Vita fraterna - anno III - n. 12-13 - 30 giu.-15 lug. 1919

22'4- VlTA ftATl!IUfA Ricordi dtOspedale. ( Ci giova ricof'dMe le Of'e e ; gio,,,i,i, pf'ezwsi di. avvicinamffltO' di. conoscenza since,-a, <# f'ecifi1'oca fiducia, di fraten1ità tm noi - lnfermief'e vo- . lo11tarie - ·e lof'O, i Mslri soldati; e trn,-,,e da queste testim,onia,ft,Jlevissute ,ammaestramento e confo,-to Pel PrestMte e l'avvenire). I. - L' Al.pino. Arrivò al nostro ospedale, a convalescenza appena incominciata; ma subito 1si acquistò il primo posto: d:venfie il ferito d'importanza .. E questa superiorità gli veniva, più che dall'entità delle ferite, numerose e gravi -sì, ma in via di guarigione (altri figlioli avevamo, ben più duramente co1piti) - da un no.n so che di sereno, di calmo, di forte che gli s/l)irava dall'alta persona robusta inchiodata nel letto. · ·Durante i primi tempi della .sua degenza ali' ospedale, prestando io servizio nel riparto -di medicina, ebbi poche volte l'occasione di vederlo, ma poichè tutti parlavano continuàmente con ammirazione dell'alpino, mi era venuto in cuore il desiderio vivo di conoscere a fondo quella tempra di soldato che indovinavo ardito e tenace come si addioe a un figlio della montagna. I primi tempi, non si muoveva dal letto·: le ferite al torace e alle coscie non erano completamente cicatrizzate e i piedi, cioè quello the ancora rimaneva dei· piedi presentava un'ampia piaga suppurante. --: « Sono proprio a metà demolito!» - diceva a volte ridendo del suo sereno riso infantile. Che pena, quel riso sul povero volto attraversato dalla larga benda bianca, la benda che !l)ro- •teggeva l' orbita vuota I _ Parlava poco, i primi giorni: debole ancora e sofferente, assillato di continuo dall'angoscia di perdere anche l'occhio destro si chiudeva in lunghi silenzi, non cupi, però, chè bastava una genti. lezza dei compagni, _una parola di cordialità a irradiargli il volto di gioia. Io presi servizio nel reparto di chirurgia, il suo reparto - il giorno in cui, per la prima :volta, gli fu dato 'di girare in carrozzella. L'aveva scovata trionfante un caporale del riparto la carrozzella, nel magazzeno, e i feriti, i compagni dell' al,pino, si erano dati d'attorno, con ardore, a riordinarla; lui Li guardava .fare, so.rridendo felke. Poi, una· gara fra i compagni, a chi potesse condurlo attorno. Passava la carrozzella col suo cigolìo - cigolìo che ahimè! nessuna buona volontà nè di compagno nè di piantone potè mai ridurre al silenzio - nei vasti corridoi del convento tra~ Biblioteca Gino Bianco

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