Via Consolare - anno II - n. 3 - marzo 1941

APPUNTI su DINO CAMPANA Ci snno scrittori che pur non posse~ dendo la virtù di creare, attraggono per la personalità non comune, per l'originalità di vedere e di rappresentare le cose. E' l'individuo che in essi interessa : /'individuo con le sue virtù e con i suoi vizi, con il suo modo di esprimere senti• menti e sensazioni, con i suoi silenzi di fronte a situazioni e a creature. • Dino Campana, nella sua opera di scrittore, attrae proprio per questa sua originalità di uomo. LA sensazione che noi proviamo davanti all'opera di Dino Campana, è meno intensa di quella che noi proveremmo di fronte ad una perfetta opera d'arte. Si ha l'impressione, dopo lette queste pagine, (Dino Campana : canti Orfici - Opera completa con prerazione di Nino Binani, Ed. Valltcchi), che lo scrittore non sia giunto a creare. Non ne ha avuto la forza. Pure egli si è avvicinato al momento creativo : uno sforzo ancora avrebbe costretto lo scrittore ad esprimere immagini compiute e vive. I Canti Orfici appaiono parte nella forma di prosa poetica parte in versi. Questi due modi di espressione hanno però. un accostamento sostanziale : la prosa è costretta frequentemente in un ritmo, reso ancor più evidente dalla ripetizione di parole e di frasi: mentre nel verso le parole, assumendo un respiro ampio. si sciolgono in quella. li ritmo, dominante nell'opera di Campana, è conseguenza di un meraviglioso senso di musicalità. Nessuna parola rompe /'armonia della pagina. La musica si adatta completamente al mondo pieno di sogni e di rievocazioni, proprie del nostro scrittore. Di ciò egli è cosciente. Un senso di compiacenza ed un /asciarsi abbandonare alla musica, dominano spesse volte /'espressione, che risulta costruita di soli suoni, di parole, · senza che in essa possa ritrovarsi, con chiarezza, il filo conduttore di un pensiero. Ci6 è effetto de/l'allontanarsi di Campana dalla realtà. Questa costringe lo scrittore ad una vigilanza continua, ne limita lo sfaldare di impressioni e di immagini. le guida in un cammino che ha proprie esigenze. Ma il sogno in Campana è un elemento prepotente. Lo avvince, lo trascina in un altro mondo, dove colori. gesti, suoni a,- rnmono un significato simbolico. li sogno. se può formare lo spunto. non può, senza essere plasmato, acquistare il valore di poesia. Le cose, sotto l'impero del sogno, acquistano un senso di frammentarietà; sembrano rivivere solo in astratto e le loro immagini, rievocate dalle parole, si muovono silenziose in uno strano sfondo (la notte). Nello scrittore la fisionomia è data dal ritornare ininterrotto di alcuni elementi (modi di vedere, di sentire, di concepire). La frammentarietà di questi, origina la nebulosità delle immagini F ondazio~e'P~tifmìe~e ~ ori1'"rngine dallo spegnersi di un'altra, crea appunto questo sfumare di contorni. L ·attenzione dello scrittore è continuamente distratta e nessun paesaggio, nessuna figura, ricevono una rifinitezza che li renderebbe perfetti. L'attenzione dello scrittore precorre l'immagine nascente. Nessuna di queste lo attira come immagine in sè, ma solo in quanto creatura del futuro. « Ne la sera dei fuochi della festa d'estate, ne la luce deliziosa e bianca, quando i nostri occhi erano stanchi de la girandola di fuoco, de le stelle multicolori che avevano lasciato un odore pirico, una vaga gravezza rossa nell'aria, e il camminare accanto ci aveva illanguiditi esaltandoci di una nostra troppo diversa bellezza, lei fine e bruna, pura negli occhi e nel viso, perduto il barbaglio della collana dal collo ignudo, camminava ora a ,;atti inesperta stringendo il ventaglio » (pag. 29. « La notte »). Nessuna immagine, nessuna sensazione assume qui importanza sulle altre. Tutte hanno un medesimo rilievo. V'è nell'affiorare incomposto di figure, una ricerca ansiosa. L'uomo non sa. fra tante, scegliere l'immagine che tutte le comprenda. Le cose acquistano. anche le più dimenticate, un'importanza che trascende il loro stesso valore e le fa parl~cipi di quel complesso anelito che è nell'uomo e non in esse. Si consideri, per esempio. in Campana /'attrazione suscitata in lui dalle prostitute. Queste son viste, non come creature umane, ma come sacerdotesse di un rito misterioso. Non è il senso di commiserazione o di avvilimento che fa indugiare lo scrittore : è invece quel misterioso fluire della loro vita che lo attrae. L'elemento coloristico s'insinuava nella rievocazione di tali donne, creando un suggestivo ambiente. Le prostitute che lui ci rievoca. non rispondono a un nome o a mille nomi. Il poeta le ha idealizzate non per la natura umana ch'è in esse, ma per quel desiderio di dimenticare e di non curare il mondo che le trascina fuori della realtà. Il rovesciare il corso della vita, mutando il giorno con la notte, la volontà di sprezzare quanto gli altri curano, e quel volersi creare un'esistenza irreale, /anno considerare queste venditrici di u piaceri sterili ,,, come eterni ribelli ad un equilibrio naturale. Il Campana che nutre in sè questa aspirazione di svincolarsi dal regno delle cose umane. per poter vivere nel campo ideale della sostanza di esse, trasfonde nei fantasmi delle prostitute il senso della propria ribellione. La figurazione che egli ci rende non nasconde nè palesa alcuna sensualità. Questa è spenta in lui, dal desiderio di vedere in quelle donne uno dei tanti sogni ai quali si abbandona la mente. « Passano nella veglia opime di messi d'amore leggere spole tessenti fantasie multicolori, errano, polvere luminosa, che posa negli enigmi degli specchi » (pag. 42, u Fine u). Le cose, perdendo i loro attributi reali, vengono ad essere proiettate fuori del tempo. Ma più che nel futuro, esse vivono nel passato. li passato che colpisce Campana, non è quello delle imprese o degli uomini, non è un vero senso storico, ma quello che induce a pensare a quanto v'è di misterioso nelle cose. Le piccole e le umili cose ritrovate, non possono occupare totalmente di sè la immaginazione del 'uomo. Esse, considerate nella loro sostanza, poco dicono. Ma il loro uso, la loro appartenenza ad uomini o a donne ignote, la vita dei quali resta un mistero, il loro ritrovamento, offrono alla immaginazione un campo assai vasto E' appunto da queste domande, da queste ricerche, che nasce il ({ senso misterioso _del tempo » : senso di ciò che precede e segue la nostra vita. Campana ne ha fatto uno degli elementi della propria poesia. Questa ricerca del mistero, nel tempo, negli uomini, nelle cose, esprime in Campana la volontà di estraniarsi dalla materialità del presente per attingere alla sostanza di esso. Ed in ciò è non solo il problema spirituale del nostro scrittore, ma anche quello artistico, perché a questa voluta attrazione delle cose, si aggiunge anche la ricerca di fissare artisticamente le forme astratte. Dalla. impossibilità di concretare l'astratto deriva il maggior difetto di Campana : le sue figure. difficilmente hanno rilievo. Alla mente del lettore /'immagine deve apparire in una plasticità evidente, con i suoi contorni ne/ti e ben definiti. E' proprio il rilievo che dà alle figure una vita autonoma che le stacca dal loro fondo e le rende creature. Al rilievo, quali elementi dell'opera d'arte, si aggiungono il suono ed il colore. Che il Campana avesse potuto acquistare la sapienza del rilievo, se l'infinita miseria umana non lo avesse annoverato tra i suoi figli, è problema che resterà insoluto. E' bello credere che ciò avrebbe DOiuto avverarsi. BRUNO Gl'ACCI ~.;ic411ta,, RIVISTMAENSILDEI LETTERATURA Vi •·ullaborano: B. Tct·,·hi, C. Linati, E. ~forovit'h, F. ·Fortini, M. Cancogni, V. Collina, A. Mcocd, P. Gadda-Conti, G. B. Vicari, L. Rigiarelli, G. Trasan• m1, G. Mcsirta, F.. Falc1ui, G. Contini, G. Rave:=:rwni, C. Alcs:,i, C. Varese, G. Pamp,doni, L. Baccolo, 1\:1. Lombar• cli, G. Guerrieri, G. Ct111runi, L. Cre• monte, A. RoccalJell.1, A. Vi:mlbcrghi. ROMA Via Lombardia, N. H Un numero L. 3 Pag. 15

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