Vita fraterna - anno III - n. 12-13 - 30 giu.-15 lug. 1919

214 VITA PllATUUl"A Purtroppo in quest'ultimo peripdo molte cose hanno contriibuito a •diminui,re il conto in cui !'_Italia è tenuta dagli altri Stati: anzitutto il modo con cui la prima sciagurata nostra Delegazione ·rappresentò il nostro Pa'e,se alla Conferenza; e poi la stampa la quale, seg1uendo ta!ora anche la sconsigliata parola d'ordine di un capo di Governo, si slanciava contro gli Alleati con termini di una violenza tale da rivelare la comp:eta incoscienza di coloro che guidavano l'Italia e di coloro che dovevano guidare la pubblica opinione. Ma oltre a questa incoscienza gli stranieri devono aver avuto ben poco buona impressione della nostra educazione politica seguiendo i nostri giornali non solo negli àttachi virulenti .v,erso di essi (con cui si ricambiava •con parole eccessive un l9·ro modo d'agire di cui la colpa ricade anche sulla nost,ra delegazione) ma anche in tutt~ quelle discussioni di cui si è parlato. E ciò è molto doloroso perchè ha .fatto molto male all'Italia. Male, ·dunque, all'interno e all'esterno: non c'è da nascondercelo: c'è anzi da tenerlo ;Presente per concorrere per quanto sta in noi, a porvi rimedio nell'avvenire. , E non abbiamo bisogno di i°spirai:_cia modelli stranieri di cor- ,rettezza polemica, anche se l'Inghilterra dimostra ancora una volta il ,grado di educazione nazionale, a cui la tradizione di secoli l'ha portata, nel modo rjgorosamente obbiettivo, impersonale, corretto èon cui si dicutono sulle colonne dei giornali e nelle sue ,assemblee le principali questioni. Anche noi - nazione più giovane e · popolo più irrequieto - abbiamo già gli elementi buoni per cui si potrà sviluppare (sebbene la più recente esperienza po- .trepbe far restare dubbiosi) quell'educazione polemica di cui manchiamo e che infine è frutto. di educazione nazionale. Dei ,gio,rnali che abbiano sempre mantenuto un tono veramente aristocratico di polemica e in cui si miri alla ricerca della verità (esempio tipico il Corriere della Sera), - di assemblee in. cui ci sia un·a d!isci.plina e in cui non si facciano solo delle chiacchiere - ciascuno di noi ne conosce. Gli uni e le altre ci dànno affidamento per l'avvenire. E appunto l'educazione del carattere naziÒnale anche a questo dev-e tendere: a far sì che possiamo arrivare a che una polemica non riveli odio e livore, non si risolva in vuote logomachie senza scopo, ma rappresenti ricerca di buoni consensi, lotta leale di idee e di coscienze, buona battaglia per un'idea che si cr,ede giusta. . Giustino Arpesani. Biblioteca Gino Bianco

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