!816 VJT .... FRATERNA aasa del:a Nonna dove es,1a sola ·era regina? - Che si trovasse malie, sempre con que1L'ostaco'.o tra DaMtat11!IT'Ja e se steoisa? - Quando, alìa sera, essa si avvide -che la fronte della sua fig!iuola scottava e dove'.te chiamare il med:co, - e il medico dichiarò che si, trattava di reumatica e mal di gola, essa sentì il bisogno di ringraziare i,! Signore. - Oh, meg:io una malattia anchè in•:iuietante piuttosto che il germe di un sentimen'.o così aspro e torturante come la ge:osia ! - · _ Ma, per fortuna, ,la gelosia non fu conosciuta dalla piccina neppure di nome. Quando fu guarita_ essa it'lcominc:ò a circondare il fra~ellino di cure e di ca:rezze e anche a proi-ettare innocentemente sop.ra •di lui l'ombra. del'.a ,propria superiorità. Un giorno Papà disse: « Sai, Giuseppina, domani è do111er1ica. io sono :ibero e andremo insieme a passeggio. Papà, mamma e G:useppina ! ». . La bamlbina rima:s-e un momen•o a rieettere su que.la gra.nc!e gioia, poi escì, tutta d' un fiato, nel ragionamento più lungo della sua vita. « Giulio no, non può venire! E' troppo picco.lo, vedi, non ha pie<li! ». · Ma ben presto i p:edini di Giulio incominciarono a spuntare dai p.annolini,, e bisognò rivestirli di calzerotti di lana. ;perchè potessero agitarsi in .libertà. A:llora la Giuseppina ,entrò in un miovo o-rdi11edi idee a suo riguar-do. E avendo avuto proprio in quei g:orni un paio di s-carpet'e nuove - pensate, le prime scarpette alte e abbottonate! <lis·,e a suo Padre: « Papà, dì a un uomo bra.v·o cli portare un paio di scarpette per Gin'.io, così lui cammina!». , Il te:mpo passa così presto, che venne anche il giorno in cui il signor Giulio fece i suoi p,r.im: passi: già so·Edo sulle sue gam~ bette così grosse da sembrare co'.onne, ben pÌ'an~ato su due piedi prosperosi, che av·evano fatto •ridere pap,à fin dal giorno della sua nascita! E <la allora. la G:useppina e!)be un compagno inseparabile. che tiranneggiò più o meno amabi'.mente e r:colmò d.i favori: e tenerezze. Non c'era pericolo che el~à entras•,e in possesso di qua~che · cosa, s:pecialmente s·e era · una cosa da mangiare, senza che domar.dasse immedia'a'nrente: « E per G:ulio? ». E quando la mattina, andando a far la spesa con l'Irene, le capitava di ricevere ì,n <lono qua:che carame!la. la riponeva accuratamente nella sua tasca, per godersela a casa, ins:eme al fra•eJ'.ino. E un giorno che qualcuno ~-e·regalò un grosso confetto, uno so!o, essa lo prese, lo considerò e disse gravemente:. « Al 1ora faremo metà per uno!». Dacchè Giu:io ·parla. e dimostra la sua intelligenza e una voloutà tenace. quale si ad<lice ad un futuro uomo, la Giuseppina, che non è meno fornita di lui di quella preziosa e pericolosa qualità. Biblioteca Gino Bianco
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