Via Consolare - anno I - n. 4 - marzo 1940

Il signor Filippo, mio vecchie vicino di casa, analfabeta ma attaccato a tutte le cose nuove e interessanti della vita, mi aveva espresso il suo rammarico per non sapere come passare il tempo. « Almeno potessi leggere sui fogli, come fanno tutti gli altri ! - mi diceva spesso. E ic pochi giorni fa, ho avuto un'idea, una di quelle idee che nei giornali umoritici si rappresentano con punti esclamativi sospesi sulle teste in mezzo a nuvolette bianche : ho portato al mio sconfortato vicino uno di quei gicrnaletti a figure che vanno oggi per le mani di tutti i nostri ragazzi. Senza bisogno di leggere il signor Filippo ha potuto interessarsi alle vicende rappresentate dalle illustrazioni ; ha seguito bene, se non proprio del tutto..... gustate, le mirabolanti imprese dei gangsters americani, le av• venture più inverosimili di personaggi negri stranamente intelligenti e malvagi ; ha sgranato i suoi occhi di vegliardo sulle meravigliose gesta di uno strano uomo mascherato mezzo mago e mezzo spirito. Quando mi ha restituito il giornale ha borbottato: -< Che roba !..... • ; ma almeno ero certo che qualcosa aveva capito, anche senza saper leggere; che finalmente aveva potuto seguire la trama di un racconto, o, per dir meglio, di una cineavventura. lo - lo credereste? - ridando un'occhiata al giornaletto, non ho potuto fare a meno di ripensare al « Corriere dei Piccoli> che mia madre, quand' io, da ragazzo, fui ammalato per più di un mese, mi portava settimanalmente. I racconti che allora leggevo avevano spesso l'effetto 18 FondazioneRuffilli- Forlì di spaesarmi : essi mi descrivevano un mondo strano, ove ragazzi, tanto diversi da me e dai miei compagni, vivevano una vita tutta speciale, piena talvolta di raffinata delicatezza o di sdolcinata sentimentalità. Oggi i genittJri continuano a com• prare ai loro figlioli il « Corriere dei Piccoli > , ma essi, per loro conto, comprano altri giornali, pieni di racconti avventurosi ( veramente, più che racconti, sono trame stese per mezzo di vignette, come momenti vari di una pellicola cinematografica. Il parlato viene sostituito da speciali nuvolette, o fumetti entro cui sono racchiuse le parole pronunciate dai personaggi). Io vedo spesso ragazzi di diverse età e diversa condizione sociale (talvolta anche ragazze, commessedi negozio o sartorie, che hanno modernizzato le loro fantasticherie sul principe azzurro seguendone addirittura le avventure sulla prima pagina di uno di tali giornaletti) assorti in tali letture, se possiamo chiamarle così. Mi vien fatto allora di pensare alle lamentele dei maestri e dei professori delle prime classi di scuole medie, a proposito dei loro scolari che male si esprimono in italiano e sono sconfortantemente privi di pensieri !..... Vi siete mai accorti, signori insegnanti, che i vo• stri scolari preferiséono, ai libri delle vostre povere biblioteche scolastiche, il facile cibo delle vignette, per mezzo delle quali si può seguire un racconto senza sforzarsi a ricavarlo dai ben connessi periodi di un brano scritto, anzichè disegnato ? Sì, ve ne siete certo accorti e talvolta andate esclamando che i ragazzi hanno trovato •la miglicr maniera per incretinire. • di 21-lo. -Pini Vi si chiamerà esagerati? Non credo, se si considererà bene la portata della cosa. Il trionfo del cinema ha portato anche a questo : i ragazzi vogliono la. pellicola anche wl giornale : costa. minor fatica al lettore. Tra il giornalino a tono un pochetto melenso che leggevo io da ragazzo e questi giornaletti e albi così ricercati oggi dai ragazzi non saprei che cosa scegliere. Una difJèrenza però c'è : il ragazzo appetisce ora questi suoi cine-giornaletti assai più di quel che nonfacessi io con il < Corrieredei Piccoli > ; se anche volessimo distaccarlo da essi, non vi riusciremmo : chi li scrive o, per meglic dire, chi ne è editore, non ba.da a tante delicatezze : se l'avventura, anche se inverosimile o immorale, serve a tenere legata l'attenzione dei e;iovani lettori e a far vendere di più, il giornale sia ben zeppo ! Ora, se pensiamo ai nostri balilla che cresconoalla nuova scuola di ardimento e di interessamento pratico alla vita, vi è da riflettere se essi abbiano ora veramente le letture più adatte ! Dai racconti per ragazzi. scritti da donne siamo passati alle cùieavventure che sono frutto della. matita, poco della penna, meno ancora del cervello, di certi trafficanti di carta stampata. Sarebbe forse ingenuità parlare loro di coscienza e di responsabilità, eppure bisognerebbe ricordare che scrivereper i ragazzi è cosa forse più importante, certo più difficile, che scrivere per adulti : questi sanno essere giudici di ciò che leggono, quelli al contrariopotranno restare spaesati oppure assorbiti dalla lettura, ma ad ogni modo non si VIA CONSOLARE'

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