VITA rRATERN.4. 199 vr n1mo àire che c'è « crisi di valori 1> ,perchè uom1m nuovi, uommi .giovani• ce ne sono ancora, ma per essi la novità e la gioventù sono in ragione del momento e del tempo e non del'Io spirito. Il qua'.e se vuole essere giovane davvero non può fare a meno <li <lista,cca·rsi da ogni formalismo e~eriore e risa::ire a:1le fonti originarie delle sua essenza. vale a dire alla religi,one· inte~a come_ norma formativa di vita e non come arida manifestazione di vecchie credenze. III. Formarsi, uno spirito nuovo vuol anche diiìet nutri·r-lo di cultura nuova. Fino a che la scuo!a sarà una inuti'le sala di ripeti- .doni dove le formule stan1110a.J posto del ragionamento, e ·le definizioni solleciiteranno la pigri•zia della me.nte, noi otterremo dei buoni e magari bravi burocrati, ma mai, eppoi mai, dei dirigenti. Una sctto'Ìa che SIQrvaa:•I'Ita-lia non 1-'abb.iamo,ne abbiamo ,invece mo:te che servono agli italiani. ·Che meravigl.ia dunque se oggi, che i•l concetto di « patria»· predomina ci sentiamo incapaci di compenetrare .que!ìta Patria di uno· spiriito miovo? n positivismo ha solidificato la scuola: i maestri ~nsegnano, gli scolari àpprendono per divenire a:,;a loro volta maestri. L'uman·ità si stempera i,n questo circolo vizioso s,rnza -che -?a cultura progred.isca di' un :passo. Si è tenuto piìÌ scolari quanto meglio si seguono le orme dei maestri, senza por mente che i·n questo seguire è la mo,rte del no•stro spi,rito. La verità non è qrneHa che riceviamo da a!tri e neHa qua,le possiamo supinamente adagiarci prescindendo da}lo sforzo che agi-i altr.i costò la sua ricerca; è verità queHa a ,cui noi s,tessi arriviamo media:nte lo sforzo del nostro pensiero ;e, che, una· volta ra,ggiunta, è raggiunta davvero per sempr-e. La nostra scuola, quellia che abbiamo attualmente, ,pu•rtrQppo senza speranza· <l~ averne pe,r ora un'altra, è affetta, •per i motivi cui acce'Ilnavo, da un'u~iformlità contagiosa. Si esce un po' tutti collo stesso stampo, anzi maggiore è il numero di questi « stampati» e maggiore è la stima che circonda il maestro. Il qua:le non è pi"ù un ·artista, ma un formatore; non suscita la riceir,ca de'lha verità, ma inietta la presunzione dell'esteriorità .. e via di seguito. ·Oie ,e.lasse di,rig-entè deve darci una simile scuola? E che meravig-lia se l'analfabeta si ribeHa e non vuol essere di-ne.tto? Se preferisce .Ja concione del tribuno, che parla almeno al suo ,cuore, e r.-ifugigela ,l1e~ione,che essendo per sè stessa cosa rtllorta, non ·risponde a;)t,e esigenze del suo spirito? Biblioteca Gino Bianco
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