YITA FRATERNA sformato in ospedale e l'Alpino sorrideva lieto come un fanciullo cui si concede una festa da lungo agognata. Un o-iorno mi disse - cominciava a diventare ora un poco espansiv;, poichè sentiva di riafferrarsi sicurl'lmente alla vita: - <t Sa, signorina, adesso ho imparato a manovrare da solo la carrozzella ». - Fece due o tre giri a dimostrarmi la sua abilità. « Mi rincresceva di disturbare sempre i compagni!». -· « Mà i compagni vi vogliono bene, vi aiutano tanto volontieri ! ». . - « Lo so, signorina, ma saipesse con vuol dire dover sempre rkorre_re agli altri quando prima si aveva tanta forza da bastare a sé stessi e da aiuta1·-gli altri». - Nella sua voce tremava la tris~ezza profonda, ma il timore che io lo potessi cÒmpatire - era questo il sqo più forte timore (l' ho compreso più tardi) gli fece riahare il capo, con fermezza. - « Ma non fa nulla: sem,pre coraggio~ vero signorina?)). E ridendo si aHontanò, accompagnato dal ci«olìo del suo vei-' colo d'infermo. Cresceva in me vivissimo il desiderio cl' interrogare Do11ati (tale era i-I nome dell'Alpino) intorno al suo -passato di combattente: sapevo soltanto di lui, che aveva fatt parte come caporalmaggiore di un reggimento di a]ipini dove si accoglie il fiore dei nostri montanari lombardi e che era stato ferito, nel primo autunno di g·uerra, sul Tonale: null'altro! Ma la ritrosìa che l'Alpino dimostrava sempre, quando 'si voleva condurre il discorso sulle sue « gesta >l non mi. dava il coraggio, di parbtrne. . La sua salute andava mig1liorando; le ferite al torace e alle coscie, completamente cicatrizzate, non gli d-avano più dolori: la bend:i era stata tolta dal viso e l'occhio artificiale già incastrato nel!' orbita vuota: solo. i poveri piedi mutilati e piagati non accennavano a miglioramento. •- « Sto restaurandomi n - diceva ridendo l'Alpino. Un mattino capitai ii1 corsia mentre ardeva una «formidabile>> discussione: pensale trenta ·soldati che parlano assieme e fanno a, soverchiarsi gli uni gli altri: ce n'era a ba.stanza da impressionare anche ·un'infermiera g·ià avvezza a simili 51Pettacoli. Mi colpi subito l'Alpino:_ inginocchiato sul letto, pariava l'l grandi gesti: una e pressione di insolita vivacità e fierezza animava il povero viso mutilato. • Mi avvi,cinai a ltti: - « Cosa succede Donati?» - Si calmò un istante. - « Succecle ..... succede ..... » e nella sua voce tremava una i1tv(ncibile emozione - ·«che q_uellì 1à >) - e accènnò ai !etti davanti al suo dai quali i compagni si affannavano a gridare verso di lui - « buttano giò gli alpini! ». La sua robusta persona tremava co,mc per ii:a a· fatica repress:i ed io compresi di quale energica sènsibitità fosse plasmata I' ,-nima vibrante nel povero corpo mutilato. Biblioteca Gino Bianco
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