ,bai·barica, ,non par-mi si possa, senza offendette la storia, affermare. Concediaimo che il movimento di formazione d,egli Stati nazion,a1li,onde fu ~pien•ala prima ,metà del secolo decimonono, proceda dalla Rivoluzione francese. Ma altro è la formazione storica degli Stati nazionali, altra è l'idea di nazionalità. Questa è l'idea che uh ,popolo ha ,della sua u,nità spirituale : e appartiene indistinta•mente a tutti i popoli, antichi e mod,erni, 1 cihe ebbero coscienza di forma,re un' ani,ma sola, ,di avere una st,essa origine e una stessa missione. I com·uni ,successi e disastri, le comuni felicità ed angosce, i ·comuni errori e le glorie comuni, a cui J,e g·enerazioni ,part,ecipano con eguale solid,arietà fanno di un Jg 1 ruppo etnico un e pluribus ' unum, .e scolpiscono in una .moltitudine di uomini, d·ei tr:atti comuni, on1 de ·risulta quella c·he il Gioberti chiama l'individualità dei po,poli. Cotesta unità, più che un fatto, è un processo, u·n divenire spirituale che mai si arresta, un progr,am·ma che mai •si esaurisce ; perciò I' indivi,dualità nazionia'le trova la sua massima espressione nell'unità della storia. L'unità di ·razza, di territorio, di li,ngua, di cdstu1 mi - .qu~li semplici elemepti di que·lla superiore unità - possono essere, sì, pseudoconcetti; ma l'unità ,di storia, -che culmina nel I',unità di missione, onde il .M1 azzini parlava, è :concetto vero, concreto e universale. Un tal conc~tto - ·appunto perchè universale - non ,è nè italiano nè straniero, nè greco nè b·arba,ro : appartiene a tutti i popoli che han•no ed ebbero chiaro il sentimento di patria~ e che in \ .. ..

4 GIUSEPPE MAGGIORE tutti i tem·pi stimarono dolce ,e decoroso morire per lei. E lo possedettero naturalmente in so,mmo grado anche i Romani. -Roma non trova una coscienza nazionale, mia la 1 crea : e ·la tcrea _perchè n,e ha il concetto. ,Solo così può s1 piegarsi il mirac1olo di u•n'um~le città d,el .Lazio, che .porta ,,a .compimento la titanica fatica di unificare l'Italia, condannata apparent,emente ,dal suo particolarismo millenario a ·non essere inai -un,a. Questa vocazion•e a-Il'unità sta in .f.on,doalla stessa 1 po'litica fede1ale di R,oma. Pa quando ella, tr,aboc'Cando ,d,al Palatino ·cir•condato di paludi febbrose, guadagna i villaggi vicini e si ,pòne a capo della lega d•ei sette colli (Septimontium) .fino a quando l'egemonia ,del Lazio soppianta ,definitivamente l'egemonia etrusca nel'l' Italia .centrale, ,e dilaga nell' Itali,a continentale con l'entrata delle pianur,e ,del Po e d,ell'A.dige e del litorale ligll!I'enella federazion•e, è sempre l 'uni,fi- ' cazione italica che ,Roma ,persegue. Con -questa unificazi,one, ,operata col ferro e col fuoco, Roma, curvan1 do sotto u·n giogo egu,alitario le molteplici ·popolazioni .eh.e si divi,devano il .suolo della peniso,la, diede all'Italia, non solo l'unità di Stato, ma - s.pecialm,en.te sotto l' Impero - l' unità nazionale. Quel1' Italia nel•la quale ancora neil V s·eoolo a. 1 C. si parlavano una dozzina di lingu·e incomprensibili l'una all'altra, da altrettanti popoli in lotta fra di loro, sotto l'Impero ,- dopo la conquista del bacin•o mediterraneo - forma li.~ . nazione latin,o-roman.a, che muove alla romanizzazion,e ,del mond·o. Altre città - Sparta, Atene, Cartagin,e - avevan1 0 avuto mire di unificazione egemoni~c.a111.elmedii:erraneo, 1 ma incapaci di sentire ,prof.ondamente l'unità spirituale dei loro popdli, ,e ·resti-ea,d acco·munare ·nella citta.din,anza tutti i sudditi, ~pensero ogni lampo di patriottis•m,o ~ perirono, racco1 lt1e:in se stesse. Roma, al contrario, attravers,o il regim.e federale e municipale, dilatando il •sentimento di .aff.ezion,eal luogo n,atale in un sentim,ento di più v,asta solidarietà ; con l 'imporre, _piùch•e col la·rgire, la cittadinanza a comunità diver,se di stir.pe e di linguaggio, avverò, nel mezzo ,del secon,do secolo a. C. l'unità politica dell'Italia, e •ge·Ù:òle ,basi ,della nazion,e italiana .. Il Jìn qui detto bast·a a ,confutare la sentenza del ,Pellizzi c·h,e il concetto ,di nazione non sia un ,concetto romano. Ma ,di gran lunga più labile appare 1storicam,ente I',altra asserzione che il nazionalismo italiano sia di origin•e ·straniera, •entrato· Biblioteca Gino Bianco cioè in Italia con le invasioni barbariche. È vero .il contrario. Gli 1albori deHa cOStcienzanazionale italiana, ,dopo la scomparsa di Roma, coinc~dono col primo sollevarsi del no~trn popol~ cont~o 1 te~- tativi di dominazio1 ne .stran1 1era ,tra 1 un,d,oc1moe 11 d,odicesimo secolo. ll concetto ,di nazionalità italiana ITTascecon cruda impro_n:t.a ntibarba,rica : bàtl.:. . za fuori ci1 oè dalle forze d'opposizione della nostra · stirpe •contro il Regno e l'Impero, contro Greci e Tedeschi. Sopratutto contro i Tedeschi. È il· ricordo di ,Roma, che •racc,ozza tutte le ,disperse ener- · gie italiche nella tremenda lotta contro gli Svevi. Tutte le regioni sono unite in Roma. Pisa, Milano, Firenz,e si contendon-o i nomi di « Roma altera », « Roma secunda » ; « fortissi1 ma destra d-el Lazio » Milano è battezzata . ,dal .suo ,poeta ; i Comuni si stringono in una lega, che richiama l 'o:cgani;mo fed,erale romano. E se n,on «Roma», è l' « Ita- · lia » - ,questa parola 1 dap·prima così rare volte pron·unciata - .che muove .Papi, ,città, comuni a formar,e un fronte unico contro il Barb,rurossa ; ed è per l'onore e per la libertà d'Italia « eh~ si combatte .a Legna·no ». U·na vita, una coscienza, una nazione italiana sfarf al1 la dalla crisalide del Medioevfo; l'Italia, in nome di Roma, si dichiara l'unica legittima ,erede d,el romano lmpero, e lo vuole rivendi,cato 1all' a·rtiglio ,dei « barbari ». 1 È ,ancora una volta l'idea di R·oma, che campeggia ·nel ciclo d,el1 la nostra risorta coscienza italiana. Dov'è dunque l'origine barbarica della « nazione » o·nde parla il' Pellizzi? · Anc-or 1più .a,ppairisicente ,è l' originalità tutta latina della nostra coscienza nazionale dal secolo decimoquarto in poi, quando~ per opera di Dante prima, •e poi degli u·manisti .da Cola .di Rienzo a Petrarca, la fe·d,e .nella resurrezione d' Italia si a·derge sulla ,co,mun-eopinione della superiorità degli Italiani sui << ,barbari » ; e lo stesso irmperialismo (special,mente dopo Dante) assume carattere nazion.ale. Ma ,dove tpiù spicca l 'italian~tà del concetto di nazione è, ipiù tardi, in .Machiavelli, che, reag~ndo a,ll'utopia ,dante,sca 1di 'Un impero universale, non sa concepire altra T•estaurazione dello Stato se non com•e reintegrazione •di uno Stato nazionale. Il problema di Machiavel,li, è, .sì, di instaurare la sovranità assoluta d,ello Stato come communitas sibi pri~-. ceps; ma è an-::he, e· sop'ratutto, di f.ar coincidere sempr•e ,più i due te:<,mini·di Stato e Nazione -di ' ..

FASCISMO, STATO, NAZIONE 5 fa•r sì che lo Stato sia anche una Patri,a. Lo Stato di Machiavelli ,dunque trascende lo Stato-.città degli antichi, ma t•ra·scendeal tempo stesso il comune medioevale, fondato sulla nuda comunità, degl'interessi ; ·si lascia dietro il vuoto sogno de'll' Impero vagheggiato dai gi·u·risti; e ,sÌ annunzia co·me Stato nazionale, ·come quell'unità spirituiale, onde non solo si affratellano in un palpito solo le generazio·ni presenti ma queste sono avvinte alle generazioni pas- . sate e ali.e future, aventi la stessa storia, parlanti la stessa lingua, chiamate alla· stessa missione. Lo Stato machiav,ellico è la Patria che si « deve amare· più che l'anima », e il suo Principe sarà colui che, sapendo « quanto· ·puzzi il barbaro dominio » ridurrà a unità l'Italia « ,senza capo, senz' ordine, battuta, lacera, corsa, più s~hiava che gli Ebrei, più serva che i Persi, più dispersa che gli Ate- • • n1es1». · Da questo travaglio - tutto italiano - bimillenario che va da Roma a Machiav,elli, è preparato il nostro Riso·rgimento. Chi lo fa sgorgare dalla 1Rivoluzione francese, e dalla ·politica di ·Napoleone i,n Italia, è ·sto•ricobisognevole di forti occ1 hiali antimiopici. A quel travaglio si ra·nnod'a la rivoluzione fascista, della quale tutt'oggi il mondo intero segue, ammirato o iroso, sdegnoso o invido, i magnifici sviluppi. Il problema del f.ascismo è duplice : è un problema ,di Stato e un problema di Nazionalità. Codèsti du,e problemi rimasti insoluti nel n,ostro Risorgimento - traviato dalle correnti liberali e democratiche di origine strani1 era - sono stati riassunti dal Fascismo, per essere riso.Iuti secondo la - linea della ·nost•ravera t•radizione che è esclusivamente romana. Il primo còm•pito del Fascismo è stato, ed è, quello, di restituire, con lo stile romano della sov·lìanità, l'autorità dello Stato, sorta da noi con i segni della debolezza, e mano mano sempre più affrolita dalle incrostazioni parassitarie delle ideologie demo-liberali. Ruestaurare l'autorità sta-· tale significa,va incentrarla veramente in un potere effettivo, a1 bbassando qualunque altra forza che entrasse, in manie~a su~ola o aperta; in concorrenza con ,quella Starto. Di quest,e forz,e, alcune eliano entro lo stesso organismo dello ·Stato, come il parlamento; altre era·no fuori, come ·i sindacati e la massoneria. Il Fascismo abbassò l'albagia del par1:amento- ·istituzione di origine st:raniera - ridu ... cendo alle giu1 ste proporzioni l'onnipotenza d•e,l poiblioteca .. tere legislativo di fronte ali' esecutivo; com,ba,ttè su tutta la scala l'elettoralismo democratic,o, che tendeva a ·paralizzare con la giostra dei partiti la volontà del governo ; stroncò .alle radici l 'organizzazione tenebrosa della Massoneria; riassuns,e nello Stato - e qui è la ·s1:1,.ma aggior gloria - tutte le forze economiche della Nazione, chiamandole a partecip,are (in1 vece di lasciarle fuori; energie insi- · diatrici) alla ,cosa pubblica ; così che a,llo Stato democratico basaìo sul numero cieco, sostituì lo Stato sindacale o .cor,porativo fondato sugl 'interessi e Ìe competenze delle varie 1 clas1 si ,di cittadini. Radunare le molte •e disperse sovranità della democrazia in una sola ; risolvere g1 l' interessi cozzanti deg.l'individui n,ell'interesse ~upremo della collettività ; non àmmettere nul,la fuori dello Stato nè ~pra lo Stato - nè individui, nè classi, nè enti particolari, nè i Parlamenti, nè le Chiese, nè comunità internazionali - questa ·è stata la ciclopica gesta di - restaurazione statale fornita dal Fascismo in quattro anni ,di regime. . M~ c'è un'altra impresa, .che il Fascismo si è assunta - così ,aderente alla prima, che può considerarsii come l'altra faccia della medesima - ed è la re·staurazione, oltre che ,dello Stato, della co-- scienza nazionale. Il f.a-scismo, che ha una concezione ultradinamica della realtà, non 1si è acconciato fin .dal suo inizio, nè s.i adatterà m·ai, all'idea di un'Italia fatta. Per lui l'Italia, meglio che una realtà geografica ed etnica, più o meno completa, è un'unità spirituale sempre in -fi,eri, nella qu!ale le generazioni presenti ,dànno la mano alle generazioni passate ed avv-enire; ,un'unità, onde Roffia può essere il simbolo, a patèo che tutte le esperienze sto·riche, venute dopo, e quelle che verranno, siano non indarno vissute e ·soff.ertedal po.polo ita1liano. È necessario perciò che si vada cauti con i richiami analogici alla romanità. Roma non p·uò avere oggi altro significato di una nuova Roma (nome già usato dal Gioberti) vale a dire di una nuov,a patria italiana, costruita secondo lo spirito - e mai 'Secondo la lettera - e lo spirito rinnovellato ·della Ro,ma antica. Questa nuova patria, dicevamo, non è nulla di fatto; è piuttosto un processo, uno sforzo, una speranza che è insieme un vo,lere, ma è sopratutto un dovere. Noi senti,amo che una nuova Italia, o, che è lo stesso, una n•uova .. e più perfetta u•n•itàs·pirituale, 1 dove gl 'I tali ani siano sempr,e •più itailiani, deve f.arsi. E ,alla realizza ... •

r .,. 6 GIUSEPPE MAGGIORE zione di q·uesta ;più nuova e prof onda e compatta unità lavora il F,ascismo da anni. · L'accentramento politico a1mmini,strativo giudiziario finanziario, •ch,e è stato tenace progra1 mm•a del Fascismo; qu,esto .programma di concentrazione, che non ha avuto scrupolo di f erir•e interessi e. ambizioni provincia1li ,e regionali, ha obbedito al disegno :di creare una 1 più :sald.a .e granitica •coscienza nazionale. J,} ,partito fascista .non satebbe ·stato, quale vuol esser,e ed è, nàzionale, se ·non avesse reagito al f eder,alismo che ,perdette Roma e al municipa'lÌsmo eh.e preparò, con le gelosie e i ,dissen1 si tra Italiani, l' avvento delle signorie straniere. A questa o a quel,la popolazione ,d'Italia, abituata a for·mare uno dei sette stati anteriori all'unità, dorrà di perdere la C.assazione o un tribunale, una banca d.i emissione o ,u,na 1 sottopref ettura ; tor.na penoso vedersi spogliare di una •o ·di un'altra auto- .nomia comunale di antica ,data ; ma qu•esta unificazione è necessaria al Fascismo, ·n,on già per scimmiottare la mania accentratrice -della Rivoluzion-e francese, ma perchè tutto quel che ,conferisce alla formazione di u,na coscienza nazionale unitaria giova .a,ll.a,causa ·dello Stato. Il concetto· dello .Stato forte è, per il Fascismo, ·indissolubile dal concetto dello Sta'to nazional 1e. Stato veramente forte è quelfo dove il cittadino si ·senta così legato alla P,atria, da e:ser prontò a dare, con letizia, la vita per lei. I.I sentirci, -nel Fascismo, sempre più profondamente e orgogliosamente iitaliani, è a tutti noi 1 la ,promessa ,di una più gr.ande .patria futura. L'lta-· I.i.a, ,ch,e I.a nuova g·enerazione si avvia a fondare, è dissimile ,da una qualunque Austria - di felice mem,oria - dove razze -e g,enti 1diverse, erano tenute insieme ,da una forza estrinseca, accettata da pochi, , dai più toll1 erata, 1dalla m-assima •parte aboirrita. La nuova •patria, ,qu,a1le il F ascis·mo' foggia di ora in ora, è un focolare ,d'italianità, dove quanto di meglio è nella lnostra stilipe e nella nostra storia e nella .. no·stra 1civi.ltà, brucia ,co·me ·un aroma pregno di nuovi destini. E la fede ·C:he la civiltà italiana ha ancora ·una funzione da adempiere nel mondo - 1qu,estafed,e, senza cui il concetto del1 lo Stato ' rimane ,una f or·ma vuota - preparerà .le vie al nostro imperialismo. GIUSEPPE MAGGIORE - EPILESSIA Biblio eca Gino I ------ ED ALTRE--------- , MALATTIE NERVOSE si guariscono radicalmente colle celebri Polveri e Tavolette dello Stabilimento CJblmtcfoarmaceutico del Oav. CLODOVEO CASSARIdNiIBologna J r , • 1anco

LA RELIGIOSITÀ DI MARCO MINGHETTI • ,Marco .Minghetti 1 ha ripetuto l'esempio di un uomo d'altri tempi, quando, indifferentemente, chi d1irigeva l~ vita pubblica, nei vari stati, era spesso anche banchiere, iletterato, ·filosofo; e, dopo le fatiche de1 l giorno e le preoccupazioni politiche e ,m,i,litari, la sera si ricreava colMa lettura dei classici greci e latini, e col lieto conversare cogli studiosi. ,Egli, per ila preparazione storica, fi1 losofica e pdl,itica con cui si affacciava .al~' az,ione di Governo, incarnava ,l'.ideale del secoilo XVI, e portavé:l, in più, l'airt~ di un uomo moderno, perfettamente intonato al suo secolo; e cioè, in più degli umanisti e dei politici del secolo XVI, il Minghetti ebbe : « 1'altezza dei fini, 1a morailità d·ei mezzi, l'aspirazione ad una patria fondata sulle rovine di tutte le anticaglie municipali ». Sotto questo aspetto eg·lii supera ,dii gran lunga l'ideale dell'umanesimo e deUa rinascenza e presenta le im1 pronte più caratteri,stiche di un uomo di taglio mo1 derno, a.Ila G1adstone, per esempio ; e, ,qu,indi, non ci sembra ozio,so vedere com' egli si formò nel tirocinio degli studi più difficili e più severi, ri,manendo sempre fede1 le ai principi filoso,ficoreligiosi per lui fondamentali. *** Pirimo suo maestro fu iii ohlJssico e puri,sta ,Paolo Costa, che si dava delle arie anche di fi1 lo1 sofo, e che lo avviò a,l sensismo d'importazione oltremontana. Mancato il Costa, egli ,sentì l'insufficienza di que1 l sistema filosoifico, che oltre a non corrispondere ai 1quesiti sempre nuovi che si maturavano nel suo spir,ito, non rispondeva ipiù neppure alle ne.oessità ed esigenze sociali, sopravvenendo al sensismo ed ail ,materialismo in genere, 1 l'ottimismo, l'idealismo romantico, ,in ltal,ia il trascendentalismo Giobertiano, l'intuizionismo Ro1 sminiano ed i1 l cattolièismo de'l Manzoni. Il :Minghetti fu da principio seguace ardente, po:liticamente e filosoficamente, del Gioberti e del Rosmini. Era grande ammiratore del primo e ,dei suoi lii,bri: il Bri,mato, i Prolegomeni, il Gesuita mod,erno e il Rinnovamento, che ebbero, vo,lta a vo'lta, fortune 5traordinarie, dati i varii ,momenti politici in cui uscirono, lo stile immaginoso, spesso ,1'inte1ipretazione esa.tta delle aspirazioni vaghe degli ,italiani e ,}'immensa dottrina de·H'Autore. l1 1 Minghetti, mentre :si sentiva trasportato e conquiso da1 llo spirito di confidenza, di speranza, di grandezza che emanavano e trasfondevano i libri del sacerdote e fiilosofo piemontese, pure ad esso non riconosce profondità e sodezza di pensiero (1). (f) Ricordi, voi. I. I Biblio eca • 1n • 1anco • Vera profond,ità, al contrario, gr-andezza ed originalità di pe·nsiero Egli riconosce al Rosmini. ~ sua ammirazione pel solitario di S·tresa fu immen,sa. Cercò e studiò i suo1ivolumi con amore e diligenza sing61ari. l1 1miracdlo di fargli radere di mano le armi de.Ha or,itica ,giovanile, impugnate contro j;} Rosmini, dal Minghetti come alunno del Costa, fu comp1 iuto da•l Rosmini stesso. Era Il'anno 1840. Narra il Nostro: << Mi posi a leggere ,sul serio tutte le op,er pubblicate sino al1 lora dal ·Rosmini, cominciando da queJla sull'origine delle idee. Memore de1,Ie ,lezioni del Costa, m'era messo a confutarlo passo passo parendomi· che dovesse essere agevole ,impresa, ma di m~no in mano ch•e io procedea, accorgevami che le armi della ,mia critica erano spuntate; mi iSentiva soprafatto e vinto dal mio avversario, tanto che dopo aver scarabocohiato molti quaderni, finii col ,gittarili, e oi scrissi sopra il ,motto: « quand'era in parte a1 ltr'uom da quel cihe or sono » ,(1). « Lo studio del Rosmini mi fece co,mprendere quanto in materie filosofiche e morali .io fossi ancora ignorante, e mi indusse ad abbandonare per sempre iii ,sistema del sensismo che mii era stato inoèulato dal Costa, e che aveva signoreggiato gli intelletti sino a quell'ora in Italia. D 'a11 lora in poi mi miisi a leggere non più ,i compendii, ma le opere originali di Ar.istotile, di Platone, -e fra i moderni Cartesio, Leibniz, Spinoza, e poi !a scuo,la scozzese, e gJi ed etti ci francesi. Non poteva ancora leggere i tedeschi, perc•h1 è non ne conoscevo 1 la lingua, ma la ,i,mparavacon molto buon volere per :mettermi in grado di farlo, e in par,te lo feci appresso » (2 ). Già dal 1835, il Nostro, nell'ambiente fervido in cui si .trovava giovinetto studente, seguiva con pa1 ssione e con ardore le d,ispute di indo1 le filosofica. In quel1'anno, in fatti, ,due giovani frati francescani erano venuti a Bdlogna, propagandisti ferventi delle idee del Nuovo Saggio del Rosmini. Essi, uditore il M,inghetti, tennero più volte animata discussione .col Costa. ColHegavano le adee de'l _Rosmini da una parte alla scuola scozzese, e dall'altra parte « al gran moto deHa specu,lazione germanica cominciata con Kant, e che era al suo apogeo con Schelling ed Hegel » (3 ). lii Costa qua1 lificava quei filosofi « fuori· del campo della soienza, confinandoli fra i trascen1denti o fantastici, presuntuosi ed arroganti » (1). (i) Ricordi, voi. I, pag. 81. ( 2 ) lvi. (3) lvi, pag. 52. ( 4 ) lvi. \

..... ..... 8 A. MAIOLI « Così nacque, co'ndlude il Minghetti, la risposta al Nuovo Saggio di Rosmini, e poi quella al Rei,d, e al Kant, e via d,icendo, fatta dal Costa in poc'hissime pagine, le quali non altro provano ohe 1~ ignoranza sua e nostra degli -studi filosofici » (1). D01 po i rovesci de1Ja prj1 ma guerra d'Indipendenza, ,il Minghetti, deposto p•er aillora ogni pensiero di poJitica attiva e di , mi:lizia, Titornò agli studi. :Rip,rese la filosofia nel Rosmini, e ·lesse la Psicologia, che anche più tardi g1 li pareva uno dei più acuti e poderosi libri ,del secolo. Studiò .pure con f at.ica ne,i tedeschi da . Kant in appresso, « maravigliato di qu-el grande moto del pensiero, che resterà nella stmia come uno dei più alti tentativi della speculazione i,deale ». Al Karnt l'aveva predisposto la lettura d-el GaHuppi, « che forse ,meglio d'ogni altro, certo ,singolarmente pei suoi tempi, ed in lta!lia, lo aveva .interpretato» (2 ). In seguito, non solo continuò ~li studi filosodici, serqpre con grande a,mor-e; ma, ne:l J 852, in un ambiente assai diverso da quello del Costa per condizioni di tempo, per ,idee, e ,per gli argomenti che venivano trattaiti, partecipava altresì ad un nuovo genere di disputazioni. Si riunivano assieme i professori Antonio Montanari, don Vincenzo Ferranti ed iii Marchese Luigi Pizzardi, il primo sin,daco d,i Bologna dopo l 'annessione. Discutevano di argomenti fiilosofici, leggevano e com·mentavano tutto ciò ·che di nuovo veniva loro aiMe mani. ,E ·i 1 l :M:inghetti stesso e.i dice che in quell'anno porise loro cc gran materia di studio e di discussione il Gioberti, prima colla sua nuova •prefazione al Soprannaturale, .poi col Rinnovamento C,ivi 1 le d'lta•lia » ( 3 ). Dopo ciò, .si domanda: Si formò il Ming1hetti un suo sistema filosofico ? Egli stesso risponde ohe non v'era sistema filosofico ohe •lo capacitasse ,interamente. ·Come Dante dice, che ,la gloria di D~o, Creatore e 1Conservatore di tutte le cose, e< Per l'universo penetra, e risplende in una parte più, e meno altrove » ; così, il ,Minghetti pensava dovesse essere dei si,stemi de-Ila .filosofia. 1 Che cioè, !in ognuno di essi vi sia più o meno del vero: •ma che in 1i.essunopossa essere tutta ila verità. Dava, per esempio, e< rag,ione agli eclettici quando giudicavano che ciascheduna scuola ha guardato l'uomo, sotto un a•spetto peculiare, trascurando g1li a1 ltri, di che viene ·che mentre ciasch,eduna ha una parte d1 i vero, è manohevole nelle a'ltre. Ma poi questi medesimi ecc.lettici avevano torto quando raccogl,ievano tutto senza criterio di importanza e di gerarchia, onde facevano un guazzabuglio anzichè una ordinata esposizione di princi,pi >> r( 1 ). (i) Rlcordi citati, pag. 52. (2) lvi, voi. 111, pag. 3. (3) lvi, pag. 15. ( 4 ) Ivi, voi. I, pag. 82-83. Biblioteca Gino • 1 neo Coll Leibniz ammette ,in noi : « un' inte1 lligenza attiva e ,spontanea,' senza deHa quaile in~arno si argomenta· di spiegare i fatti del pensare, de'l ,sentire e ~el vol,ere >>. Chiama l'altruismo, e< una tendenza che isp1nge l uomo ad amare o,ltr,e sè, e fuori ,di .sè ». La socievolezza, la religione •stessa sono, pel M;inghetti! <: 1mot~ altre~an!o , spontanei dell'animo come 'l amo•r d1 se, e 11.des1~er10 del ,pro,prio apprezzamento, che ,secondo mo!t1 è la sòla· · nota fonda·mentale d 'onde tutte rie altre d·er1vano ». · ,Ed ecco come esamina iii pensiero nell'atto di ripiegamento su se stesso e nel suo processo di~ivo: e< Quando 'l'uomo si pone a riflettere sopra sè medesimo, e vuol sapere il come sa, ossia rendersi conto dell 1 e sue o,perazioni, qui vi .s'incontra in una grande difficoltà. Quella co,minc•ia a scoprire ,i fatti ultimi più recenti e perciò più complessi e r.isale poi verso i primitivi, e più semplici. Ma in questo suo ri,sailiire ind1 ietro, mano a mano che procede, si trova avvolto in oscu.rità e du1 bbiezze >>. N_ella coscienza, diceva col gran poeta inglese, « vii •so 1 no1 ,più meraviglie che in tutti ti sistemi filosofici » (1). Alla ragione riconos·ce certi il.imiti. cc Come I' uomQ credè alla realtà dei corpi, e al nesso dei fatti ohe si susseguono, voglio diire alle cause e agli effetti, senza poter dimostrare nè il principio di esistenza, nè quello di causalità, similmente avviene dell'ordine unÌveT\Sa 1 le delle cose, e del dovere che incombe all'uomo di cooperarv1i : le quali cose l'uomo crede pr,ima di dedurle o di dimostr~le » (2 ). Egli dichiara altresì di scorgere che :Io svolg,imento di tutte le tendenze e di tutte le faco'ltà umane si fa gradatamente e che per questa parte la scuola così detta :storica trionfa di que'lla che s'intitola razionale. cc Voglio d,ire che le idee, le ,istituzioni e le arti che si 1 manif estano nella convivenza degli uom,ini, non ·hanno regola assoluta per tutti i tempi e luoghi, ma seguono '.l'andamento della civiltà e deHa coscienza umana » (3 ). N,ella economia, le sue teo\ie tenevano una via di ~ezzo tra la scuola ortodossa e quella social,ista. L' assioma del~la ~.ibertà indiv.iduaile assoluta, sotto la scort~ del ·proprio interesse, gli pareva eccessiva - e la riprova ~a ,diede nel periodo che fu al governo - ; così, n?n .gli andava _agenio la 1 esageraz,ione della scuola socialista, cihe mirava a togliiere atHa libertà individuale ogni suo ti,to'lo e organare la ricc1 hezza sotto l'impero dell'autorità pubblica. La mente del Minghetti non si ch,iudeva davanti ad alcun _vero, da qua1 lunque sponda o ,sistema ,proven·Ìsse. . Ricorderemo che nella prima metà dei} secolo de- ~1mono~o, al!a neg_a~io,!ledel fatto religioso si oppone 1I tentat1v? ~i conc1haz1one deHa ragione e della fede, del cattol 1 ic1-smo·e de'lla libertà, della religione e del,Ia ( 1 ) R,·cordl, voi. I, pag. 82-83. ( 2 ) I vi, pag. 84. ( 3 ) lvi. ,..

, , LA RELIGIOSITÀ DI MARCO MINGHETTI 9 • scienza. In •questo secondo ordine di idee si muove ed agita ,l'anima del Minghetti, attaccato alla fed,e e propugnante il progresso, conservatore e •lottante per la libertà, filosofo, scienziato, credente e ,statista. Giacomo Barzellotti ohe fu amico del Minghetti e discusse più volte ecl a lungo di problemi ,filosofici mo-- rali e re•ligiosi con Lui, dice che 1 'istinto di artista non gli ,permetteva di mettere tutto il vero da una parte e tutto il falso dall'altra, e ohe dava molto peso al buon senso, ai piedi deI quale spesso sorge il dubbio. E un ·giorno, in cui la discussione era suii Saggi postumi de:l,lo Stuart Mal, nei quali ,è d1 etto come non poche dimostrazioni razionali, che la f e·de chiamava un tempo a sostegno suo, ci appariscano ormai relatiive a verità non capaci proprio di evidenza scientifica, ,ma più o meno probabili per la ragione, e non per questo tali da non potere ancora divenire certe di certezza morale profonda per chi le creda, il ,M,inghetti, contento per le condusioni, volta.ndo1Sia una gentile signora che gli era accanto « meno male » disse, « che chi crede, per esempio, nell'immortalità cieli' anima e in Dio, abbia, se non altro ;perchè ~ie lo assicura anche un grande filosofo ,inglese, una certa .pro,babilità di non essere addirittura uno scemo » (1). · « Egli apparteneva a quella generazione dei nostri uomini di Stato e di lettere, la quale aveva creduto con tutta la forza del suo cuore che la sostanza del.le idee religiose potesse, senza svanire in nebbia di dubbi, lasciarsi penetrare tutta della luce del più alto sapere dei tempi nostri, e aveva salutato vicino un grande rinno,vamento del Catto1 licismo, alleato con la li,bertà politica e civile. Il bel sogno era, è vero, specie per quel ~he si riferisce al ·Papato e a1 ll 'ltaliia; svanito pre-sto. Ma se, tra i credenti dei primi gio,mi, i più atterriti dai rovesci del '48 e del '49, avevano insieme con la mag- • gioranza del dero stud,ioso e pen1 sante chinato il capo innanzi alla nuova scissione della fede dalle aspirazioni li,berali dei tempi, .imposta da :Roma, Marco Minghetti era rimasto con pochi laici di magg,ior fama e autorità, che ancora consentivano nella sostanza de·lile dottrine· comuni iSinoallora al Gioberti e al Roomini. E di questi che era stato ,il Tommaso d'Aquino della moderna fillosofia onistiana, egli sper:imentò in sè ed espresse in più d'uno specie d.ei primi 1suoi scritti, l'efficacia intellettuale .potente » (2 ). « Tra le grandi qualità c·he facevano singolare il Minghetti tra i primi de1 i nostri uomini pol,itici, così · alieni per gretto abito di ,mente dal guardar un po' al di là della scolastica delle fazioni 1 parlamentari, c'era un desiderio continuo, un bisogno di non perder maii d'occhio quanto gli avesse potuto rivelare nello studio impaniale delle cose, degli ,uomini, dei libri di varie naz1 ioni, l'andamento generalle delle idee e dei costum,i del nostro tempo ». (!) GIACOMO BARZELLOTTI - Dal Rinascimenta al Risorgimento, seconda edizione, Sandron. - L' idea religiosa negli uomini di Stato del Risorg,.mento ( 1877), pag. 146. (2) Opera citata, pag. 147. , ibl1oteca n ■ 1a Nella giovinezza il ,Minghetti aveva cercato I' accordo delle idee e convinzioni razionali, con la fede tradizionale. Ed in progresso. di tempo e· negl,i ultimi anni, se certo enhisiasmo e .Je i,llusioni gli erano cadute, tuttavia egli rimase sinceramente bisognoso di credere in qualche cosa d'innegabile, a un tempo, e d1 i razionale « che componendo in •potente ar.monia iii pensiero · e la volontà, fosse leva ali' azione ; .bisogno di credere e di operare, proprio d'un oratore (sic) nato, quale egili era, e avvezzo nella lunga esper,ienza della vita pubblica .a sentire quanta forza d'affermazione e d.i pro-- paganda autorevole dia a chi parla l'intima convinzione d'essere con rutto, ·iJ suo pensiero ; co1n tutto isè stesso in contatto vivo coli' anima di tutto un popoilo » (1). Deplorava fortemente la mancanza di id,eali aii suoi giorni, specie nella gioventù italiana. Non si può ,dirè ohe il Minghetti sia mai stato un sorpassato, poichè con ardo,Ife giovanile seg,uiiva ogni nuovo passo della scienza e delila filosofia, « nel1 l 'apprezzamento largo, imparziale che era inclinato a fare di tutto ciò ohe l'una e l'altra gli ·porgevano di più vita1 le, di ,più durevolmente· umano,». Quanto p·rofonda doveva ,essere la piega che le nuove tend,enze ,e .i motivi ,del pensiero contemporaneo davano, in una mente aperta, plasma1bi,le, com' ra la sua, ali' organismo primo delle idee ohe l'avevano for,mata ». Non sentì attrazione per le dottrine critiche. N~ le respingeva, oltre alla 1 mente, il suo• stesso ,istinto artistico, ,bi1sognosodi costruire ·sempre le idee in un tutto armonico, « che faceva il segreto della sua forza e della sua eleganza insupera'bile come oratore », mentre 1 l'uomo, nel suo fondo, era rimasto sempre lo stesso, « il pensatore liberale cristiano, ,s'era mosso co,i tempi~ come l'economista e l'uomo di stato. AMe oblbiezioni negatrici opposte dalla filosofia critica e dalla scienza al sistema delle idee do1 m,mati,c 1 he tradiZJionali, egli rimaneva, s,pecie negli ulltimi anni ... , in quella serena e calma riserva di mente, che •pur facendo, la sua parte al vero di,mostrato dal 1 la ragione, ha come un sentore di quanto i simboli delle cose, che il ,pens,iero riflesso traduce nostri concetti, siano lontani dall'esaurire iii fo-~1o infinito d,ell 'essere e de·He esigenze morali deMo sp1r1,toumano ». « Quindi resultava nel suo modo d,i concepire le attinenze della filosofia e ,della scienza con la reliigione una gran libertà di pensiero da ogni vecchio presupposto dommatico, e autoritario•, temperata p,erò da intima fede nella legittimità e perennità del sen- - timento religioiso e . in un suo possiibile acco,rdo con quanto di più vero nell'ordine ,mora1 le sareb·be uscito un giomo dagl 'incrementi dell'alta cultura umana. Quel finissimo senso d' arti,sta, che, parlando e scrivendo., gli faceva senza uno sforzo imprimere nel pensiero politico dei nostri g,iorni :1e fo,rme e le movenze eleganti deHo stile classico•, gli componeva in pace (•) GIACOMO BARZELLOTTI - Dal Rinascimento al Risorgimento, seconda edizione, Sandron. - L'idea religiosa negli uomini dt Stato del Risorgimento ( 1877), pag. 148. •

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