Vita Nova - anno I - n. 6 - 15 giugno 1925

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- AssociaziNonaezioFne. rrovieri CassNaazionaFlerrovieri Ente Morale per la Previd. edlil M. S. - Fond. nel 1881 Società Anonima Coop. di Credito - Fondata nel 1889 Sedi rìunite in BOLOGNA, Via dei Mille, 23 e Via Rizzoli, 20 (Pal. proprio)-Telefoni 7-29 e 13-25 ------- SUCCURSALI (con. servizio biglietti ferroviari e marittimi): - Ancona - Corso Vittorio Emanuele 20 - Casalmo~ferrato - Via Roma - Ferrara - Piazza Commercio, 3-5 - .Foggia - Corso Vittorio Emanuele, 35- Genova - Piazza De Ferrari (Pronao Teatro Carlo Felici') e Piazza dell~Annunziata - Livorno - Piazza Vittoliio Emanuele, 2 - Mantova - Via Cesare Battisti (locali vecchia Posta) - Modena - Piazzetta delle ova - Rimini - Via Gambalunga ( angolo Vi!' Cavalieri) - Roma - Via Terme di Diocleziano, 44 - Savona - Via Paleocapa, 27 - 1 Torino - Galleria Nazionale, Via Roma, 28. . ' I RAPPRESENTANZE: In tutti centri ferroviari d'Italia Situazione al 30 aprile 1925 45° Anno di Esercizio Patrimonio . • . L. 9.291.854,94 Valori di proprietà . . . . . » 1.511.185,60 Depositi presso Istituti • • . . . . » 7.168.907,93 Contributi dei Soci (Anno 1925) ai fondi assicurativi » 780.233, IO Assicurazioni pagate nel!' Anno 1925 . . . » 396.879,08 Eccedenza delle Entrate sulle Spese » 274.364,89 Fondo di Previdenza del Personale. . . . » 1.019.629,85 TOTALE sussidi pagati a soci e famiglie. . Somme assicurate ~i Soci . . Risparmi distribuiti agli Assicurati • • . ' . p. I Sindaci F. NERl p. Il Presidente D. CHILOSI L. I 0.360.983,43 > 29.369.278,11 » 773.862,25 Il Direttore Generale F. BALLARINI ASSICURAZIONI: Malattia - Vecchiaia (renditavit~lizia)-Decesso - Somme pagabili a tempo determinato. ASSISTENZA SOCIALE: Borsedi Studioe premi di profitto - Cure marine e montane - Doti - Sussidi speciali - Viaggi d' istruzione. - Situaziòne al 30 aprile 1925 37° Anno di Esercizio Capitale versato e riserve • • _. . • • L. ' Contanti e disponibilità presso Istituti di emissione > Portafoglio (Buoni del Tesoro lt. ·e Mutui garan1.614.418,59 1.901.751,76 titi dallo Stato) . . . . . . . . > 18.830.155,8 I Valori ,• . . • . . . . . . . > 3.093.067,77 Corrispondenti . . . . . . . ,. 7. I 64.28 7,73 Depositi fiduciari . . . . . . . > 24.803 595,30 Valori in deposito . . . . . • . > 7.339.784,60 Utile netto dell' Esercizio . . . . . . » 5 2.385, I I TOTALE somme ricevute in deposito a risparmio L. 303.760.365.65 TOTALE somme investite in operazioni di credito » 481.588.631,0 I p. I Sindaci F. NERI p. Il Presidente D. CHILOSI Il Direttore Generale F. BALLARINI TUTTE LE OPERAZIONI DI BANCA Saggi d' interesse sui depositi Libretti a risparmio . . . . . . . . . . . . . Buoni Fruttiferi a 6 mesi 4,50 - 9 mesi 4, 7 5 a 12 mesi . Società di Mutuo Soccorso, Cooperative e Soci . . Conti correnti disponibili con chèques • . . . 3,50 °lo 5- °lo 5-0/o 3,25 °;0 Emissioneimmediatae gratuita di Assegni BANçA D' ITALIA E BANCO DI NAPOLI ONC>RIFIOENZE Esposizione Nazionale di Torino, 1884: Medaglia di Bronzo - Esposizione Emilia~a di B l 1888 . D' I d' Esposizione Nazionale di Palermo, 1892: Diploma e Premio di lire 250 - Esposizione Nazionale di T o~na, 1898 : 0.1~ orna d' • 0Bcnemerenza . Esposizione Universale di Parigi, 1900: Medaglia d'Oro - Esposizione Internazionale di M'l onf; 06. G. ptp~ma M no~e e ~edagha • , • • 1 ano, . ran nx e edagha d Argento Concorso fra le Socteta d1 Mutuo Soccorso del Regno indetto dal Ministero d. Aaricolt r f d t · C · Il' Md I . d' A . . · e u a, n us na e ommerc10 ne anno 1890 e ag 1a rgento e premio 1n denaro Concorso fra le Società di Mutuo Soccorso del Regno indetto dal Ministero d. Aaricoltu J d. t · c· • M d I. d' . . . . . . e ra, n us na e ommerc10 nell'anno J 903 e ag 1a Oro 1shtu1ta per I Benemenh della Previdenza Esposizione Opere Sociali, Gand. 1924: Due l\<Ieda.g1ie cl.' Oro ~~~mt~~Ymm'W • Biblio eca Gin· Bianco

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- ANNO I. Numero6 15 GIUGNO 1925 PREZZO LIRE a~no - c. c. P. Pubblicazionequindicinaleillustratadell'UniversitàFascistaditBologna ABBONAMENTO ANNUO LIRE ~60 • \ I FONDATORE: LEANDRO-ARPINATI DIREZIONEE AMMINISTR. - CASA DEL FASCIO --,-·- ' BOLOGNA - VIA 1MANZONI, 4 - TELEF. 4-52 • ' - - • EDITA·A CURADELLACASADEL FASCIO- > DI BOLOGNA .,,, VIA MANZONI, NUM. 4 • ' • I ' ' .. Bibliot~ca Gino Bianco • t NUMERO SEPARATO LIRE 3,50 • ♦

r \ / • SOMMARIO • , · Il Re· a Bologna· Camillo Flamin.arion Isotta clegli Atti Il nodo - · La bonifica montana. ,in· ~omagna • Casanova imprèsari<> teatrale .. Scenari Olandesi :-. · . · " . • VITA NOVA . ' - REMIGIO CONTI • . - MARIO FUMAGALLI - DAISY Di° CARPENETTO - R. SALA LORENZO GIGLI MARIO SANDRI Rassegne e Recensioni. - S. SANI - ZAPPI RECORDATI - G. M. SANGIORGI • • GIORGIO PINI • GHERARDO GHERi\RDI · . . , ' ELENCO DEI COLLABORA TORI BENITO MUSSOLINI - ALBINI GIUSEPPE - BELTRAMELLIANTONIO - BINAZz1·BINO - BARBAGALLO CORRADO - BIANCOLI 0RESTE - BISTOLFI LEONARDO - BRUNATIGIUSEPPE-· DE MORSIER FRANK - DA VERONAGUIDO - DE STEFANIALESSANDRO- DE MARTINOGASPARE - CARDELLI FERRUCCIO - ERRERACARLO - GOTTA SALVATORE- GUGLIELMINETTIAMALIA - GEMMASCIPIONE - GENTILE GIOVANNI - GOVONI CORRADO - GIGLI·LORENZO - GHERARDI GHERARDO - GAIANUS - GRANDI DINO - IVALDI -FILIPPO - LIPPARINI GIUSEPPE - LEVI CESARE - LUCARINI OSTILIO - MORETTI MARINO - . ·MASIVINCENZO - MARTINI FAUSTO MARIA - NOSARI ADONE - NICCODEMI DARIO .. OIETTI UGO -· ORSINI, LUIGI - OTTOLINI PIERO - PIRANDELLOLUIGI - PANZINIALFREDO - PICCOLI VALENTINO ~ PENSUTI MARIO - PUCCINI MARIO - PINI GIORGIO - RUGGI LORENZO - PAOLIERI FERDINANDO - ROCCHI LORE~ZO - SARFATTI MARGHERITA - SANI SEBASTIANO - SANGIORGI GIORGIOMARIA - SAITrA GIUSEPPE- SAPORI FRANCESCO- SERPIERIARRIGO - SUCHERT CURZIO - SORBELLI ALBANO - TESTONI ALFREDO - TONI ALCEO - TERESAH VOLT - VITALI MARIO - VALORI ALDO - VALORI GINO - VALLABREGACESARE - VARALDO ALESSANDRO - ZANGARINI CARLO - ZANELLI C. F. - A. ZAPPI RECORDATI · ILLUSTRATORI . .. BIGNAMI - BURATTINI - BURZI - CERVELLATI - DE CAROLIS - DUDOVICH - SCANDELLARI - • TERZI - VELLANI - MARCHI - ECC. , Per inserzioni ed abbonamenti dirigersi all'Amministrazione della Rivista - Casa del Fascio, Via Manzoni 4, Bòlogna , I signori Inserzionisti che non ricevesserola copia·della Ri'"Vistaloro spettante a titolo di giusti,i:cativ " . h. d l ll' A . . t • d' v· N u /I o, ,.,assono r1c re er a a mm1n1srazione t 1ta ova - tficio di Pubblicità - Bologna, Casa del Fascio, anche con semplice cartolina portante le iniziali R. G. I • Biblioteca Gin ■ t ne

I Le trionfali accoglienze a .Bologna al Re ·Vittorio· Emanuele III . . . Accolto con jndicibile entusiasmo S. M. il Re fu a Bologna, dal 12 al 13 giugno, p~r la celebrazioi;ie di alcune cerimonie alta- ' mente patriottiche e per _ visitare la bonifica molinellese. La cronaca delle memorabili giornate è ormai nota, nè si potrebbe ripeterla a tanti giorni· di distanza ai lettori, senza raccontar loro cose che già conoscono, e che appresero con indubitabile soddisfazione. Le feste tributate al Re dai bologn~si e dalle • masse operaie resteranno tra le più significative tra quante, dopo la restaura- - zione dello spirito nazionale, il Re ebbe in questi ultimi anni. Noi che seguimmo Sua Maektà nella non breve peregrinazione da un punto ali.' altro della città, e da un paese ali' altro dell~ provincia, possiamo bene affermare che le manifestazioni ragI • giunsero un entusiasmo superiore ad ogni più patriottica previsione, segno evidente che r anima delle folle, ridivenuta italiana per opera del fascismo, ama nel re il capo supremo e la ragione uditaria della nazione. Più volte, massime nei luoghi dove l' entusiasmo popolare proruppe con più travolgente fervore, vedemmo il Sovrano fare forz~ su sè stesso per dominare la commozione. A Molinella in ispecie, dove il popolo, rotti i cordoni, si affollò, plaudendo, attorno all' automobile reale, dando così libero sfogo al proprio entusiasmo, e dimostrando una volta di più come il popolo sia ben degno della fiducia e dell'amore del Sovrano. -3 BibliotecaGino Bianco , Giunse 12 [giugno, a Bologna e fatta la: alle 8 precise del venerdì, prima · visita al Lapidàrlum, tempio ed altare insieme della gloriosa gioventù bolognese caduta sui campi di battaglia per la grandezza della Nazione, il Re · alle ore 1O si recò a porre la prima pietra al campo polisportivo fuori ~ porta Saragozza. Un'ora . prima che giungesse il Sovrano le tribune erano gremite di invitati, e tutto in cerchio pel vastissimo campo, le camicie nere formavano un imponente quadrato dietro al ·quale, sia pure sotto la sferza implacabile del sole, si pigiava altra folla, un vero formicaio· umano.· . ' Giunto con una puntualità davvero regale,. al- · l' ora fissata, il . Re fu ricevuto alla tribuna di onore dall' on. Leand{o Arpinati e da -·tutte leautorità .presenti, tra· le · quali il cardinale arei-· vescovo. Accolto al s~o apparire da un formidabile applauso che dal campo si propagò fino sui tetti delle c~se circostanti ove altra gente s' era accalcata per goder~• dello spettacolo davvero imponente, il Sovrano scese dalla predella fino al limite del campo, dove era stata. collocata la pietra fondamentale. L' on. Arpinati, con brevi ma eloquenti parole, salutò il Sovrano così : « Maestà I Troppo piccola cosa io sono per celebrare con un discorso questa cerimonia. « Ringrazio Dio per l' onore che mi ha serbato facendomi delegare per porgere a Voi l' omaggio

L'ARRIVO ALLA STAZIONE IL RE SALUTA GLI UFFICIALI E LE AUTORITA • - I L· IMPONEN fE DIMOSTRAZIONE IN PIAZZA VITTORIO EMANUELE li BibliotecaGino Bianco

devoto del fascismo bolognese, che non è una fazione, od un partito, ma popolo ; popolo di tutte le cale- , gorie, fusione di tutti i cittadini che amano il proprio paese. « Vi ringrazio per la benevolenza con cui avete voluto accettare il nostro invito, Vi ringrazio di esserVi degnato di venire fra noi a porre la prima pietra di questo nostro campo. Sono certo che la Vostra presenza sàrà di lieto auspicio per noi che ci prometgnesi, diamo un cenno sul campo polisportivo e sulle sue finalità. L' opera grandiosa merita d' essere segnalata, specialmente da questa rivista che riflette lo spirito animatore del fascismo. li campo polisportivo si compone di diverse parti. Racchiude in un solo cerchio quanto gli sports moderni richiedono per il loro massimo incremento. La parte più· vasta è riservata al campo~~princiIL RE SI AFFACCIA AL BALCONE DEL PALAZZO D' ACCURSIO ACCLAMATO DALLA FOLLA tiamo di coltivare qui non spirito di parte, ma amore, ma saldi muscoli e cuore nella gioventù italiana pei futuri cimenti della patria, per la sicura grandezza del nostro popolo ,.. La cerimonia che seguì fu breve e solenne. L' arcivescovo benedì la pietra, il Re firmò la pergamena, da includervi dentro, quindi la pietra fu calata nella fondamenta. Intanto ali' intorno gli applausi scoppiarono fragorosi, commisti ad alti alalà. Quando il Re si mosse per abbandonare il campo, il saluto della folla si rinnovò con più intenso vibrante • entusiasmo. In queste note retrospettive delle cerimonie bolopale, costruito secondo tutte le regole dell'arte, acciocchè possa servire alle gare olimpioniche, alle gare internazionali di calcio, ed a qualsivoglia esercizio ginnico di mas_sesportive. Questo campo è circondato da un anfiteatro a gradinata sotto il quale, tutto in giro, verranno aperti ampi e numerosi locali destinati, parte agli atleti, e parte, trasformati in saloni, serviranno per le esposizioni, per trattenimenti d'ogni specie, per uso Caffè - Ristorante, per dormitori, totalizza- • tori, ecc. Per l'accesso ali' interno del campo, sono aperte nelle gradinate all' inizio delle curve quattro larghi passaggi. Il tracciato geometrico della pista e delle tribune è costituito da due tratti centrali rettilinei -5Biblioteca Gino Bianco -

- LA CERIMONIA AL CAMPO POLISPORTIVO _ LA FOLLA IN ATTESA ALLA TRIBUNA , , - I • L'ARRIVO DI S. M. IL RE L'ENTRATA AL CAMPO BibliotecaGino Bianco

• lunghi ciascuno 120 metri, in modo che la pista riservata alla èorsa dei 100 metri è preceduta e seguita da due tratti rettilinei di 1 O metri ciascuno. Le due , curve, agli estremi dell'asse maggiore sono circolari, con raggio interno di m. 37, ~ e cqn uno sviluppo di m. 78 ciascuna; sotteso da un angolo al centro di 120 gradi. Le curve sono raccordate ai tratti rettilinei con una curva di passaggio (clotoide), la quale difterisce pochissimo dall' arco circolare corrispondente. L' intera struttura è stata calcolata in base ai più perfe· zionati metodi della scienza delle costru- • • zioni. Oltre la pista, il campo contiene due vasche natalo- • ne : una coperta e riscaldata per le ga.: re invernali, un'altra scoperta per le gare • estive. Entrambe hanno tribune, atrii, corridoi, camere . e passaggi costruiti in modo da consen .. tire i maggiori agi, tanto al pubblico quanto agli atleti. Arpinati, per concepire un disegno così ciclopico, ma era eziandio necessaria una forza organizzatrice di primissimo ordine, sperimentata, calma, tenacissima per tradurre il progetto in atto. Quando il campo polisportivo sarà compiuto, in . un tempo assai breve, Bologna che dona ali' Italia opere nelle quali i' Idea animatrice del rin- • novamento nazionale si perpetua in realtà, propizia e • necessaria a sua volta e. generatrice di giovani forze; sane e gagliarde ; Bologna fascista ancor più di oggi, dopo tutto quello che tha fatto, avrà ben diritto di essere annoverata prima fra tutte le città che intendono lo spirito dei tempi nuovi, e vogliono che da esso il paese tragga il maggior utile possibile. Questi per sommi capi i dati tecnici, i quali tutIL RE FIRMA LA-PERGAMENA Lo sport va giustamente valutato come una scuola di disciplina e di coraggio, due elementi spirituali e materiali insieme, chè, formando virilmente l' animo dei giovani concorrono a dare ali' I t a li a cittadini • tavia sono sufficienti a dare un' idea dei criteri che presiedettero al concepimento dell' opera grandiosa. *** Un solo sguardo ali' area, su cui sorgerà il campo, permette di misurare, nell'ampiezza smisurata dello spazio, la sua imponenza. Non ci voleva meno della passione sportiva e della coraggiosa iniziativa di Leandro sani forti, volonterosi e pronti. Per una siffatta finalità che r~sponde alla dinamica della vita sociale contemporanea ; ai piedi del. colle della Guardia attorno al quale cantano con più alta voce incitatrice le strofe di Giosue Carducci, sorgerà il campo : il più vasto d' Italia, uno dei più belli e meglio costruiti d' Europa. Il rito col quale S. M. il Re depose la prima -7- • • Biblioteca Gino Bianco • •

• r piètra dell' ed,i6cio multiplo e semplice, vasto ed armo- • • nico, non· fu adunque una delle consuete cenmon1e avvalorate dalla augusta presenza del Sovrano, ina la consacrazione augurale di un ardimento senza pari, la riconferma solenne délla _itàlianità_dell' impresa.. La quale, non per il danaro che costa, ma p~i ·fini che si propone, va conclamata esemplare e degna dell' universale favore. · Per compirla, fu lanciato un appello a tutti i gene- .·rosi, e primo fra tutti, con entusiasmo di capo rispose Benito Mussolini. Gli altri risponderanno, come già in I . 5·1 -1 ·1 Re volle chiuderela cerimoni~ mente orgog 10 , . della mattinata visitando _ la Casa del Fascio dove fu atteso con indic'ibile festosità. li palazzo e~a tutto un tripudio di tricolore. Camicie' -n~re e fascisti, •' erano ·adunati· nel cortile. - ·· • · . _· Al porto~e facevano servizio d' onore i decorati del • • fascio, futti in camJc1a nera. Anche qui, il Re fu ricevuto dall' on. Leandro Arpinati. L'ingresso_ del Sovrano alla Casa ~el Fas~io: fu salutato da un sol grido, prodotto da mille peth, nec- ~ -·~;·a d!ltf - . . . ~ .. . ) ' : .~-CAMPO LISPORTIVO .. . . VIST.A PROSPfflfCA DG.LET. RIBUNE i I • • . . - folla moltissimi rispondono, con spol)taneo consenso. Cosi, l' idea si attua e progredisce nel fatto, attingendo alimento da ogni strato sociale ; cosi, il campo polisportivo· allarga le proprie basi ideali nella stessa fede ·italiana e. nel patriottismo della moltitudine. Ora il tripudio delle feste è soltanto un'eco. Nel campo sportivo si affaticano lietamente gli operai che .- costruiscono i cantieri ed apprestano le armature alle formidabili gett~te di calcestruzzo. Come non ravvisare. in iutto ciò l'Italia di domani, I' Italia che costruisce, r Italia dei giovani che ai giovani ~pprestà, sotto l' incanto del suo ·cielo divino, le grandi ' palestre, vaste come I' impeto del suo cuore gagliardo, ' belle come il sorriso della sua anima millenaria. f *** Poco prima di mezzogiorno, con tratto veramente significativo, di cui i fascisti- bolognesi vanno giusta- . . . . ,, . - ,. . • : ... 1 • '1 • • • ,. ' ·• ,.J,.4 . . , • • . . ' . ' . . ' . . . . . cheggiante dal vasto luogo, per la via gremita di popolo, « viva .il Re dell' Italia vittoriosa ». Il Re si fermò un momento a guardare tutta quella gioventù che dopo il grido, teso verso Lui, il braccio, irrigidita sull' attenti, lo salutav_a col gesto romano, poi sorrise e rispose al saluto portando a più ripresela mano al berretto . La visita alla Casa del Fascio non fu breve. Il Re e tutto il seguito, tra cui erano il Ministro Federzoni, i Sottosegretari Grandi e Peglion, gli onorevoli Casertano Presidente della Cam_era, Manaresi, Biagi, Chiarini, e la autorità civili ·e militari, 'guidato sempre da Leandro Arpinati, sali fino al terzo piano dell' edificio e dopo avere ammirato i saloni dell' università e e la biblioteca, visitò, parte per parte tutti gli uffici, fermandosi più particolarmente nella sala degli schedari. -8- • i ' BibJiòtecaGino Bi neo •

• IL RE A COLLOQUIO CON LE VEDOVE DI GUERRA IL RE LASCIA IL CAMPO ACCLAMATO DAI F.A.SCJSTJ Bibliot~ca Gino Bianco

I f LA CASA DEL FASCIO VISIT TA DA S. M. IL RE IL 12 GIUGNO 1925 - , ' ..... BibliotecaGino Bianco

Chi conosce questi capolavori della tecnica organizzatrice fatti eseguire dall' on. Arpinati, non si meraviglierà che il Sovrano li abbia ammirati e lodati senza reticenza. E col Sovrano, tutti i personaggi che ancora non avevano visto in pratica cosa sia la organizzazione della Casa del Fascio bolognese. Terminata la visita il Sovrano ridiscese nel cortile, e, se!utata da nuovi alalà, lasciò la Casa del \ Fascio. Fuori la folla, che Rremiva fa sbada1 costringendo Biblioteca Gino Bianco 1I il corteo a proc.edere a passo d' uamo, accompagnò il Re sino in Municipio. *** · Le . feste bolognesi al Sovrano, si rinnovàrono in provincia il giorno seguente. e ·furono,: se possibile più significative. Spettacolo indimenticabile, quell? dei lavo-: ratori che salutavano il Re con tanto entusiasmo, e Molinella, bene dimostrò come e quanto abbia oggi il diritto di chiamarsi: l' italianissim~. VITA NOVA ( \ ' , / •

\ - Il geniale volgarizzatore dell'astronomia, l' autore di un numero straordinario di opere tradotte in tutte le lingue del mondo, è morto gioyedì quattro giugno, lasciando dietro di sè il più profondo rimpianto, non . l l b ·t' e dall'esordio clamoroso col libro provv1so a ce e r1a, . ., d. . l . , 3 • di abitati fino a1 p1u tar I anni, su la Plura tla aet mon . bb . ' dire con continue conquiste la proaccre e s1 puo . b.l . l . F . f tf un lavoratore 1nstanca I mente pna g or1a. u 1na 1 ' L'ULTIMO RITRATTO DEL GRANDE ASTRONOMO soltanto...i.n coloro che, conosciutolo, furono ammagliati · dal suo ingegno esuberante e dalla sua parola colorita ed eloquente, ma dai m_oltimilioni di lettori che nelle sue opere avevano trovato un raro diletto. Nato da modestissima gente, e fornite assai presto, con una precocità rara, le prove .delle sue attitudini agli studi astronomici, di cui poss~d,,.va il genio specifico, Camillo Flammarion, si conquistò, quasi ali' imfecondo e geniale, poieh è · alle doti dello scienziato, univa le qualità dello scrittore. Era lo scienziato artista per la felicità e la facilità con cui ravvivava la scienza con gli adornamenti di uno' stile colorito e suggestivo I La sua opera comprende : / mondi immaginari ed i mondi reali; Racconti del[' infinito; Lumes; Dio· e la natura; Uranio stella; Il pianeta Marte; L'atmosfera; Il mondo prima della creazione dell'uomo ecc. - 12 - Biblioteca Gino Bianco

Parlando di lui Enrico Poincarè, l' insigne mate- ' malico, diceva : « E venuto un poeta che ha saputo descrivere i paesaggi del cielo, li ha fatti amare da coloro che non li conoscono e da quelli che non sanno ben guardarli. Egli canta, e le solitudini si animano, gli astri cessano di essere soltanto dei punti matematici che ubbidiscono passivamente a delle equazioni differenziali, per diventare dei mondi adorni dei più smaglianti colori, nei quali si vive e si ama. L'immensità senza limiti dello spazio non è più una grandiosa uniformità, ma una impreveduta e ricca varietà nella quale, ad ogni passo, si scoprono delle nuove sorprese ». Certo, in questo elogio c' è una gran parte di vero, ma e' è anche la ragione per la quale l'autore del Pianeta Marte, non fu mai stimato uno scienziato puro dagli scienziati che, vantando un tale titolo, sono anche sprovvisti delle qualità che Flammarion possedeva in so_mmogrado. Quella sua facilità di scrittore, e il modo suggestivo e prodigioso con il quale l' astronomo sapiente, rendeva la scienza del cielo e degli astri accessibile a tutti, e per tutti una affascinante realtà, gli aveva inimicati molti di colora- che intendono la scienza con spirito arcigno e misantropico, e con la scusa che è difficile, vogliano serbarne il fascino soltanto agli iniziati. li volgo profano, non è tra gli eletti alle ardue speculazioni, e però deve rimanerne estraneo. Flammarion, per la esuberanza stessa del suo temperamento, e la ricchezza della fantasia, intese la scienza in tutt'altro modo. Precisa se a dovere primamente studiata, ma anche la più grande fautrice di gioia per l' animo umano desideroso di penetrare nelle latebre dell'infinito e nel sacrario della natura, e come tale la divulgò col fervore di un apostolo, con la passione di un artista. t La sua celebrità si spiega adunque facilmente, e trova nell'opera sua la più sicura delle giustificazioni, ma adesso eh' egli è inorto, qualcuno si .è domandato non senza rispetto : fu vera gloria ~ C' è chi nega . lo sia stata, e chi lo afferma con • accanimento. Mettere d' accordo opinioni cosi - contradditorie è impossibile. Tentarlo non servirebbe a nulla. li valore intrinseco dello scienziato ha la propria documentazione nel volume del pianeJa Marte, ma noi italiani, non possiamo ignorare che in materia l'opera del ' Flammarion fu una divulgazione degli studi compiuti, per la parte più originale, da ·un nostro grande astronomo, ·Io Schiapparelli, tanto è vero che il volume del francese, compar-ve dopo la pubblicazione delle lettere su Marte dello ·stesso Schiapparelli. Il nome del Flammarion è pure strettamente legato ai sorgere d'ella scuola francese di spiritismo, e in fatti, uno de' suoi ultimi scritti, se non proprio l' ultimo, I in ordine di data, s'intitola Il Mistero della Morte. . Mistero - impenetrabile, massime se si pretende dai medium, o da altri strumenti consimili. ' Il paganesimo mistico di cui era imbevuto il suo pensiero condusse lo scienziato· a spaziare fantastica- . mente nel regno dell' ignoto, eh' egli popolò delle sue ardimentose supposizioni. Immaginò le anime trasmigranti da pianeta a pianeta, e in questa credulità, mise· la stessa passione- che aveva impiegato per tentare la prova della abitabilità del pianeta Marte. Fantasie, le quali, davanti alla ..sua bara, non ci fanno più sorridere, perchè il pensiero che cerca la verità, merita sempre il maggiore rispetto anche quando batte la via dell'assurdo. REMIGIO CONTI . . I • - 13 - Bi liote a Gino ■ 1anco

• RIMINI - L'ANTICO MANIERO DEI MALATESTA Rimini~ È maggio. Il cielo s' inghirlanda di stellé. La piazza della stazione è deserta. Mi avvio, a ·piedi, verso l' albergo. La città è· triste, sembra syuotata. Anch'io sono triste: nè so petchè. · Un fascio di luce mi- attira : esce dal- Tempio di San Francesco. È il ·mese di Maria.· Entro. nella chiesa sfavillante di .mille e mille làmpade. Come pensare alla morte in questo tempio ove tutto è vita e sorriso ? In una nicchia, il Cristo, st~, su la sua croce, solitario. Nessuna lampada è accesa innanzi al divino suppliziato. Nell'ombra si veggon lacrimare le sue piaghe! e le sue braccia sembrano distendere un lungo velo di tristezza, tra queste arcate erette da Leon Battista per glorificare l' amore del suo Principe. Per le vetrate scende la chiarità lunare e lo avvolge in un sudario d; argento. Ora, tra i marmi risplendenti, soltanto il Cristo vive. Sono solo. Solo? No. Un pipistrello svolazza tra le travate silenti. Chiudo gli occhi. Nella duplice oscurità del Tempio e delle ciglia il mio pensiero si rischiara e penetra la caligine del tempo. Biblioteca Gino Bianco 14 Ecco i Pelasgi che sanno le stelle e le vie dei flutti. Sono ce~to, sono mille che approdano e sbarccano sulla spiaggia d' Adria inconcussa, che invadono le selve di pini chiomati. È la vita che sorge I È la guerra sorella· dell'uomo. Ariminum, re dei Tirreni rigetta in mare gli invasori ma, alla sua volta è scacciato dai Celti discesi da monti remoti, a rapina. A questi succedono gli Etruschi ; i Galli senoni agli Etruschi. I nomadi son presi d' amore per il nuovo conquisto e f ondanò Senigallia : ma ~on anche i valli per proteggerla sono compiuti che i belligeri Quiriti I' espugnano. « Hic manebimus optime » dice un capitano, il quale, questo motto, aveva udito ripetere sui margini d' un grande fiume. E nasce la Romagna. Più tardi, da un suo torrente lapidoso, si leverà l' aquila di Cesare per librarsi nell' immortalità. *** ,, / Rimini si cinge di mura : la sua si veste di marmi e di torri quadrate : • gant1 un capace e sicuro asilo. lunata spiaggia • • prepara a1 navi- .•

• ~ I Sollevo le palpebre. ,Quanto tempo è trascorso? I Due, tre millenni o un attimo ~ Ecco il ·colle: anfrattuoso e diruto : ed· ecco, sopra una balza, 'apparire, balenante d'armi, l'alta figura d' un condottiere. È I' aquila di Verucchio, nelle cui ' , . Papa Piccòlomini, m~ sussurra viperee parole ? • « Tre mogli ebbe Sigismondo. Di una egli si liberò con il ripudio, la figlia del conte di Carmagnola: della seconda, Ginevra, figlia del marchese di Ferrara, con veleno: e della terza, figlia di Francesco Sforza, pupille son : riffesse, , ~ generale dei Vene- .---------------~-------1"""-__;;;...... ziani. con il laccio ». come nell'orbe d' un I abisso inevitabile, le arei e le castella delI l'estuario adriano, che I cadranno prede dei I suoi artigli. ; È Ì' Antenato: Giovanni Malatesta, il progenitore della • schiatta. È I' uomo, che impersonò tutti i vizi e tutte le virtù della propria epo~a, I' an1 tesignano del Rina- • 1 sc1mento. *** Fierissima razza, i Malatesti : i quali, scesi dall'umile dimora di Verucchio e doventati signori di tutta la Romagna, • seppero, con genio . . . I • *** È la Pasqua di Resurrezione. Tutte le campane suonano a distesa e . ..- . cento torri strep1tan nel cielo, per lo scoppio d' innumeri bombarde. Fuggono stridendo le rondini e i falchi impauriti: ed i colombi restano dal piangere. - Nel çastello eretto da Sigismondo. il Podestà à offerto le chiavi d' oro della rocca a Isotta degli Atti « come al patrona et Signora alla quale si · faccia partecipazione dello Stato di sua Excellentia .•.. ~ ) Chi è la Dama insuperato, alternare I' opera di conquista con quella dell'a- Y D'ISOTTAE ARIMl~NSJS, cui gli Anziani, per ordine del Principe affidano la Reggenza _ more. Ecco i due sublimi amanti cadere, bocca sulla bocca, per mano di Giovanni, 1~ Sciancato: ecco l' Ongaro Malatesta, andare pellegrino nella lontana Anglia e prosternarsi innanzi al Pozzo di San Patrizio, per amore d' una sua dolce donna dal nome soavissimo: Viola Novella. Pandolfo, inesauribile donatore di codici preziosi e di statue, e Carlo, il quale venera ed esalta Virgilio. Ed ecco Sigismondo, ii chiaro Eroe· dalle chiome inanellate, il quale assommò in sè, tutte le glorie della sua casa. Rimini, sotto la fe.rrea sua signoria, assors~ ai più eccelsi fastigi della nomanza e superò, in magnificenza, le corti rivali di Urbino, Ferrara, Mantova e Fiorenza. della città, per tutto el · tempo c~e lo dicto Signore Sigismondo comanderà la guerra del Peloponneso ì La chiesa è doventata tripudio di luci e di colori : arazzi giganteschi pendono dalle sue pareti : tutti i pìlastri sono ravvolti in drappi oro e cremisi: per tutto, ondeggiano sgargianti gonfaloni. Dal trepestio della folla assiepata salgon nuvoli di polvere che si fanno gialli, verdi, rossi, azzurri, a seconda dei colori che . •· ' assume il sole passando a traverso le acconciature dei Santi dipinti sulle vetrate. Tutte le sacre effigi avvampano in un'orgia di fuoco. Cento fanciulli, con giubbetti oro e gridellino, agitano rami d'ulivo: cinquecento militi, in corrusco acciaro, stanno su due file e attendono impassibili, - 15 - Bi lioteca ino Bia co , • • •

. - -···· --- - - -- -- RIMINI - L'INGRESSO AL CASTELLO , appoggiati alle aste lunghe. Sopra un coretto, a compartimenti adorni di artistici trafori, i Musici, accordan gli strumenti e fanno ricercate. Alla soglia del Tempio il vescovo, che aspetta l'Ospite Magnifico, s'ingemma dello splendore meridiano. Fuori sulla piazza, il popolo azzimato a festa, sembra, negli abiti variopinti, una enorme aiuola, fiorita dalla unanime esultanza. Ecco il corteo : gli Anziani, i patrizi, i consiglieri, i magistrati, i dottori dello studio,, i dipintori, i poeti, gli architetti : i più illustri uomini del secolo : Tobia del Borgo, Francesco Filelfo, Roberto V alturi, Trebanio, Basinio, Piero della Francesca, Matteo de Pasti, Porcellio Napolitano: una pleiade gloriosa, la quale procede grave rigida e magnifica. E, tra deliran~i acclama1..ioni,ecco apparire, sul cavallo falerato, l'Eroe, alto in sella, la capellatura fluente in lunghe anella su la lorica d' oro, il berretto ornato di piume, la sopravveste color gazzera marina, a grappoli d'argento, fiero il volto sorridente la bocca che rivela ardore non mai pago e ardire non mai domo. Ma a chi sorride egli, il rutilante condottiere ? Chi guarda egli, con que' suoi occhi chiari che acca-. rezzano o impietrano} Chi è la giovine donna che gli cavalca accanto sulla mula parata come un idolo ? Chi è la femina bellissima e gioiosa che, sotto la biforme acconciatura, raccoglie il fluido oro delle chiome e sulla gamurra chermisina e sulla sbernia di broccato cérulo, aduna tutti i raggi, tutte le pupille e tutti i desiderii ? Ora la mirabil coppia sosta scende di sella, si prosterna al Vescovo e tra il giubilo di mille voci, si avvia verso l' altare. Tutto canta, in questa Pasqua di Resurrezione : il cielo, il sole, le anime e i fiori : gli egipani e i putti, le Tiadi e la casta Pallade, e tutte le divinità · che splendono dentro i pentelici confini del Santuario. Tutti sono travolti nella fiumana di letizi~ che prorompe dalla nova Epifania d'amore. Gloria a Sigismondo Malatesta e alla divina Isotta. - 16 - BibliotecaGino s·ianco

Chi era Isotta, cui Sigismondo aveva immolate tre mogli di altissimo linguaggio~ La quarta sposa dell' Eroe~ O pure. era ella, ancora, la « gloria Pellicum », la gloria delle concubine, come gli encomiasti l'avevano cantata~ Chi era nel vero ~ Quelli che pretendevano che ella fosse rimasta amata amante di Sigismondo o gli altri che la conclamavano sua legittima consorte ~ *** Sigismondo coetaneo di Isotta, si era dato fin dalla prima giovinezza, a corteggiare la vaghissima lsabetta degli Atti, la quale abitava un bel palazzo, dirimpetto al suo, con il padre, Messer Francesco, e un fratello, Antonio. Avvenne che, un giorno, il giovine fratello Antonio, ricevesse dal magnifico suo Signore; « cinque vestiti di seta, Ire peze di veluto, tre tazze e sei scodelle d'argento e in più, il dono di un maniero ». A coteste attenzioni, nessun fratello, non pure il più austero, saprebbe resistere : nè Antonio resistette. ' E neppure il nobile IYiesserFrancesco parve offuscarsi degli amorosi armeggi del suo Signore, se accondiscese ad accettare· l'officio di suo consigliere intimo e tale carica conservò fino alla morte. Certo non ignorava egli, _come il Malatesta, ar.dentissimo amadore tra una vittoria e una sconfitta non cessasse di coltivare oltre l'amore legalizzato e benedetto e quello, quasi officiale e interamente palese, con la sua Isotta, anche numerosi intrighi, dai quali, era rampollata una masnada, invero molto numerosa, di bastardi. Ma, Sigismondo, era il padrone e aveva un cotal suo modo imperioso e ingenuo, per farsi perdonare, e cosi follemente aveva di lui innamorata la sua figliuola, che sarebbe stato, a Messer Francesco, non difficile ma impossibile diniegargli cosa alcuna o serbargli rancore. Forse che Sigismondo non aveva, per amore di Isotta, soppresse due mogli e, per piacere a lei, eh' era saputissima, fatto _di Rimini la cuna e il focolare delle arti e delle scienze ? Non s' era egli, il terribile soldato e caldo amadore, con fervore di RIMINI - PROSPETTO DEL TEMPIO MALATESTIANO - 17 - Biblioteca Gino Bianco

• • • .RIMINI - IL CHIOSTRO DI SAN FRANCESCO I neofita ed impeccabile eleganza accinto a celebrare l'amata con forbiti carmi d'ogni ritmo e specie?. Non aveva egli spinto l'amorosa follia fino a far gettare da Matteo de Pasti splendidissime medaglie, ad eternare Isotta, mentre, ancora, era prospera e · vivente la pia Polissena? E il Tempio e il Mausoleo, eccelsi testimoni di una eccelsa passione? E ~llora?! Quando il peccato si aderge a tali cime, esso· si rimuta in fervore di virtù. E poi! Non valeva Isotta tale fulgido riconoscimento? Non cantavano poeti e musici la sua grazia, i suoi modi semplici e modesti? « Donna chiarissima e 'Versatissimain ogni scibile ». - E, il Capasso, l'aveva proclamata famosa poetessa ., e p1u, ancora. « Nulla libi par est /remina, nulla Dea ». E non l' assempravano dipintori e sofi, a rindari, per la bellezza, a Saffo, per i carmi; e .11 Penelope, per la saggezza I Ecco, sì : forse, adeguando la ardente figlia sua a Penelope, si esagerava, un poco. Dalla « Gloria Pellicum » alla virtù della moglie di Odissea il salto era alquanto ardito. Ma, se anche Omero, (il quale per dippiù era cieco I) avesse esagerato? Chi può sapere? Quando il molto accorto re d' Itaca trovò il palazzo invaso dagli spasimadori Proci, sciolse egli, veramente, l' enimma della tela, ·non mai compiuta? Se Penelope faceva e disfaceva, non era quella una prova che essa aveva perduta la testa nè più sapeva quello che si facesse? E chi oserebbe scagliar la pietra a una moglie, costretta, per anni ed anni, a dura castità e in mezzo a vigorosi giovani, quando il marito suo, vagabondo un 1>ieutmarcheur, la chiomadoro? • • • 1mpen1tente r1nc.orreva,come innube nudità di Nausicaa Chi può affermare che il grande Arco d' Odisseo abbia punito la tracotanza dei Proci o non, piuttosto, - 18 - Biblioteca Gino Bianco

dicato il maritale onore} Basti 1 Pensassero gli gèsi a risolvere il problema. Ma quel dubbio racnsolava Messer Francesco, sì che, in ultimo, trovò e Isotta__suaben valeva un tempio. Come sarebbe' to egli orgoglioso se avesse potuto prevedere che, ù tardi, la grande Parigi non aveva valso che una non seppe rattenere l' indignazione e scagliò sui due avventurati amanti tutti i fulmini della sua scomunica, Cotesto « diesirae » amareggiò non poco l' anima timorata di Messer Francesco ma non impedì alla bella Isotta di seguitare ad essere beata beatrice del magnifico suo Signore. , RIMINI - LA TOMBA DI ISOTTA tessa. T raquillata, così, la propria coscienza e messa t propria dignità di padre al riparo, Messer Francesco - :ecise di far suo il motto inciso in uno dei cartigli he soprastano tra due elefanti, il monumento sepolrale di Isotta : Tempus tacendi. E tacque. T aie ottimo dettame, attinto alla sag- !ezza dei libri di Salomone, sdegnò invece seguire Japa Piccolomini, il quale quando apprese che, colui .he fu suo capitano e, adesso, era doventato suo acerimo nemico, aveva osato far incidere sull'arca funearia della propria amante il sacrilego epitaffio : « D. lsottae A rimin » Isotta fu donna di grande pietà, caritatevole a tutti che. l'aiuto suo avessero ricercato. Umile nel trionfo, coraggiosissima nella disfatta, saggÌa donna di governo, sempre e in ogni oncia regina, non ad altri che a lei il Malatesta affidava le redini dello Stato, quando doveva partire per guerre e per ambascerie. Ma la lunga lotta sostenuta nel Peloponneso fu fatale a Sigismondo : egli ne ritornò rotto, sfinito. Presso a morte, egli nominò l' amata donna erede dello Stato, insieme al lor figliolo Sallustio, nè rese l'anima a Dio prima di aver ordinato che con ricchi benefici fossero risarciti tutti i mali che egli, durante la sùa lunga signoria, aVe1'acompiuti. 19 - Biblioteca Gino Bianco

Rimasta sola e sentendosi malferma in salute e - . troppo debole per reggere il peso· del Governo, Isotta, pensando compiere un atto. generoso, ebbe la sciagurata idea di chiamare a sè un bastardo di Sigismondo, Roberto, eh' era al servizio del Papa. Ma giunto costui a Rimini sua prima cura fu di far trucidare il giovinetto erede del Malatesta e, poi, di far propinare veleno alla odiatissima matrigna, si che qu~sta soccombette, dopo lunga agonia, nello autunno del 1469. E si gridò che ali' opera malvagia non fosse estranea la mano del Pontefice. *** Ora, la magnifica Madonna è là, supina sul marmoreo letto, sparse ·le chiome d'oro sul guanciale che il tempo à ingiallito, dischiusa la ·bocca a un sorriso o forse, a un _baciodell'amato dal suo cuore, e colma· le palme di fiori. I • - ' - Ma ogni anno, a primavera, tutte le rose e i I e i mirti sui quali ella giace, maravigliosamente ri riscono e rifioriranno sempre, in fino a che ·tor mira radici non sian divelte dal cuore del Eroe che dor dentro l' armatura d' oro nel mausoleo dei Malat *** Odo un lene aliare. È Isotta che si desta ~ .. ' Apro gli occhi. E il pipistrello che m' è · passa accosto. Silenzio. Oscurità. Lo scaccino dorme. Lo svegli Mi apre il portale. L'aria viva penetra nella mia boe nelle narici e fuga le visioni. Esco dal tempio : fuori arde febbrile la vita e tu le stelle mi sembrano fuochi di gioia. E maggio : ed è pur dolce vivere. MARIO FUMAGA - 20 - Biblioteca Gin Bianco -

• • .. Tutte le fedi tacevano per alimentare la grande • ss1one. Ogni parola estranea smarriva il suo significato ella febbre dell'incertezza, nel gioco d'azzardo~ Le ani indocili, rapaci, si chiudevano, accarezzavano il Lppeto verde: febbrili e smaniose nell'attesa. Esseri di ogni età e di ogni paese. Visi pallidi, occhi smisuratamente grandi, affasciati dalle cifre, creature stanche, di peccato, che lusinano dei poveri /resti nel brivido dell'ignoto, donne 1conscie che hanno lasciato a casa dei bambini soli. ,i conoscono tutti, si sorridono, rivedendosi dopo picole lontananze di ore, elargiscono consigli, si accomagnano nella vincita e nella disfatta, ·con sguardi michevoli, s' incoraggiano a yicenda con brevi frasi • • 1c1s1ve. Lunghi silenzi di religione, seguiti d~ un mormorio distinto che riunisce la gioia e la delusione della massa. L'individuo scompare: palpita, sola, un'umanità 'e1iosa, assetata di denaro che vuole godere sino Ir esaurimento ed alla fatica. La grande lampada verde, inchinata, fascia con_ ice fortissima, biancastra la pena_di ciascuna creatura; muscoli contratti, le labbra socchiuse, aride, la febbre elio sguardo, le dita ceree che vogliono, afferrare, tringere, chiudere nel pugno tutta la gioia del mondo ... Un'abitudine: la piccola patria di tanti esiliati. Jn fascino indiscusso, lontanissimo, che addormenta " pericolo nella speranza ; per il ·quale le anime risorono e ai annientano, si disperano e s' inebbriano, adono e 1' inginocchiano,negano e credono. , .. ...,. ·• . , _ . .,,. Mori-s Macchi vincev,a, quella sera. Come sempre. Vinceva troppo. Lo avevano invidiato, sul principio, attoniti, fissando il suo volto pallido, lo sguardo celeste, chiarissimo, il sorriso scettico di uomo sicuro... Avevano mormorato, poi, un mormorio di dubbio, di protesta che attraversava sommessamente il tavolo, come una gelida voce di nemico. . ' E troppo I .- Non è possibile I - Vince sempre lui ! · Moris Macchi comprendeva, adesso .. ~ Sulle molteplici fronti corrugate, era scritta un'orrenda condanna. ' E difficile farci perdonare dagli altri la nostra ora di fortuna. - Baro! La parola non pronunziata, che tante labbra, urlavano con ghigno ferÒce, gli fece salire un' onda di sangue al cuore ed al cervello. Si allontanò lentamente dal tavolo. Cercò di perdersi nella folla. Sorride ad una donna vecèhia, tinta, che -ricontava canterellando il suo guadagno. - Una buona serata, non è vero? B . . M h' . ) - uon1ss1ma, ace 1, e voi .... - Non c'è male ... Non avrebbe saputo pronunziare una cifra, Il denaro rappresentava per lui soltanto un'ora d'incertezza ed un'emozione violenta: un brivido che faceva dimenticare la vita, superandola. Accese una sigaretta. Si guardò intorno. Vide la medesima espressione di febbre, quella della sera avanti, quella di sempre. - 21 - • Bi lioteca Gino Bianco ,

- quasi vecchio e m~lto lontano. - Hai vinto, Moris} Riconobbe la voce, si voltò di scatto, ner- • • vos1ss1mo. - Ho vinto troppo, non mi credono ., p1u. Beato te I Che serataccia infame! Ho regalato parecchie migliaia di lire al tappeto verde I Troppa fortuna nei giorni scorsi... Bisogna scontarla I••• Lamberto Orri volle concentrare la spensieratezza fittizia in un riso brevissimo, • incerto, stonato. - Vieni... usciamo. Si soffoca qui dentro ... a Uscirono insieme, braccetto. Nella piazza deserta, da~anti al Casino come sempre attendeva la loro automobile scura. Sull'uscio incontrarono due donnette sorridenti, profumate, t ' ' ;,·--··-'-·---··'· \ vestite di chiaro ; viventi promesse di gioia. Le avevano conosciute poche sere avanti, giudicate graziose con il primo sguardo, dimenticate immediamente dopo. - Volete fare un giretto nella nostra macchina } La notte è caldissima. Possiamo costeggiare il mare. Il tono di Moris Macchi non ammetteva rifiuto. Approvazioni. Echi di risa. Vollero stringersi molto per rimanere tutti nel fondo della macchina. Il suono stridulo della sirena lacerò .poi lo spazio, • • spaventando muricciolo. un vecchio pescatore appoggiato ad un - Maledette invenzioni ! Il vecchio ricominciò a sonnecchiare, agitato; vedendo delle • 1ntraruote .f'.{ ' . ' gigantesche, loulaaa mente ostinate nel venirgli incontro. *** Più che fratelli, più che amici, complici, piuttosto; reciproca necessità di rito. Non sapevano rimanere lontani per una sola giornata. Si vedevano giungere, quotidianamente, alla stessa ora, silenziosi nella grande automobile silenziosa, scendere davanti al Casino, fermarsi per alcuni istanti con due bambini, quasi uguali, sorvegliati da una donna vecchia ed affettuosa. State buoni ; non fate disperare Marianni. Potete ritor- • nare a casa 1n auto· mobile. I bambini, più felici per la loro • promessa, ritrovavano i loro giochi, in casa . ' ., ·. tl ..,,.--.~.,.-~-.~./~-;:~l Moris Macchi e Lamberto Orri s' innoltravano lentamente, scambiandosi rare parole nella sala grande affumicata, avvinti dall'azzardo, assetati di novità. Sempre così. Seguivano i pranzi. in allegra compagnia, le gite, le cene. Qualche esile figurina di donna appariva talvolta sul lo~o ~rizzante, con nome diverso e vecchie parole, lontani piaceri ed entusiasmi di principio. Promesse, • • 1ngann1. La • gente aveva commentato, cercando di com.. - 22 - • Biblioteca Gino Bi neo

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