VITA FRATERNA X X X Gli manca la 'perorazione che riassume e intenerisce, l'apostrofe che con-chiude ed esalta. E c'è forse per que.5.to più amarez- . za nella sua fi.losofia. L'ironia sembra taivolta esasperarsi di quell'intang-i,bi,le.compostezza. Vuol! essere m:a ritorsione contro se stessa più che lrespiressione di un disgusto provocato dagli a,ltt'i. Panzini è un po' vittima anche del suo tempo. Ha dedvatr> da esso insieme la potenza analitica e la prerogatìva dell'adattamento.• Per questo ripete a se stesso il nome consolatore dì· Gesù in- · vece di gridare agli uom4ni le parole del Va11;gerocome le gridava Tolstoi. · E' nato e cresciuto borghese. . Ma non -d ."'i rassegna. Lo sforzo di liooraiione s'inasprisce via via per .il_ fervore delle meditazioni. Risalta in ·speciall modo nelPultimo libro che. presagisce la guerra .. X.X X La guerra è stata Ja crisi d' una contraddiiione spirituale. Della stessa contraddizione _che_più o meno acfle8:l:}entaegitava oo' agita tutti no-i stessi. C'è stata una dupff.ice, .fonda.mentale polarizzazione. La crisi ·ha assunte proporzioni giga11tesche. Ma i'l presupposto reale non fo che codesto dissi.dio: tutto i•J J:eSto intervenne come pura contingenza. ll presentimento d-eHaguerra doveva dunque signi:ficai:re qualcosa dj più che una mera chiaFoveggenza politica; Equiva:lèva quasi: :\ riassunoore in se stesso i1 J dissidio fondamentale nel suo val1ore intrinseco e neHa sua tragica fàta-lità. Infatti codesta: intuiizione fu totalmente estranea a fu:fficialità diplomatica. I diplomatici sooo assai spesso invìtati ai banchetti d6 sovrani ed ascoltano molte -lusinghiere promesse quando è '1'ora dei bri.ndisi. . Panzini invece ha osservato una notte su -la tii,va del ,Garda alcuni tttdeschi abbacinati da un faro trkolore. I loro sguardi hanno avuto nel suo spirito una strana rlper- ·cussione. Era il 1913: guerra nei Bakant. Biblioteca Gino Bianco
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